Noi mormoni siamo un popolo molto particolare, a causa del nostro impegno a discepole di Gesù Cristo.
Dieter F. Uchtdorf raccontò la storia di un uomo nel discorso “Venite, unitevi a noi” il quale ha sognato che si trovava in un posto dove persone da tutto il mondo si erano radunate, le quali rappresentavano ogni religione, e ha incontrato alcuni membri della chiesa di gesù Cristo. Curioso, gli chiese: “che cosa è richiesto di fare ai vostri membri?”
E loro risposero:
“Noi non richiediamo nulla, ma il Signore chiede che noi consacriamo tutto”
E poi loro cominciarono con lo spiegare tutto il lavoro che i membri fanno per la Chiesa di Gesù Cristo a gratis, elencando molte cose! Confuso, l’uomo chiese: “Ma perché uno dovrebbe voler far parte di una chiesa del genere?”
I membri praticanti della Chiesa di Gesù Cristo sanno il perché: per amore verso Cristo! Loro credono in Lui, e confidano nel fatto che seguendoLo, riusciranno a ritornare a casa, dal loro Padre Celeste.
Consacrare tutto significa dedicare il nostro tempo, talenti, e persino possedimenti per aiutare ad edificare il regno di Dio qui sulla terra. Nonostante non viviamo la legge di consacrazione come facevano i santi a Kirtland o come il popolo di Enoch, possiamo sempre beneficiare delle benedizioni che scaturiscono dal praticarla.
Tad R. Callister fece un discorso intitolato “Diventare un missionario consacrato” all’MTC (Centro di Addestramento Missionario), nel 2008. Le sue parole si radicarono nei cuori dei missionari che lessero questo discorso attraverso tutto il mondo, diventando più obbedienti e più dedicati al lavoro.
“E noi?!” Grida il membro comune, “Non possiamo anche noi diventare consacrati?”
Come posso diventare un discepole di Gesù Cristo?
-
Sii obbediente
Mario Facione è uno di quegli uomini che ha abbandonato la sua disobbedienza per il Vangelo.
Cresciuto in una famiglia mafiosa, egli non aspirava a niente di più che specializzarsi nella compravendita del mercato nero. Poi un giorno ha incontrato i missionari, ha iniziato a leggere gli insegnamenti di Gesù Cristo, e si è convertito.
Nonostante ciò, secondo il suo vescovo egli stava ancora servendo due maestri, e per questo motivo non poteva entrare nel tempio.
Egli si rese conto che l’obbedienza esatta non era solo per i missionari che gli avevano insegnato il Vangelo, ma che era anche per lui, e che doveva diventare la struttura della sua vita.
Però il suo stile di vita non poteva starci in questa struttura; perciò, considerato questo, egli lasciò andare i suoi crimini, la paura per la sua vita (egli sapeva che “non puoi semplicemente andartene dalla mafia”), e il suo stile di vita criminale.
Come fece Facione, un membro consacrato si rende conto che deve fare tutto ciò che può per vivere appieno il vangelo. Mentre lo facciamo, le benedizioni verranno a noi. Alla fine, Facione diventò un lavorante del tempio, e l’autore di “from Mafia to Mormon” (Dalla mafia a Mormone)
Diventando obbediente, egli non cambiò semplicemente le sue azioni, ma cambiò il suo cuore, la sua natura. Noi non dovremmo essere obbedienti per dovere, ma dovremmo essere obbedienti per volere, e sacrificare tutto per diventare tali.
“[Spogliatevi] dell’uomo naturale… [e siate disposti] a sottometter[vi] a tutte le cose che il Signore ritiene conveniente infligger[vi], proprio come un fanciullo si sottomette a suo padre” (Mosia 3:19)
-
Non dubitate, e non temete
“Mettete in discussione i vostri dubbi prima di mettere in discussione la vostra fede” Dieter F. Uchtdorf
Nei primi anni della chiesa, i pionieri affrontarono innumerevoli paure. Provate ad immaginare i pensieri di uno di questi coraggiosi uomini o donne che affrontarono l’esodo verso l’ovest: c’erano membri della loro famiglia che non avrebbero mai più rivisto, c’erano malattie e morte in arrivo, e più in generale, l’ignoto.
Dubitando delle loro proprie intenzioni, il pensiero “ne vale davvero la pena?” deve essere sicuramente passato per la testa di molti pionieri, mentre affrontavano tali prove. Nonostante ciò, loro avevano compreso l’importanza di lasciar andare i loro dubbi e le loro paure.
Anche John Tanner aveva compreso questo principio. Egli è stato battezzato agli inizi della chiesa, e ha finanziato di tasca sua molti progetti della Chiesa. Quando fu invitato a battezzarsi, ha quasi rifiutato, perché essendo disabile temeva che avrebbe perso la vita.
Egli dubitò delle sue proprie forze, delle sue proprie abilità. Però, il suo desiderio di consacrare la sua vita a Dio era più forte, perciò egli raccolse la sua fede, scacciato la sua paura, e fu battezzato.
Nel 1856 tre ragazzi di diciotto anni si resero conto che l’essere consacrati significava non avere rimpianti o rimorsi, mentre fronteggiavano il fiume Sweetwater (acque dolci).
