Il pane della vita. Una cosa che guida le persone della Chiesa, è quando le Scritture ci danno dei messaggi che devono essere letti su più livelli.
Nella società di oggi apprezziamo il parlare chiaro, un discorso che è puro e semplice da capire. Le Scritture non dovevano essere semplici.
Esse sono state scritte per essere capite dallo Spirito, non dall’intelletto di una sola persona.
Quando si parla di Cristo, dicendo che Egli è il pane della vita, stiamo parlando sia letteralmente che metaforicamente. Il trucco è capire come la descrizione si inserisce in entrambe le categorie contemporaneamente.
Il pane della vita
Nell’assegnazione delle letture di questa settimana (Giovanni 5-6; Marco 6: 30-44; Matteo 14: 22-33) Gesù compie il miracolo di nutrire 5000 uomini con solo cinque pani e un paio di piccoli pesci.
Quindi Egli era letteralmente in grado di nutrire le persone fisicamente, rendendolo una fonte di cibo.
Per molte delle persone, essere in grado di ottenere un pasto gratuito era una cosa meravigliosa. Anche in un posto lontano dalla strada principale, dove non c’erano venditori che potessero vendere loro il cibo,
Gesù poteva fornire loro un pasto. Un percorso dolce, da fare, per coloro che volevano ricevere una cosa buona.
La lezione sul lato fisico, di questo racconto, è dimostrata da Gesù. Egli prese i cinque pani e i due pesci piccoli, dal ragazzo che aveva un po’ di cibo, e lo moltiplicò per alimentare 5000 uomini.
I discepoli dissero a Gesù che nemmeno con 200 denari sarebbe stato in grado di alimentare questa moltitudine. Tale somma di denaro era di circa due terzi di uno stipendio annuale, per una persona che lavora sette giorni su sette.
In altre parole, anche quei soldi non sarebbero stati sufficiente ad alimentare correttamente tutte quelle persone.
Eppure Gesù era in grado di prendere quel poco che avevano e moltiplicarlo, in modo che essi ne avessero in quantità sufficiente.
Dopo che tutti ne avevano mangiato a sazietà, furono ritirate dalla folla 12 ceste di cibo. Anche i loro avanzi erano di gran lunga maggiori di quello con il quale avevano cominciato.
Traduzione Spirituale
Dopo che Gesù ebbe chiarito il punto che Egli poteva nutrire fisicamente le persone, Egli dichiarò di essere il pane della vita.
Il popolo, cercando di capire che cosa stesse dicendo, rispose che Mosè diede loro un segno della potenza di Dio, alimentando fisicamente le persone per 40 anni, con la manna nel deserto.
Gesù li corresse e disse loro che non era Mosè ad aver dato loro la manna, ma Dio. Ma ora Dio aveva mandato la “vera” manna o il pane dal cielo. Essi stavano pensando soltanto al cibo fisico, quindi erano completamente confusi.
31 I nostri padri hanno mangiato la manna nel deserto; come è scritto, egli diede loro pane dal cielo da mangiare.
32 Allora Gesù disse loro: In verità, in verità io vi dico, Mosè non ha dato il pane dal cielo; ma il Padre mio vi dà il vero pane del cielo.
33 il pane di Dio è colui che discende dal cielo e dà la vita al mondo.
34 Poi loro dissero: Signore, dacci sempre questo pane.
35 E Gesù disse loro: Io sono il pane della vita; chi viene a me non avrà fame; e chi crede in me non avrà mai più sete.
Cristo aveva cercato di insegnare loro, nei versi appena letti, quello che era il suo rapporto con il Padre, ma la gente non riusciva a capire perché pensava al pane fisico. Il pane di cui Gesù parlava consisteva nelle parole di vita eterna date dal Padre al Figlio e che venivano insegnate dal Figlio, a tutti i figli di Dio.
Quando il Signore dice che abbiamo bisogno di vivere di ogni parola che esce dalla sua bocca, Egli ci sta dicendo che il tipo di vita che Dio vive, può essere anche nostro, ma solo se impariamo a vivere come Egli vive.
