. Durante gli anni della mia gioventù misuravo la grandezza del carattere di un uomo o una donna, dalla difficoltà delle prove della loro vita. “Gli eroi moderni” sono coloro che sono perseguitati per le loro credenze ed i loro ideali, pensavo.
Ero persuasa che maggiori le prove, maggiore dovesse essere la profondità e la forza di carattere di tali eroi. D’altronde ci vogliono muscoli spirituali davvero sviluppati per poter portare fardelli pensanti!
Se è vero che abbiamo bisogno dei grandi muscoli spirituali e che tali muscoli ci vengono in aiuto quando i fardelli sono pesanti, è anche vero che fondamentale è anche l’esistenza dei piccoli muscoli che ci permettono di perseverare nella semplice quotidianeità della vita o in quelle prove che non sono misurabili né tantomeno visibili all’occhio umano.
Parlo dei “muscoli” della perseveranza, della speranza, della longanimità, della fede, del perdono e dell’amore non finto. Nonostante ancora oggi io riconosca la grandezza e la nobiltà dei miei eroi di gioventù, e non abbia intenzione di diminuire neanche una piccola porzione della gloria che si meritano, sono persuasa a credere che esista un’altra forma di grandezza accanto a quella tradizionale.
Una grandezza che è nascosta ai nostri occhi, non pubblicizzata dai mass media e di certo sminuita dall’opinione pubblica.
Oggi mi ispira la grandezza d’animo degli umili seguaci di Cristo. Nelle scritture incontriamo ogni tipo di eroe, dai martiri ed i perseguitati per il nome e la croce di Cristo, alle mogli di famosi profeti delle quali poco o niente sappiamo.
Vi sono i “body builders” spirituali come il Capitano Moroni nel Libro di Mormon o come Abinadi e vi sono le quasi invisibili madri dei “figli/guerrieri di Helaman” che silenziosamente insegnano i principi eterni del Vangelo ed a cui viene dedicato un solo versetto nelle scritture. Tutti questi esempi sono dotati di una smisurata forza di carattere.
Pietro, l’apostolo, è senza dubbio un eroe ai miei occhi, un gigante spirituale. Era pronto a dare la sua vita per il Signore la notte prima del famoso ed inquietante venerdì santo.
Aveva toccato con mano l’eterna grandezza del Salvatore del mondo, aveva assistito a miracoli mai prima di allora realizzati, era con Cristo sul Monte della trasfigurazione quando Mosè ed Elia apparvero, aveva persino camminato sul mare.
Pietro è l’unico uomo nella storia di questa terra, a parte Cristo, a nostra conoscenza, che abbia compiuto un tale prodigio.
Durante i tre anni di ministero accanto a Cristo, Pietro aveva sviluppato le caratteristiche dell’eroe che mi affascinava in gioventù e che avrei dato chissà che per incontrare! Chi non vorrebbe una firma o, meglio, una foto con Pietro da esporre nella parete di casa nostra o su Facebook? Pietro è una celebrità nel mondo cristiano!
Eppure persino lui, nella sua unicità, nella sua fede incrollabile, ripieno di amore verso il Suo Maestro, quella notte, quando gli fu chiesto se conoscesse Gesù, ebbe paura e lo rinnegò non una ma tre volte, secondo la nota profezia.
Le piccole grandi cose
Forse quella notte i suoi muscoli spirituali erano atrofizzati o paralizzati dalla sorprendente velocità dei noti tragici eventi e Pietro si è trovato spiazzato.
Anche Davide che aveva sconfitto Golia e toccato con mano il potere liberatore del Suo Dio, è caduto in una battaglia non visibile alla folla dei suoi sostenitori nè dei suoi nemici, una battaglia interiore che richiede risorse spirituali forse meno diffuse o ricercate nella nostra società moderna, ma comunque fondamentali per il nostro progresso spirituale.