Loro si trovavano lì per salvare i membri della sofferente Martin Handcart Company (Compagnia dei carretti a mano di Martin); perciò, raccogliendo il loro coraggio e la loro fede, loro scacciarono la loro paura e trascinarono quasi ogni membro della compagnia attraverso il fiume. I loro sforzi salvarono la compagnia, ma l’assideramento gli portò via la vita.
Abbandonare le nostre paure e i nostri dubbi è più facile a dirsi che a farsi; dopotutto, problemi e preoccupazioni sensate sembrano ergersi in mezzo al nostro percorso di consacrazione.
Le nostre paure sono spesso circondate da scuse, giustificazioni, e una mancanza di fede che ci impediscono di agire; ma se noi crediamo davvero in ciò che facciamo, allora nulla ci fermerà.
-
Scacciare le tentazioni
Un’anonima giovane donna SUG ha condiviso la sua storia di come ha sconfitto la pornografia.
Pensando che non le avrebbe fatto così tanto del male, lei diventò dipendente, si vergognava di se stessa, e disobbediva ad altri comandamenti.
“La carne è soggetta ad appetiti e tentazioni che, se lasciati liberi, vincono e dominano lo spirito.” – D. Todd Christofferson
Dopo aver lottato per un paio d’anni, questa giovane donna cercò l’aiuto del suo vescovo, per tirar fuori queste sue passioni romantiche. Come risultato, diventò una persona più felice.
Dio ci conosce, dentro e fuori, e specialmente conosce i nostri pensieri e le nostre azioni. Da Lui, non possiamo nascondere nulla.
Egli conosce la nostra natura carnale, ma desidera che noi la sconfiggiamo, perché così facendo, dimostriamo la nostra disponibilità a consacrare il nostro io a lui, per intero.
Seguirò le inclinazioni dell’uomo naturale o cederò ai richiami dello Spirito Santo, mi spoglierò dell’uomo naturale e mi santificherò mediante l’Espiazione di Cristo, il Signore? – David A. Bednar
Scacciare le nostre tentazioni richiede tempo, dedicazione, ed un cuore disposto a sacrificarsi. Le nostre menti e le nostre azioni non sempre cambieranno di punto in bianco; invece, richiederà cambiamenti sia piccoli che grandi, a cui dobbiamo essere aperti, un passo alla volta.
Se accetteremo questi cambiamenti, noi rafforzeremo la nostra relazione con Dio, e diventeremo più consacrati.
-
Sii umile
L’umiltà è segno di forza spirituale, perché una persona umile non è incline alla gelosia, non giustifica le sue azioni, non si mette sulla difensiva, confessa velocemente i suoi peccati, e si pente.
Esso è un attributo di Cristo, e può essere difficile per molti di noi, agire in questo modo; infatti, è molto più semplice per noi agire nel modo opposto, e cioè con orgoglio.
L’orgoglio è un peccato funesto nel vero senso della parola. Limita o arresta il nostro progresso.” – Ezra Taft Benson
Un personaggio delle scritture che si è trovato intrappolato nell’orgoglio è Alma il Giovane. Come molti giovani d’oggi, egli si è ribellato contro suo padre e contro Dio; non voleva ascoltare nessun consiglio o cambiare i suoi modi.
La sua mancanza di consacrazione verso Dio e verso la Chiesa ha fermato non solo il suo proprio progresso spirituale, ma anche quello di altri membri della Chiesa.
Fu necessaria l’apparizione di un angelo di Dio, e l’essere angosciato spiritualmente per ben tre giorni, perché far si che Alma si rendesse conto del suo errore e perchè si umiliasse.
L’umiltà, in altre parole, è lo sbarazzarsi dell’orgoglio: e Alma lo fece pentendosi, confessando i suoi peccati, e lavorando per il resto della sua vita per conto di Dio, e per costruire la sua Chiesa.
Quando siamo umili, ci chiediamo costantemente, e soprattutto chiediamo costantemente agli altri: “Cosa posso fare per migliorare?” Ponendoci questa domanda, e seguendo il consiglio o rimprovero che ne segue, apriamo le porte alla nostra progressione, e aumentiamo la nostra capacità di consacrarci a Dio.
L’orgoglio, la disobbedienza, o la ribellione non faranno altro che mettersi in mezzo ai piedi.
-
Sii positivo
Non possiamo dirigere il vento, ma possiamo regolare le vele. Per ottenere la massima felicità, pace e soddisfazione, possiamo noi scegliere un atteggiamento positivo. – Thomas S. Monson
Stephanie Nielson si ritrovò con l’80% del suo corpo bruciato in un incidente aereo avvenuto nel 2008.
Questo incidente le portò un mucchio di sfide: non solo provava un sacco di dolore, ma allo stesso tempo lei non aveva più lo stesso aspetto; la sua pelle era super sensibile; era difficile andare fuori in pubblico; persino tagliare i capelli di sua figlia divenne difficile per lei.