Gli insegnamenti sul come farlo, sono le parole attraverso cui dobbiamo vivere. Questo è il nostro pane della vita (eterna).
Vivere secondo tutte le parole di Dio, fa’ in modo che possiamo vivere per sempre alla presenza di Dio. E come vero cibo, la parola del Signore soddisfa e riempie l’anima, cosa che ci porta gioia.
Il concetto che coloro che vengono a Cristo non avranno più fame è sia letteralmente che metaforicamente vero. Coloro che vivono la loro vita senza Cristo, sentono un vuoto dentro di loro che può essere riempito o soddisfatto solo con la verità che si trova nel Vangelo di Cristo.
Il loro desiderio, la fame, il desiderio di un luogo di appartenenza, le risposte alle domande della vita sono tutte cose che vengono soddisfatte con il vangelo di Cristo.
Coloro che vengono a Cristo non potranno mai provare quel senso di fame o di vuoto personale. Coloro che credono in Cristo non potranno mai desiderare o aver sete di un luogo di appartenenza o della conoscenza delle loro origini o del potenziale del loro destino.
Cercate nelle Scritture
Cambiamo direzione e parliamo di Giovanni 5:39. Gesù sta parlando della legge dei testimoni. Egli sta dicendo alla gente che non può assistersi da sola, ma che se cerca nelle Scritture, le Scritture saranno testimoni di Cristo.
39 cercate nelle Scritture; perchè in loro avrete vita eterna: e sono quelle che testimoniano di me.
Qual è la differenza tra la lettura delle Scritture e cercare nelle Scritture? Ecco un esempio che mette a confronto la lettura e la ricerca. Quando camminate per casa vostra, è come se leggeste un libro.
Vedete l’aspetto generale della casa, notate alcuni dettagli su dove sono le cose o dove dovrebbero essere, ma la vostra attenzione non è su qualcosa di molto specifico.
Ma se perdete le chiavi della macchina e andate alla loro ricerca, avete un atteggiamento molto dettagliato e attento, verso ciò che state guardando.
State pensando a dove potrebbero essere, come potreste trovarle, dove sono e come intendete affrontare la vita una volta che le avrete trovate.
Quando leggiamo le Scritture ci viene, spesso, di leggerle come si legge un romanzo, per relax, per un senso di distrazione o per sentirsi bene. Quando cerchiamo qualcosa nelle Scritture, perché abbiamo in testa la missione di trovare qualcosa, capire qualcosa, fare qualcosa di adatto a quel momento, vogliamo arrivare alla chiusura della situazione.
Ci sono molte ragioni per leggere le Scritture, ma noi dobbiamo anche fare delle ricerche. Se cerchiamo nelle Scritture troveremo che effettivamente esse portano testimonianza di Cristo.
Parlano di Cristo, gioiscono in Cristo, testimoniano della Sua missione e delle profezie di Cristo. Egli si trova in tutte la loro pagine, in cui parlano un profeta dopo l’altro.
Questo è ciò che mancava agli ebrei. Essi erano diventati così legati alle ordinanze esteriori e alle regole quotidiane della legge di Mosè, che non riuscivano più a vedere come la legge li portava, in ogni cosa, verso Cristo.
Cristo e il suo sacrificio, per il bene di tutta l’umanità, è al centro di tutte le nostre scritture.
Ma è così facile farsi distrarre dalle storie individuali o da altri punti dottrinali, che abbiamo bisogno di ricordare a noi stessi che le Scritture non diventano il pane della vita, fino a quando Cristo non diventa l’obiettivo centrale e il fulcro della nostra lettura delle Scritture.
Quando andiamo a cercare nelle Scritture qualsiasi argomento, dobbiamo fare in modo che si comprenda come Cristo si inserisce nel quadro. Tutte le cose, nel Vangelo, sono centrate su Cristo.
Risorse aggiuntive:
Se volete saperne di più, sui mormoni, cliccate qui.
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