ruandaLunedì 7 aprile ha segnato vent’anni dall’inizio del genocidio in Ruanda. La Ruanda era divisa in due gruppi etnici maggiori, gli Hutu e i Tutsi. Gli Hutu radicali uccisero sistematicamente più di 800000 Tutsi e Hutu moderati.

Il Genocidio in Ruanda

Per un paese con meno di sei milioni di residenti al tempo del genocidio in Ruanda, questo evento sfregiò il paese in un modo che non sarebbe stato presto dimenticato.

Coloro che videro il genocidio in prima persona sarebbero rimasti toccati per sempre.

Gesù Cristo comprende il dolore di coloro che son sopravvissuti, nonostante questa tragedia sia incomprensibile. Oggi la Chiesa di Gesù Cristo dei Santi degli Ultimi Giorni ha due congregazioni in Ruanda.

Vorrei raccontarvi di come il vangelo di Gesù Cristo abbia aiutato a guarire due sopravvissuti al genocidio in Ruanda.

Agnes Twagiramariya 

png;base6480c746757783bd44Agnes aveva undici anni quando il genocidio iniziò. Viveva con i suoi genitori e con cinque fratelli e sorelle.  Un giorno i suoi vicini di casa entrarono in casa sua.

Lei li vide mentre uccidevano sia sua madre che suo padre. Agnes non sarebbe più stata la stessa.

Perdere i suoi genitori ha messo Agnes in una spirale discendente, ha speso la maggior parte del suo tempo da sola con quello che lei descrive come un cuore spezzato. Non ha mai sorriso ed ha imparato a guardare gli altri con odio.

Ma Agnes era recuperabile. Fece in modo di vivere la propria vita meglio che poteva. Si è iscritta presso l’università di Kigali, la capitale del paese.

Anche sua cugina Yvonne frequentava quell’università ed invitò Agnes a vivere con lei. Yvonne si era appena unita alla Chiesa di Gesù Cristo dei Santi degli Ultimi Giorni ed era ansiosa di condividere ciò che aveva imparato con Agnes.

Iniziò con film della Chiesa riguardanti la vita di Cristo, entrando poi in conversazioni sul Libro di Mormon e sulla restaurazione. Nonostante Agnes trovasse le parole della cugina interessanti, non era ancora completamente convinta sulla Chiesa.

Alla fine Yvonne convinse Agnes ad andare in Chiesa con lei. Agnes notò che i membri della Chiesa erano differenti. Il loro modo di comportarsi e parlare erano diversi da quelli che Agnes era abituata a vedere.

Concluse che i membri della Chiesa si comportavano così come si sarebbero dovuti comportare i figli del Signore. La sua esperienza positiva la fece interessare all’apprendimento della verità riguardo alla Chiesa.

Agnes spiega di aver ricevuto la sua testimonianza dagli insegnamenti di Gesù Cristo nel Libro di Mormon.

Agnes si unì alla chiesa nove anni fa, nel 2006. Dopo al suo battesimo Agnes iniziò a sentire lo Spirito Santo e ne disse: “Cambiò la mia vita di dolore ed infelicità in pace e gioia”.

Agnes incominciò a sorridere di nuovo. L’espiazione di Gesù Cristo portò via il suo dolore e quando il suo dolore la abbandonò, avvenne qualcosa di miracoloso: Agnes incominciò a sentire di poter perdonare coloro che uccisero i suoi genitori.

Perdonarli fu molto difficile per Agnes, ma quando ci riuscì disse: “Ho guadagnato una pace totale nel cuore”.  Agnes descrive la sua capacità di perdonare come un dono fattole dal Signore.

Oggi Agnes lavora come ragioniera in un Hotel a Kigali e sta iniziando a darsi da fare per poter raggiungere la sua laurea specialistica.

Da molto valore al suo essere membro della Chiesa, “Avendo perso la mia famiglia nel genocidio” ha detto, “Sento che i membri della Chiesa sono i miei fratelli e le mie sorelle”.

John Bizimana 

png;base649cc34d768177d2c5John Bizimana è nato in una famiglia facoltosa. Viveva in una bellissima casa, con vari servitori e più del necessario per soddisfare i suoi bisogni.

Quando John aveva 7 anni suo padre morì. Il padre di John ebbe un grave incidente d’auto proprio pochi mesi prima che iniziasse il genocidio in Ruanda.

Novizia vedova, la madre di John, tentò il meglio nella sua situazione. L’importanza della famiglia li mise sotto grave rischio di attacco. Misero alcuni materassi contro i muri e alle finestre sperando di impedire il passaggio di proiettili vaganti.

Ma non ci volle molto prima che la famiglia venisse portata via di forza dalla propria casa. Vennero messi in un grande stadio con migliaia di rifugiati. La madre di John, comunque, non aveva alcun interesse ad aspettare di vedere cosa sarebbe accaduto.

La madre portò John e i suoi fratelli fuori dal paese in qualità di rifugiati. Lasciarono la loro madre patria passando tra corpi abbandonati e bambini disperatamente attaccati ai corpi delle loro madri non più in vita.

Tagliarono ad ovest, nello Zaire (ora Repubblica Democratica del Congo) e si nuovo ad est attraverso il lago Tanganyika, il più grande lago in Africa (in Tanzania), dopodiché andarono a sud attraverso lo Zambia ed infine in Zimbabwe.

Il loro viaggiò durò più di un migliaio di miglia. Il viaggiò fu troppo per la madre di John che morì di fame in Zimbabwe.

John e i suoi fratelli, ora orfani, furono separati. John visse presso la casa per bambini “Collina di Smeraldo”.

Passarono cinque anni prima che John e i suoi fratelli scoprissero di uno zio e una zia che si erano da tempo trasferiti in Belgio e che stavano ora cercando di adottare la famiglia.

Riuniti i fratelli di John, furono trasferiti in un altro continente. Ancora un volta erano in salvo. Mentre viveva in Belgio, John incontrò due missionari della Chiesa di Gesù Cristo dei Santi degli Ultimi Giorni mentre giocavano a pallacanestro.

John spiega che a differenza dei suoi lunghi viaggi da rifugiato, la Chiesa riusciva a dargli direzioni. John dice: ”il mio sogno è di poter, un giorno, essere un buon membro della Chiesa. Non ci sono ancora arrivato, ma un giorno ce la farò, questo è il mio obiettivo”.

Oggi John dedica la sua vita al servizio. Ha dato vita e canta nel gruppo “Voice of Africa” che raccoglie soldi per borse di studio scolastiche.

L’organizzazione sta anche lavorando su un grande progetto umanitario in Uganda. La più recente causa caritatevole di John è la casa per bambini “Collina di smeraldo”, dove ha vissuto per cinque anni.

Il vangelo ha aiutato John a vedere le tragedie della sua infanzia da una diversa prospettiva.

Nonostante le sue circostanze, che la maggior parte delle persone può a malapena immaginare, John scarta semplicemente il tutto dicendo che tutti hanno periodi difficili.

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