Pregare sempre

Immaginate questo scenario: vi siete appena sposati e decidete che per sostenere questo rapporto sia necessario seguire un modello regolare; ogni giorno dopo essere entrambi tornati a casa dalle attività quotidiane date il bentornato al vostro coniuge, gli fate sapere ciò che apprezzate di lui (o lei), dopodiché parlate di ciò che vi preoccupa al momento e di come il vostro compagno possa aiutarvi.

Infine concludete la conversazione e volgete la vostra attenzione a qualcos’altro; ogni giorno seguite questo stesso modello.

Per un po’ questo approccio potrebbe anche funzionare bene; può sembrare una buona abitudine per far si che i due trovino una connessione ogni sera, ma è molto probabile che, a un certo punto, voi e il vostro sposo troviate questo modello un po’ limitativo e che desideriate così qualcosa in più.

Vorreste trovare qualcosa che vi permetta di avvicinarvi tra di voi in modo più profondo; potrebbe piacervi discutere di argomenti più ampi piuttosto che semplicemente dei vostri pensieri riguardo alla giornata.

Dopo una giornata difficile potreste ricercare incoraggiamento e conforto dal vostro compagno e forse vorreste chiedergli consiglio; o forse sperate semplicemente di farvi una chiacchierata con la persona che amate e, di certo, potreste usare questa conversazione per capire a cosa pensa il vostro coniuge.

A volte vorrete passare un bel po’ di tempo a chiacchierare, mentre altre potreste trovarvi nel mezzo di un’attività importante e finire per chiedere di parlarne meglio più tardi quando non sarete più così distratti. Probabilmente sperate che le vostre conversazioni puntino a creare una maggiore unità stringendo il vostro rapporto.

È molto più importante trovare modi diversi per avvicinarsi al proprio coniuge e per rendere il rapporto più profondo, piuttosto che soffermarsi utilizzando giorno dopo giorno sempre lo stesso metodo.

Le preghiere standard

Di solito, nella Chiesa, insegnamo una preghiera standard formata da quattro parti: chiamiamo Dio, lo ringraziamo, gli chiediamo qualcosa ed infine concludiamo; questo è un eccellente punto di partenza che i missionari insegnano ai simpatizzanti, alcuni dei quali non hanno idea di come rivolgersi a Dio; lo insegnamo ai nostri figli quando iniziano ad imparare a parlarGli.

Quando chiamiamo il  nostro Padre Celeste si infonde in noi un senso di rispetto, di bontà nel praticare la gratitudine e di conforto nel sentirsi in grado di volgerci al Signore per chiedere aiuto nelle nostre necessità.

Eppure quando maturiamo e cresciamo, vogliamo qualcosa di più profondo. Il nostro rapporto con il nostro Padre nei Cieli è il rapporto più importante di tutti; vogliamo accertarci che, quando ci rivolgiamo a lui in preghiera, la nostra concentrazione vada nel creare un legame ancora maggiore stringendo il nostro rapporto con Lui, vogliamo accertarci di cercarlo, di aprirGli la nostra anima, di allineare il nostro volere al Suo, di ricevere la Sua misericordia e la Sua guida, di sentire il Suo amore; è questo ciò che bramiamo.

Per poter rendere possibile il tipo di rapporto che vogliamo avere con Lui, dobbiamo assicurarci di non trasformare la nostra conversazione con Lui in una routine impedendole di diventare noiosa.

Pur onorando i principi base che ci sono stati insegnati per avvicinarci ad Lui, dovremo inoltre rendere il nostro approccio più fresco e dinamico man mano che il nostro rapporto con Lui migliora.

Imparare dai modelli scritturali di preghiere

Nella mia vita ho affrontato i primi anni come membro sentendo di fallire nel formulare le mie preghiere; spesso non ero a mio agio utilizzando il modello della preghiera standard.

Così ero giunto alla conclusione che doveva esserci qualcosa di sbagliato in me.

Nel mezzo della mia ricerca di preghiere migliori, uno dei miei insegnanti in Chiesa ci ha consigliato di ponderare e pregare per almeno 20 minuti al giorno; ho pensato che questo avrebbe potuto aiutarmi, ma confesso di aver avuto dei dubbi.

Spesso, nel mio tentativo di pregare per 20 minuti alla volta, la mia mente si trovava a divagare pensando agli sconti, agli strumenti elettrici e al magazzino di casa.

Bramavo un processo che potesse essere più adatto ai miei dubbi spirituali personali e per fortuna ciò che mi ha salvato dal fallire nel pregare è stato imparare dalle persone che, nelle scritture, sapevano come pregare.

A un certo punto della mezza età son diventato disperato spiritualmente; La mia pallida finzione di essere una brava persona non reggeva più di fronte alla realtà del mio fallimento e così, disperato, ho ripetuto le parole tanto familiari pronunciate da Alma: “O Gesù, tu, Figlio di Dio, abbi misericordia di me”.

