Per Deb Coffey, un membro del rione di Highland nel Palo di Granite sud, a Sandy nello Utah, è stato “dolce e tenero” testimoniare dei contributi dati agli individui, alle famiglie e ai gruppi dei rifugiati.
Sorella Coffey, come direttrice esecutiva del Centro per Rifugiati dello Utah, ha visto un afflusso di donazioni in tempo, talenti e beni, in seguito agli inviti dei dirigenti della Chiesa a servire i rifugiati.
Alcuni dei contributi più “toccanti” sono arrivati dai bambini, ha osservato Sorella Coffey. Ella ha un video di due giovani ragazze “con i volti allegri e luminosi” che sono andate volontariamente al centro, recentemente.
“Ho preparato le borse per i rifugiati e sono così felice” spiega una ragazzina che ha forse 9 o 10 anni.
“Il potere dei bambini non cessa mai di stupirmi, per l’amore e l’accettazione che essi provano” ha detto sorella Coffey.
Quell’amore è stato recentemente testimoniato da Michelle Mullis, membro del 3° rione di Lorin Farr, palo di Farr, ad Ogden, nello Utah. Sorella Mullis ha insegnato a sua figlia di 11 anni, Anna, e ad altri bambini durante le ore passate in un club del libro, la storia di Corrie ten Boom e il ruolo che ella ha avuto nell’aiutare i rifugiati ebrei in Olanda, durante la seconda guerra mondiale.
“Sta a noi instillare nei bambini quel credo dolce e tenero che ognuno di noi è un figlio di Dio e che tutti noi abbiamo un immenso contributo da dare qui, su questa terra” (Deb Coffey, Rione di Highland, Palo di Granite sud, Sandy, Utah).
Durante la sessione delle donne, alla 186° Conferenza Generale, Sorella Linda K. Burton, Presidentessa Generale della Società di Soccorso, ha invitato a “pregare per determinare ciò che si può fare secondo il proprio tempo e le circostanze, per servire i rifugiati che vivono nei nostri quartieri e nelle nostre comunità”.
Sorella Mullis ha detto che ha “pianto soltanto” mentre ascoltava il discorso di sorella Burton. “Ho pensato: Questo è tutto! Questo è ciò che dobbiamo fare!” ha detto.
Sorella Mullis ha cercato online e ha trovato il sito web locale del centro profughi, che riportava un elenco delle loro esigenze del momento. Sorella Mullis ha lasciato che sua figlia e gli altri bambini decidessero a cosa volessero contribuire guardando quell’elenco e, poi, il gruppo è andato alla ricerca di prodotti per i kit d’igiene, tra cui shampoo, lozioni, saponi, spazzolini da denti, dentifrici e coperte. Venerdì 15 aprile, il gruppo si è riunito per consegnare la propria offerta.
“I bambini hanno amato fare questa esperienza!” ha detto sorella Mullis. “Hanno guardato e ascoltato la conferenza, raccolto l’invito e, poi, hanno avuto modo di uscire, la settimana successiva, e metterlo in pratica. Hanno amato il poter essere in grado di servire e seguire la guida che hanno ricevuto”.
Anche se la consegna dei prodotti era soddisfacente per i bambini, una parte importante del percorso, come ha spiegato sorella Mullis, è stata conoscere i rifugiati, come vivono, le loro difficoltà e le loro esigenze.
Oltre a studiare Corrie ten Boom, il gruppo ha parlato dei rifugiati all’interno del loro stesso paese. Hanno visto i campi profughi, come sono e com’è viverci.
“Le foto hanno aiutato i bambini a rivedersi in quei momenti e hanno contribuito a renderli reali ai loro occhi” ha detto sorella Mullis.
Anche i rifugiati sono figli di Dio
Kristie Deeds, che serve come presidentessa della Primaria nel rione di Hegessy, palo di Granite sud, Sandy, Utah, ha recentemente organizzato un progetto di servizio per la sua primaria, durante la quale sono state raccolte calze e biancheria intima per i bambini, dai più piccoli fino ai 16 anni, da donare al centro rifugiati. Per preparare la classe, ha mostrato un breve video clip preso da una emittente locale di notizie, in cui si vede una famiglia che riceve nuovi letti, cibo e rifornimenti per la loro casa.
I bambini sono stati “incollati al video” ha detto sorella Deeds. “Ed esso li ha stimolati a fare molte domande”.
Sorella Coffey ha detto che qualsiasi articolo di giornale o una storia riguardante le lotte o le sfide di qualcuno, possono essere personalizzate o portate ad un livello tale da essere compreso anche da un bambino.
La sua stessa nipotina, che ha appena compiuto i 3 anni, le ha recentemente chiesto: “Nonna, possiamo acquistare questo per i rifugiati?”
“Lei non capisce del tutto quello che facciamo ma, anche se ha una giovane età, sa che c’è qualcosa di molto attraente e tenero nel servizio e può sentirlo” ha detto sorella Coffey.
Studiare i rifugiati può essere piuttosto dispersivo, quindi sorella Coffey ha suggerito di concentrarsi su di un unico paese. “Dopo aver trovato una comunità o un paese che risuoni in voi, cercate di immergervi profondamente e conoscere gli aspetti culturali del paese e della sua gente” ha detto sorella Coffey.
Studiate il loro cibo, le tradizioni e il loro modo di celebrare le feste o le loro differenze religiose. “Tutte queste cose apriranno e stimoleranno delle conversazioni buone e sane tra i membri della famiglia” ha detto la sorella Coffey.
Aiutare i bambini ad essere informati li porta ad impegnarsi nel servizio, ha detto sorella Mullis. Dopo aver guardato le foto dei campi profughi e aver visto come vivono i rifugiati “i bambini erano pronti a fare tutto il possibile per aiutarli”.
Sorella Coffey ha detto: “A volte poniamo sui bambini dei limiti. Ho scoperto che i bambini in realtà, capiscono e sono molto più capaci di quanto pensiamo. Sta a noi instillare in loro quel credo dolce e tenero che ognuno di noi è un figlio di Dio e che tutti abbiamo enormi contributi da dare su questa terra”.
Dal momento della loro visita al centro rifugiati, sorella Mullis ha detto che sua figlia è entusiasta di ciò che possono fare. Il centro raccoglie delle borse per i compleanni che includono un nuovo giocattolo e un vestito. “Così abbiamo deciso di fare una grande festa di compleanno e chiedere alla gente di portare doni per i bambini rifugiati”.
Guardare al di fuori della loro normale sfera sociale aiuta a vedere più opportunità, ha osservato sorella Coffey. “E insegna ad avere occhi per vedere le necessità intorno a noi.”
Questo articolo è stato scritto da Rachel Sterzer e pubblicato sul sito lds.org. Questo articolo è stato tradotto da Cinzia Galasso.
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