Nonostante i venti soffiarono forte contro di lei, lei ha regolato le vele, come suggerisce il Presidente Monson, iniziando a scrivere un blog; ciò l’ha aiutata a restare positiva nonostante tutte le sue sfide.
Tramite il suo blog, e tramite il rivolgersi a Dio, è stata capace di vedere il bello all’interno della vita, ed è capace di guardare il mondo con positività.
“Vivo una vita bellissima, nonostante il dolore e le sfide”
Con un atteggiamento positivo, noi possiamo portare testimonianza di una verità molto importante ai nostri pari, ai nostri cari, e al mondo: il Vangelo è felicità.
Come dicono le scritture, quando noi fedelmente stiamo di “buon animo”, senza nulla temere, allora Cristo sta con noi; e perciò di conseguenza, noi stiamo con lui, e quello è uno degli scopi e delle benedizioni della consacrazione: appartenere alla chiesa di Gesù Cristo.
-
Alza il livello
Un membro consacrato non è uno scansafatiche, non perde tempo. Alla fine della giornata, non ha nessun rimpianto, nessun pensiero del tipo: “avrei potuto fare questo, o quello”.
Tutto ciò che doveva essere fatto è stato fatto, sopportato nonostante le difficoltà; non si arrendono. Questo è ciò che significa alzare il livello.
Jimmer Fredette, ex giocatore di basket della BYU, ha fatto proprio questo. Il basket è sempre stata la sua passione, ma egli voleva essere di più del semplice campione della squadra di basket delle scuole superiori.
Egli accettò un contratto compilato da suo fratello TJ, che lo impegnava a “fare i sacrifici necessari” per raggiungere il suo obiettivo di giocare nella NBA (National Basketball League).
Per Fredette, gli addestramenti della sua squadra non erano abbastanza per adempiere a quel contratto. Egli andò nella palestra della chiesa ad esercitarsi nel gioco; è persino andato a giocare in una prigione locale.
Tutto questo suo duro lavoro, e questa sua dedicazione, lo portarono a giocare nella squadra della BYU, per poi essere selezionato per l’NBA.
Jimmer ha mostrato a tutti noi che spingersi oltre i limiti e fare questi sacrifici e tutto questo duro lavoro, paga molto profumatamente.
Nel Vangelo di Gesù Cristo, mentre “facciamo i sacrifici necessari”, verremo ripagati di tutto, se non ci arrendiamo e continuiamo ad andare avanti, a perseverare sino alla fine.
Pertanto voi dovete spingervi innanzi con costanza in Cristo, avendo un perfetto fulgore di speranza e amore verso Dio e verso tutti gli uomini.
Pertanto, se vi spingerete innanzi nutrendovi abbondantemente della parola di Gesù Cristo, e perseverete fino alla fine, ecco, così dice il Padre: Avrete la vita eterna. (2 Nefi 31:20)
-
Servire gli altri
Noi non dovremmo servire solo quando ci è detto di farlo, ma quando ne vediamo la necessità, quando ci sentiamo ispirati dallo Spirito Santo a farlo. Così il Salvatore ha servito, e noi, nel nostro viaggio verso la consacrazione, è una delle cose migliori che possiamo fare per diventare come Lui è.
“Prima osservate, poi servite” – Linda K. Burton
Quando avevo quattro anni, il mio più grande esempio di servizio era la mia sorella di 17 anni, che si era appena battezzata. Nonostante ho davvero pochi ricordi di quel periodo con lei, tutti quanti riguardano il servizio, perché lei spesso vedeva il bisogno degli altri, e cercava di aiutare come poteva.
Durante i mesi invernali, ella cucinava una zuppa o uno stufato e lo portava ad una vecchia vedova vicino a casa nostra; individuava una famiglia locale nel bisogno, e si assicurava che al mattino di Natale lovo avrebbero trovato dei regali di fronte alla loro porta.
Molte volte mi sono trovata con lei all’ospedale per non fare altro che parlare con le persone, e a portare fiori che avevamo colto nei campi.
Ogni giorno, mentre apriamo i nostri occhi alle opportunità, noi possiamo vedere le necessità altrui. Non importa quanto grande o quanto piccolo è il bisogno, noi possiamo agire per chi ha bisogno.
Non dobbiamo fare qualcosa di grandioso; anzi, spesso la differenza più grande fatta nella vita di qualcuno, è derivata dal più piccolo atto di servizio.
Poiché nella misura in cui lo fate al minimo di questi, lo fate a me. – Dottrina e Alleanza 42:38
Facciamo del nostro meglio per seguire gli insegnamenti di Gesù Cristo. Ciò lo possiamo ottenere tramite la consacrazione, ed essa è un’avventura che dura una vita. Molti sono proprio accanto a noi in questo viaggio; li vediamo come esempi, e fanno la differenza nella nostra vita, che siano piccole o grandi.
Quali attributi hanno loro, che li hanno resi esempi di consacrazione per voi?
collaboratore
Ultimi post di collaboratore (vedi tutti)
- Chi erano i re magi? - 28 Dicembre 2018
- La nascita di Gesù Cristo - 24 Dicembre 2018
- I pastori del tempio – Luca 2:1-20 - 23 Dicembre 2018