Con mia grande sorpresa ho sentito un conforto istantaneo; mi aspettavo un rimprovero “celeste” e svariati anni in cui per il mio spreco di tempo, invece il Padre mi ha preso tra le Sue braccia e mi ha amato; che shock!

Non solo mi è sembrato inaspettato, ma in qualche modo anche sbagliato; come poteva Dio supportare un peccatore? Alla fine ho capito: se io mi umilio, Egli mi purifica e, quando sono puro, Egli è felice di stare con me.

Ciò che ho imparato da Alma mi ha condotto verso la mia più grande svolta nella preghiera, forse; mi sono accorto che la preghiera non è un modo educato di supplicare, non lo è!

È un figlio confuso, disperso in una terra ostile e straniera, che chiama a Casa in cerca di direzione. Le mie preghiere hanno molto più effetto quando riconosco il mio bisogno disperato di un aiuto divino; devo chiamare a gran voce per ricevere la misericordia celeste, se voglio navigare tra le sfide della vita.

In molti discorsi riguardanti le preghiere, ci capita di citare Amulek (Alma 34) che ci spinge a pregare nei nostri campi, nelle nostre case, nel deserto, nel raccolto e nella nostra anima. Dobbiamo pregare “sia al mattino che a mezzogiorno e alla sera” (Alma 34: 21); ma la parte che non ho mai sentito citare a nessuno è questa:

“Sì, invocatelo per avere misericordia; poiché Egli è potente per salvare. Sì, umiliatevi e continuate a pregarlo” (Alma 34: 18-19).

Non stiamo semplicemente informando il Signore delle nostre richieste, ci stiamo dando alla Sua misericordia.

Comprendiamo che ogni cosa buona, in qualunque aspetto della nostra vita, viene da Lui ed affermiamo la nostra completa dipendenza da Lui; “implorare misericordia” è diverso da “presentare le nostre richieste”.

La preghiera, come descritta da Amulek, potrebbe continuare in forma di conversazione. Una mia cara amica ha descritto le sue preghiere; la sua disperazione spirituale era di una natura differente dalla mia, così lei ha adattato le proprie preghiere in modo differente; le ha impostate come una preghiera continua. Ecco come le ha descritte:

“Sono stata single per tutta la mia vita da adulta e non c’è nessuno in casa mia con cui possa parlare e discutere delle mie giornate; perciò nelle mie preghiere mi capita semplicemente di parlare col mio Padre Celeste ad alta voce, condividendo gli eventi della giornata e riflettendo su cosa ne penso, sui problemi che sto affrontando e sui dubbi della mia vita.

A volte, lo faccio alla fine della serata, altre Gli parlo mentre guido l’auto o durante altri momenti della giornata in cui mi trovo da sola.  Una forma di connessione con Lui legata alla mia solitudine; Egli riempie quel vuoto nella mia vita.

Le mie preghiere comprendono altre cose, ma spesso il momento in cui condivido i miei pensieri e le mie riflessioni, sono la parte di maggior valore nelle nostre conversazioni. Mentre descrivo gli eventi della settimana, tendo a vederli di più con la Sua prospettiva.

Queste preghiere chiacchierate sono diventate una fonte di opinioni e conforto; pur seguendo, a volte, i quattro passi standard della preghiera, spesso le mie preghiere non hanno un modello, sto semplicemente parlando con un caro e saggio amico, il mio miglior Amico e mio Padre”.

Veniamo spesso invitati a pregare con serietà; se lo vediamo con un dover implorare maggiormente, allora ne resteremo delusi. Al contrario, se lo vediamo come un dipendere maggiormente dai meriti, dalla misericordia e dalla grazia di colui che è potente per salvare, allora faremo delle preghiere più producenti.

Tutto questo è esattamente l’opposto rispetto alla cultura che ci circonda; siamo abituati ad irrigidire la nostra determinazione personale, ma Dio ci invita ad aprire a Lui i nostri cuori.

Ho continuato ad usare la preghiera di Alma per anni, nel chiedere misericordia e tutt’ora capita regolarmente di supplicarlo: “O Gesù, tu, Figlio di Dio, abbi misericordia di me” (Alma 36: 18); questa richiesta ha un grande potere ma, grazie al fratello di Giared, ho anche scoperto un modello avanzato per poter approcciare il Signore.

Le preghiere del fratello di Giared:

Quella di Giared è una storia unica e sacra: È andato a farsi sgridare dal Signore per tre ore “perché non si era ricordato di invocare il nome del Signore” (Ether 2: 14) per poter entrare alla presenza divina come non era mai accaduto prima (Ether 3: 15); che cosa è accaduto tra la sgridata e l’incontro divino? Questa è una domanda vitale! Ciò che è accaduto può insegnarci i principi essenziali per avvicinarsi a Dio.

Ho studiato con grande interesse la sua preghiera in Ether 3: 2-5 e penso di riuscire a vedere un modello che possa guidarci in una preghiera speciale.

Contesto:

O Signore, tu hai detto che dobbiamo essere avvolti dai flutti da ogni parte (Ether 2:2).

