Il 20 gennaio siamo stati in tribunale, dove mio figlio e sua moglie hanno finalizzato l’adozione del loro primo figlio. I nuovi genitori hanno espresso sentimenti molto belli su questo miracolo e sulla mano del Signore e sul Suo coinvolgimento nel renderlo possibile. Lui è pieno di grazia e sente i nostri richiami, preghiamo per avere pazienza e Lui ci ascolta. Isaia ha scritto:
“Egli ti farà certamente grazia, udendo la voce del tuo grido; appena udirà, ti risponderà. Anche se il Signore vi darà il pane d’angoscia e l’acqua d’oppressione, tuttavia quelli che ti ammaestrano non dovranno più nascondersi, e i tuoi occhi vedranno i tuoi maestri. Quando andrete a destra o quando andrete a sinistra, le tue orecchie udranno dietro a te una parola che dirà: «Questa è la via; camminate in essa!».” (Isaia 30:19-21)
Pregare per avere pazienza
La dolce affermazione di gratitudine da parte di questa nuova madre mi ha fatto riflettere sul modo in cui il Signore lavora con i Suoi figli. Ho pensato a tutti quei lunghi anni d preghiera per far si che queste persone possano avere dei figli, e per la mia altra figlia e suo marito che non hanno figli. Non eravamo in grado di vedere ciò che Egli stava preparando per loro.
Isaia ha chiesto: “a chi è stato rivelato il braccio dell’Eterno?” (Isaia 53:1). Mi impegno a confessare che non è stata rivelata a me. Per niente. Infatti, sospetto che la maggior parte di noi fa molta fatica a comprendere ciò che sta compiendo il Signore prima che abbia terminato. Egli ha detto:
“Voi non potete vedere con i vostri occhi naturali, in questo momento, i disegni del vostro Dio riguardo alle cose che avverranno in seguito, e la gloria che seguirà dopo molta tribolazione.” (Dottrina ed Alleanze 58: 3).
Ed in che modo possiamo mai sapere quando ha terminato? Il Salvatore parla di se stesso in terza persona e dice:
“ Grande è la sua saggezza, meravigliose sono le sue vie, e nessuno può scoprire la vastità dei suoi atti.” (Dottrina ed Alleanze 76: 2).
Dalla nostra prospettiva limitata ed egocentrica, guardiamo questo nuovo nipotino e vediamo quale grande benedizione sarà per la nostra famiglia. Ma chissà “davvero, chi potrebbe mai sapere” l’estensione della Sua opera e quante altre vite il Signore ha benedetto e benedirà con questa adozione?
Per cosa preghiamo?
Preghiamo per il favori che sappiamo di avere bisogno guardando con un occhio l’orologio e con un altro il calendario, e ci chiediamo perché il Signore ci mette così tanto per darci quello che desideriamo. Ci chiediamo perché non sta facendo niente… ma ovviamente sta facendo qualcosa. Le Sue braccia invisibili sono al lavoro, ed anche quando la Sua tabella di marcia e la nostra sono discordanti, o perfino in contraddizione, Egli è all’opera. “ I suoi disegni non falliscono, né v’è alcuno che possa fermare la sua mano.” (Dottrina ed Alleanze 76: 3).
Forse lo ha detto anche meglio Abacuc: “Ma l’Eterno è nel suo tempio santo; tutta la terra faccia silenzio in presenza sua” (Abacuc 2: 20). Abacuc non sta forse dicendo che il Signore è nel Suo ufficio ed all’opera? E non suona molto simile a Salmi 46: 10 oppure a DeA 101: 16 “ state tranquilli e sappiate che io sono Dio…”
L’impazienza è un offesa verso Dio. Come possono i mortali, coloro i cui “occhi non possono vedere lontano” (Mosè 6: 27) osare di chiedere che Egli possa gestire i nostri problemi così velocemente come vorremmo fare se avessimo noi tutto il potere? Anziano Maxwell ha detto:
“Quando siamo indebitamente impazienti davanti all’orario di un Dio Onnisciente, in realtà dichiariamo di sapere che cosa è meglio. Non è strano che noi, che dobbiamo portare l’orologio da polso, cerchiamo di consigliare Colui che sovrintende agli orologi e ai calendari cosmici?” (Neal A. Maxwell, “Speranza tramite l’espiazione di Gesù Cristo” Conferenza Generale, Ottobre 1998)
L’impazienza è il ripudio dell’onniscienza di Dio.
