Sento continuamente dire la frase: “se portiamo al Signore le nostre debolezze. Egli le trasformerà in forze”; cosa significa? Come può una debolezza diventare una forza?
Come può una debolezza diventare una forza?
Questa è un’eccellente domanda, grazie per avermela posta.
Uno degli uomini più grandi della storia del Libro di Mormon ha avuto molti dubbi riguardanti le sue doti di scrittore mentre lavorava alla compilazione di quei sacri eventi; quell’uomo era Moroni. Egli temeva che le generazioni future non avrebbero sentito il potere dei messaggi ispirati a causa di ciò e così si volse al Signore e questa fu la risposta che ricevette:
“E se gli uomini vengono a me, mostrerò loro la loro debolezza. Io do agli uomini la debolezza affinché possano essere umili; e la mia grazia basta a tutti gli uomini che si umiliano dinnanzi a me; poiché, se si umiliano dinnanzi a me, ed hanno fede in me, allora farò in modo che le cose deboli divengano forti per loro” (Ether 12: 27).
Anziano Neal A. Maxwell ha detto a riguardo:
“non è una cosa semplice…vedersi mostrare le proprie debolezze… nonostante ciò, è parte del venire a Cristo ed è una parte vitale e dolorosa del piano di felicità di Dio”.
Sorella Anne C. Pingree ha raccontato una storia su una giovane donna che ha trasformato la propria debolezza in un grande punto di forza:
Una ragazzina di nome Jackie ha dovuto affrontare una devastante debolezza che ha afflitto profondamente la sua vita: l’incapacità di leggere; per anni si è sentita esclusa ed umiliata.
La ragazzina ha detto: “ero al liceo e già sapevo di essere stupida perché non ero mai stata in grado di stare dietro alla lettura”.
L’umiliazione continuava giorno dopo giorno ed anno dopo anno; “o mi veniva detto apertamente che ero stupida, altrimenti mi veniva chiesto: ‘non te lo ho già detto un migliaio di volte?’”.
Veniva etichettata come “pigra” e “svampita” e questi commenti “causavano”, a sua detta, “talmente tanto stress emotivo da farmi sentire come se avessi una tenda a coprirmi la mente”.
Era straziante quando le veniva richiesto di alzarsi e leggere in classe: “anche se conoscevo le parole, non riuscivo a pronunciarle”, rammenta lei; “ le lacrime mi scendevano bagnando la pagina”.
Jackie ha presto imparato a nascondere la propria debolezza o ad evitare situazioni che avrebbero potuto rivelare il suo temuto segreto.
Quando visitava la biblioteca con i suoi amici, li seguiva controllando i famosi libri di mistero, ma pur portandosi a casa i libri, non era mai in grado di unirsi alle vivaci discussioni riguardanti trama e personaggi. Si trovò inoltre ad essere bocciata in quasi tutte le materie a scuola. Alla fine, a quindici anni, ha deciso di lasciare la scuola e di sposarsi.
Questa decisione avrebbe potuto portare a problemi ancora più seri e ad un allontanamento permanente dall’apprendimento; invece, grazie all’amorevole incoraggiamento di suo marito, alle vigili attenzioni del Padre ed alla sua determinazione, le cose hanno iniziato a cambiare;
“Mio marito è stato la mia salvezza”, ha spiegato; “Mi ha sempre trattata come se fossi la persona più intelligente che avesse mai visto”. Questo mese, molti anni più tardi, questa madre di otto figli si è diplomata dalle superiori in anticipo di un anno su sua figlia maggiore.
Jackie ha proseguito la propria istruzione oltre la scuola superiore, ma ogni giorno è stato per lei una difficoltà:
“Piangevo ogni giorno, era così difficile” ha detto. Suo marito le ha dato una benedizione del sacerdozio e sua figlia le ha dato ripetizioni di algebra lasciandole delle note di incoraggiamento.
Jackie si è volta al Signore con fede in cerca di aiuto ed alla fine, dopo anni di tentativi, ha ricevuto la sua laurea all’età di cinquant’anni.
La sua debolezza è infine diventata un gran punto di forza nell’inseguire un sentiero scolastico che è diventato una benedizione anche per altri che hanno difficoltà nella lettura. La ragazzina che pensava di essere troppo stupida per leggere, dirige ora un programma statale che aiuta i bambini con difficoltà nella lettura.
Il Padre Celeste ci porta sempre via le debolezze per trasformarle in punti di forza? La risposta è no; a volte lascia quelle debolezze così che possiamo umiliarci continuamente nel lavorarci.
A volte quelle debolezze diventano punti di forza laddove non ce lo saremmo mai aspettati, ma è attraverso la grazia di Dio che avvengono questi cambiamenti.
Thomas S. Monson ha detto:
“Se c’è qualcuno che si sente troppo debole per cambiare il corso della sua vita, se c’è qualcuno che non riesce a impegnarsi a migliorare a causa del più grande dei timori – quello del fallimento – non c’è rassicurazione più confortante di queste parole del Signore:
La mia grazia basta a tutti gli uomini che si umiliano dinnanzi a me, poiché, se si umiliano dinnanzi a me ed hanno fede in me, allora farò in modo che le cose deboli divengano forti per loro” (Conferenza Generale, Ottobre 1999, “Il potere del sacerdozio”).
Mentre lavori sulle tue debolezze ricorda queste quattro cose, o passi:
- Riconosci o ammetti le tue debolezze;
- Sviluppa l’umiltà;
- Abbi una fede instancabile in Dio;
- Sappi che la Sua grazia è sufficiente se ti umili dinnanzi a Lui.
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