Ecco, o Signore, tu ci hai colpiti a causa della nostra iniquità, e ci hai scacciato, e per tutti questi anni siamo stati nel deserto (Ether 2: 3).

Approccio:

Tu sei santo e dimori nei cieli (Ether 2: 2).

O Signore, tu hai ogni potere, e puoi fare qualsiasi cosa tu voglia per il bene dell’uomo (Ether 2: 4).

Dichiarazione:

O Signore, non adirarti con il tuo servo a causa della sua debolezza dinnanzi a te; poiché sappiamo che siamo indegni dinnanzi a te; a causa della Caduta la nostra natura è diventata continuamente malvagia (Ether 2: 2).

Chiedere misericordia:

O Signore, guarda a me con compassione e distogli la tua ira da questo tuo popolo (Ether 2: 3).

Supplica per ricevere aiuto divino:

O Signore, tu ci hai dato il comandamento di invocarti, affinché possiamo ricevere da te secondo i nostri desideri (Ether 2: 2).

Tu sei stato misericordioso (Ether 2: 3).

Ecco, o Signore, tu puoi farlo. Noi sappiamo che tu sei in grado di mostrare il tuo grande potere, che sembra piccolo alla comprensione degli uomini (Ether 2: 5).

Ho cercato di mettere ordine nella preghiera di Giared aggiungendo il mio giubilo ed il risultato è qualcosa di questo tipo:

  1. Padre, Tu Sei santo e dimori nei cieli, Sei glorioso oltre ogni descrizione ed hai grazia oltre ogni comprensione; sono sbalordito dalla tua bontà e sono immensamente grato che Ti sia rivelato a noi.
  2. A causa della Caduta la nostra natura è diventata continuamente malvagia, sono un disastro e lo riconosco; non ho pretese riguardo a ciò che merito e vengo a te in disperazione.
  3. Guarda a me con pietà, volgi altrove la tua rabbia; o Signore, abbi misericordia di me! Sono disperato e spero nel Tuo dono divino.
  4. Concedi secondo i nostri giusti desideri.

Il modello del fratello di Giared è specialmente utile per trasformare le crisi in rivelazioni.

Il modello del fratello di Giared è specialmente utile per trasformare le crisi in rivelazioni; penso di intravedere una forte comunicazione tra questi quattro elementi e la forma avanzata di preghiera insegnata nei luoghi sacri; in effetti sospetto che Dio abbia rimproverato il fratello di Giared per non aver pregato, non perchè abbia trascurato la preghiera in sé,  ma perché, nei periodi di grandi necessità, aveva fallito nell’utilizzare ciò che Dio gli aveva insegnato riguardo la potenza delle preghiere durante la sua investitura.

Riconosco che la preghiera del fratello di Giared potrebbe non essere appropriata per aprire una riunione sacramentale, ma è appropriata per aprire i cieli; è il modo col quale inizio ogni giorno ed è anche la preghiera con la quale mi accosto a Lui ogni volta che prendo il sacramento.

Ci sono tanti modelli di preghiere quante le ragioni stesse per pregare e quando capiremo che la preghiera è un modo per volgere il potere del cielo verso di noi così da poter affrontare le sfide che abbiamo di fronte, allora sarà naturale vedere che vi sono molte forme di preghiera; in alcune chiediamo redenzione, in altre riflettiamo con calma, ma in tutte le preghiere riconosciamo il nostro bisogno di grazia divina.

So di essere cresciuto spiritualmente modellando le mie preghiere secondo gli esempi scritturali; so che vi sono molti altri modelli per pregare che ci sono stato dati da Elia, da Enos e da Joseph Smith.

Ora vedo le preghiere come una conversazione continua con il mio Amico più caro; il modello base che ci è stato insegnato da bambini rimane un buon fondamento ma, allo stesso tempo, man mano che le vicende della nostra vita iniziano a variare ed il nostro rapporto con Lui matura ed evolve, non dobbiamo insistere nel limitarci su alcun modello specifico; piuttosto proseguiamo adattando le nostre preghiere e compiendo delle conversazioni con l’Onnipotente, che ci invita a venire a Lui.

Un approccio basato sulle liste non è adatto a questo tipo di conversazioni; no. Piuttosto io mi volgo a Lui con profondo rispetto, chiacchiero con Lui mentre cammino, supplico la grazia divina ed ascolto i Suoi saggi consigli.

È questo  il genere di preghiera che funziona secondo me.

Articolo scritto da H. Wallace Goddard and Barbara Keil, pubblicato su LDSMag.com e tradotto da Cinthia Macaluso.

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Cinthia Macaluso

Cinthia è un membro attivo della Chiesa di Gesù Cristo dei Santi degli Ultimi Giorni. Ha scoperto la sua passione per l'inglese tramite la missione di volontariato che ha svolto in Inghilterra. Adora tradurre e sta felicemente organizzando il suo matrimonio. Le piacciono tanto i musical e sogna di andare a vederne alcuni a Broadway. Vive la vita con la consapevolezza che il Signore ne è alla guida e questo è per lei il motore più grande.
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