Cosa pensa Cristo di me? Recentemente ho letto un discorso che Anziano Andersen ha tenuto alla Conferenza Generale dell’aprile 2012, e che mi ha fatto molto riflettere.
Il suo discorso, che consiglio a tutti di leggerlo, si può trovare qui: Cosa Pensa Cristo di Me?
In particolare ci sono alcune parti che mi hanno maggiormente toccato:
“Il nostro modo di essere discepoli non verrà giudicato da amici o nemici. Piuttosto, come disse Paolo, “tutti compariremo davanti al tribunale di Dio”. In quel giorno la domanda rilevante per ognuno di noi sarà: “Cosa pensa Cristo di me?”
Noi siamo in un mondo materiale, qui ci sono tante cose belle e sicuramente è il posto ideale per poter lavorare su noi stessi. Dobbiamo però ricordarci che noi “siamo nel mondo, ma non siamo del mondo”.
Noi siamo qui per imparare, per adoperare il libero arbitrio, per far si che la nostra parte spirituale possa diventare quella prevalente nel nostro essere, per seguire l’esempio di Cristo e per poter conoscere Dio.
Per poter non perdere mai di vista questi obiettivi, dobbiamo sempre basarci e riferirci al nostro Salvatore. Cosa penserebbe Cristo di me, se fosse qui davanti a me in questo momento?
Mi guarderebbe con un amorevole rimprovero, o con un amorevole sorriso? Mi direbbe che i miei sforzi sono adeguati, o che mi devo impegnare di più?
La mia vita riflette l’amore e la devozione che provo per il Salvatore?
E’ bello sentirsi amati, sapere di avere la stima e la fiducia sia degli altri che del Signore, ma ancora più bello è saperlo ricambiare e dimostrarlo tramite le nostre azioni.
Questo lo si può fare diventando discepoli di Cristo. L’Anziano Andersen dice che “Essere un discepolo in questi ultimi giorni sarà motivo di onore per tutta l’eternità.”
Ma chi è un discepolo?
Gesù disse al capo della sinagoga: “Non temere; solo abbi fede!” Essere discepoli significa crederGli nei periodi di pace e crederGli nei periodi di difficoltà, quando il nostro dolore e il nostro timore sono leniti solo dalla convinzione che Egli ci ama e mantiene le Sue promesse.
Il percorso del nostro discepolato non è uno scatto lungo una pista e nemmeno lo si può paragonare a una lunga maratona. In realtà, è un viaggio verso un mondo più celeste, che dura tutta la vita.
E qui entra in gioco la fede, il credere in cose che non si vedono ma che sono vere.
Un giorno ho chiesto al vescovo della mia congregazione locale della Chiesa di Gesù Cristo dei Santi degli Ultimi Giorni ed amico, come fare ad avere più fede quando si è in un periodo in cui questa sembra non essere abbastanza forte, nonostante lo studio delle scritture e preghiere.
Dopo averci pensato un attimo, mi ha risposto:
“Ricordi quell’infermo che chiese la guarigione a Gesù, ma non riusciva a credere? Quando capì che il Signore se ne accorse, egli disse: Signore, sovvieni alla mia fede.”
Da quel momento, quando mi sento debole in qualche aspetto della fede nella mia vita, chiedo al Signore di sovvenire alla mia fede, ed ogni volta sento un grande senso di pace e di giustizia nel mio cuore.
Se faccio questo con costanza sento la fede rafforzarsi e tutta la visione della mia vita migliora. L’Anziano Andersen afferma:
“In questa vita o nella prossima, tutto sarà messo a posto. Il Salvatore dichiara: “Il vostro cuore non sia turbato e non si sgomenti”. “Nel mondo avrete tribolazione; ma fatevi animo, io ho vinto il mondo”.
Il Signore ci ama con tutto se stesso, e tutto quello che vuole è aiutare noi nel nostro percorso di ritorno a Lui.
Cosa pensa Cristo di me?
L’Anziano Andersen rende testimonianza che, se Lo amate, confidate in Lui, Gli credete e Lo seguite, sentirete il Suo amore e la Sua approvazione.
Chiedendovi: “Cosa pensa Cristo di me?”, saprete di essere Suoi discepoli, Suoi amici. Mediante la Sua grazia farà per voi ciò che non potete fare per voi stessi.
La vita non è sempre facile, la vita non è per niente facile, non ci è mai stato detto che lo sarebbe stato, ma che ne sarebbe valsa la pena. A volte però rischiamo di perdere di vista l’obiettivo principale.
E’ difficile, essendo in un mondo così materiale, ricordarci in ogni momento che tutto quello che ci circonda, che possediamo e che vorremmo avere non ha davvero importanza. Ed attenzione, non sto parlando solamente dei possedimenti, ma anche di noi stessi.
A volte non ci vediamo davvero quello che siamo perché vediamo che il mondo si concentra maggiormente sull’aspetto fisico, considerando belle persone solo quelle belle esteticamente.
E’ difficile non cadere nella stessa trappola e criticare, essere criticati, od auto- criticarci perché il nostro aspetto fisico non è quello che la società, o che noi, etichettiamo come “bello”.
A me è capitato per la maggior parte della mia vita, di essere ritenuta poco bella ed anche di crederci. E so di non essere l’unica in questa situazione.
Però so che quello che al Signore importa del nostro corpo ed aspetto è che rispecchi l’impegno del rispetto dei suoi comandamenti e principi. Quella è la vera bellezza, perché è quella che rimarrà per sempre con noi.
Nella Bibbia c’è un versetto che spiega ciò che il Signore pensa di noi da un punto di vista estetico:
Il Signore rispose a Samuele: «Non guardare al suo aspetto né all’imponenza della sua statura. Io l’ho scartato, perché io non guardo ciò che guarda l’uomo. L’uomo guarda l’apparenza, il Signore guarda il cuore».1 Samuele 16:7
Il nostro potenziale è divino e quindi infinito, e tutti i limiti che ci sentiamo su di noi, in realtà sono anch’essi aspetti materiali, che ci buttano giù e ci distolgono dalla risposta alla domanda “Cosa pensa Cristo di me?”.
So che una delle prime cose che Cristo pensa di noi, è che non vediamo quanto stupendi siamo, in quanto figli di Dio, e quindi quanto possiamo raggiungere nella nostra vita.
Come so anche che se noi chiediamo la Sua guida ed aiuto, lui sarà al nostro fianco per aiutarci nel nostro percorso personale.
Voglio concludere con un’ultima citazione dal discorso dell’Anziano Andersen, che dice:
In un giorno futuro, ogni ginocchio si piegherà e ogni lingua confesserà che Egli è il Cristo. In quel giorno, la nostra preoccupazione non sarà: “cosa pensano gli altri di me?”.
In quel momento i nostri occhi saranno su di Lui e la nostra anima sarà concentrata sulla domanda: “Cosa pensa Cristo di me?”
Questo articolo è stato scritto da Fanny Bagnò Nicotra
Fanny Nicotra
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