Non sta a noi condannare chi cade, cadiamo tutti, ogni giorno, sia nelle piccole grandi cose che nelle grandi prove, ma queste storie ci ricordano l’importanza delle piccole grandi cose scelte e di come spesso ci fortifichiamo in preparazione di battaglie epiche ma trascuriamo le sfide giornaliere che richiedono attenzione ai dettagli della nostra vita.
È nelle piccole grandi cose scelte quotidiane che la grandezza e la profondità della nostra anima si raffinano e sviluppano.
Le nostre credenze ed i nostri ideali sono messi alla prova ogni giorno non dalle guardie romane o dai farisei moderni, ma dalle mille tentazioni e distrazioni che ci circondano, in internet, in palestra, per strada o di fronte alla TV.
Sono le piccole grandi cose che ci qualificano come umili seguaci di Cristo. Pietro imparò la lezione, si pentì ed in lui troviamo coraggio e speranza. Anche noi possiamo rafforzarci e diventare umili e mansueti come i veri seguaci di Cristo. Ci vuole forza, determinazione, integrità e autocontrollo.
Le mete più difficili da raggiungere sono quelle che richiedono piccoli sforzi quotidiani, non intense ma brevi stagioni di sacrifici. Fede in Gesù Cristo, sincero pentimento giornaliero per le nostre tante grandi e piccole mancanze, accompagnano la vita del discepolo cristiano.
Non sempre ci svegliamo desiderosi di inginocchiarci ma lo facciamo ugualmente perché sappiamo che da soli, senza il sostegno di Dio, non ce la possiamo fare.
Non è facile mantenere uno studio costante della parola di Dio, delle scritture antiche e moderne, ma ci ritagliamo preziosi minuti di solitudine ogni giorno perché sappiamo che senza il nutrimento spirituale che viene dallo studio delle scritture, non saremo mai in grado di produrre la forza spirituale necessaria per resistere alle lusinghe dell’avversario.
Sono benedetta a conoscere diversi eroi moderni, uomini e donne il cui cuore è puro. Non li vedo in televisione o in prima pagina sul quotidiano locale, né nella maggior parte delle riviste più trend dei nostri giorni. Non sempre hanno avuto una vita agiata o accesso a studi universitari.
Li incontro silenziosi ma sorridenti e pacifici al supermercato, con un carrello quasi vuoto, in netta contrapposizione con il mio, sempre pieno. Penso a Terry, un mio caro amico settantenne rimasto vedovo lo scorso anno.
Era al campeggio delle giovani donne la scorsa estate, in cucina, come aiutante.
Nessuna delle giovani donne presenti mai si dimenticherà del caro Terry perché vi era sempre un sorriso sul suo viso ed un abbraccio nelle sue braccia. Si commuove quando parla di sua moglie e non mi sorprendo quando spesso lo incontro all’interno del Tempio, vestito di bianco.
“Qui mi sento vicino a Ruth” dice lui commosso mentre camminiamo verso le nostre macchine, fuori dal Tempio. Mi si apre sempre il cuore quando parliamo. Quanto amore c’è nella sua anima! Lo rivedo in Chiesa la domenica mattina, seduto accanto al Vescovo, con le lacrime agli occhi durante l’inno sacramentale.
Terry vive una vita semplice ma non si dimentica delle piccole cose. Lui prega e studia il Vangelo, ama senza confini e barriere, perdona ed è umile e mansueto. Lui e tanti altri cari fratelli e sorelle agiscono silenziosi ma non cessano di servire il loro prossimo, non aspettandosi mai una ricompensa.
Si sentono ricchi perché hanno trovato il tesoro più prezioso nella loro vita, hanno compreso che è nelle piccole azioni quotidiane, nei piccoli atti di servizio, nella preghiera fervente in favore di un fratello che porta da anni un fardello pesante, nel loro amorevole e sincero sorriso, nel dono dei loro abbracci che noi, benedetti a conoscerli, troviamo riposo ed intravediamo il sentiero della vita eterna. Non ci dimentichiamo mai delle piccole grandi cose.
Questo articolo è stato scritto da Giulia Petrollini Rogers
Risorse aggiuntive:
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Giulia Petrollini Rogers
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