Siamo tutti soggetti ai tempi del nostro Padre Celeste ed a volte questi tempi hanno lo scopo di una lezione divina. Non sta semplicemente cercando di aiutarci ad essere bravi. Sta cercando di aiutarci a far si che noi vogliamo essere bravi, e questa è una cosa diversa. Egli vuole che noi possiamo tornare a vivere in cielo, ma oltre a questo, Egli vuole che noi possiamo essere celesti. Noi desideriamo avere la gloria Celeste, ma dobbiamo comprendere che a meno che noi non diventiamo esseri Celesti, la gloria di quel regno non ci scalderà, ci brucerà.
Quindi se le nostre preghiere continuano a non avere risposta nel corso delle settimane, mesi o anni, non è perché Dio è impegnato o indifferente, e nemmeno perché sta conducendo un test sulla nostra perseveranza. Potrebbe accadere perché abbiamo bisogno di imparare delle cose che possiamo apprendere più velocemente con le prove che con i trionfi. Desiderio e volontà sono meravigliosi ma non sono abbastanza.
Come possiamo sapere con sta cercando di compiere? Marlin K. Jensen ha detto il seguente:
“Discernere la ‘mano predominante ed onnipotente’ di Dio.. non è sempre facile. Solo Lui conosce tutto dall’inizio alla fine e ed ha tutte le cose presenti davanti a se. Egli può fare le previsioni sulla necessità di avere un secondo gruppo di tavole centinaia di anni prima dell’avvenimento di Martin Harris, chi se non il più spirituale di tutti può conoscere in ogni momento dove ci sta portando? Il mio sentimento è che ci converrebbe ricordarci che anche se i figli di Dio sono molto importanti per il compimento dei suoi scopi, spesso non siamo molto diversi dai bambini che al parco di divertimenti che guidano quelle macchinine automatiche viaggiano su di una rotaia in un circuito circolare con le ruote sollevate dal pavimento. I giovani, emozionati, guidano furiosamente schiacciato il pedale e girando il volante, credendo ciecamente che hanno una qualsiasi influenza, ma le macchine vanno alla velocità e nella direzione che è stata largamente determinata dalla direzione del parco di divertimenti!” (Anziano Marlin K. Jensen, “Out of Obscurity: The LDS Church in the Twentieth Century” (Fuori dall’oscurità: la Chiesa di Gesù Cristo nel ventesimo secolo).
Un giorno ho avuto un pensiero simile a questo. Stavo guardando il DVD sulla mia presentazione riguardo al martirio di Joseph Smith che avevo tenuto a 1600 missionari dell’MTC. Avevo utilizzato il personaggio di Williard Richards per raccontare la storia in prima persona. Mi era stato dato una copia della presentazione. Mentre la guardavo, la mia mente è scivolata in una riflessione sulle mie capacità d’attore ed in una considerazione sull’impatto della mia presentazione nella vita e nelle testimonianze di questi messaggeri dell’espiazione e della restaurazione.
“O Dio, dove sei?
I miei pensieri sono ritornati all’inizio dell’estate alla fine delle elementari quando mia mamma mi ha chiamato in soggiorno e mi ha dato una scelta. Mi ha detto una cosa del tipo: “Non sprecherai tutta l’estate”. Mi ha mostrato due annunci nel giornale locale; uno per fare delle lezioni di francese ed uno per fare delle lezioni di recitazione creativa, e mi ha detto di scegliere. Il pensiero di studiare una lingua straniera mi faceva raggelare il sangue. Ho scelto la recitazione ed ho seguito due lezioni settimanali per tre anni. Ho partecipato al corso estivo di teatro alla Università dello Utah mentre ero ancora alle scuole superiori. Avevo dei ruoli e delle responsabilità delle recite della scuola e dei musical alla Logan High. Ho frequentato l’Università Statale dello Utah grazie ad una borsa di studio per la recitazione. Ho avuto ruoli nel teatro sociale fin da quando vivevo a Snowflake, in Arizona.
Quella sera ad tratto tutto mi è sembrato chiaro che quegli eventi erano, almeno in parte, preparazioni guidate divinamente in preparazione delle mie esperienze nel portare testimonianza come Willard Richards del profeta Joseph Smith, che avevo fatto per più di duemila volte.
Ma sarei mai riuscito a vedere il braccio del Signore in quelle lezioni di recitazione quando avevo 13 anni? I suoi motivi, tenui e potenti, sono sempre invisibili ed impossibili da individuare. Anche Joseph Smith voleva sapere dove fosse Dio e quanto tempo avrebbe aspettato prima di agire. “O Dio, dove sei? E dov’è il padiglione che copre il tuo nascondiglio?” (DeA 121: 1)
Nell’aula di tribunale con il nostro nuovo nipotino, più di ogni altro momento nella mia vita, ho iniziato a comprendere che Dio è continuamente e strettamente coinvolto con noi. Ricordatevi che nemmeno i passeri o perfino i capelli cadono a terra senza passare inosservati.
“Non si vendono forse due passeri per un soldo? Eppure neanche uno di loro cade a terra senza il volere del Padre vostro. Ma quanto a voi, perfino i capelli del vostro capo sono tutti contati. Non temete dunque; voi siete da più di molti passeri.” (Matteo 10: 29- 31)
In Luca 12: 6 lo dice anche meglio:
“Cinque passeri non si vendono forse per due soldi? Eppure neanche uno di essi è dimenticato davanti a Dio.” (Luca 12: 6)
“Non temete dunque”. Se Dio non si dimentica dei passeri, Egli saprà certamente quando alcuni dei Suoi figli sono degni e stanno pregando ed aspettando. Come non potrebbe? Ma probabilmente la pazienza è un prerequisito nel curriculum della mortalità. Forse questo fa parte della lezione che si trova di questa parabola:
Poi propose loro ancora una parabola, per mostrare che bisogna continuamente pregare senza stancarsi, dicendo: «C’era in una città un giudice che non temeva Dio e non aveva rispetto per alcun uomo. Or in quella stessa città c’era una vedova che andava da lui, dicendo: “Fammi giustizia del mio avversario”. Per un certo tempo egli si rifiutò di farlo, ma poi disse fra sé: “Anche se non temo Dio e non ho rispetto per alcun uomo, tuttavia, poiché questa vedova continua a infastidirmi, le farò giustizia perché a forza di venire, alla fine non mi esaurisca”». E il Signore disse: «Ascoltate ciò che dice il giudice iniquo. Non vendicherà Dio i suoi eletti che gridano a lui giorno e notte. Tarderà egli forse a intervenire a loro favore? Sì, io vi dico che li vendicherà prontamente. Ma quando il Figlio dell’uomo verrà, troverà la fede sulla terra?». (Luca 18: 1- 8)
Lo scopo di questa parabola non è di insegnare la natura di Dio, ma di mostrarci che non dovremmo mollare, di non venire a meno, quando il padre non risponde ai nostri bisogni secondo la nostra tabella di marcia. Egli benedirà (o farà valere) i Suoi eletti “rapidamente” quando sarà il momento giusto “a intervenire a loro favore”.
Spero che tutti noi avranno la grande fede nel fatto che Egli è all’opera nella nostre vite e che il Suo braccio si stende in nostro favore, anche se spesso non ne siamo a conoscenza. Egli sta preparando per noi “ la gloria che seguirà dopo molta tribolazione” (DeA 58: 3).
Questo articolo è stato scritto da “Ted Gibbons”, pubblicato su “ldsmag.com” e tradotto da “Fanny Bagnò”
Fanny Nicotra
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