Vi siete mai trovati nel mezzo di un dolore, una pena, un’angoscia o una disperazione inimmaginabile, chiedendovi il perché bisogna affrontare tutto questo ancora per un altro giorno? Vi siete mai chiesti da dove possa arrivare il vostro prossimo respiro? Il vostro mondo è crollato sotto i vostri piedi ed è rimasta solo la sensazione del vuoto, senza più alcuna speranza.
E poi un amico oppure un familiare arriva e dice la famigerata frase: “Tutto accade per una ragione”. Sorridete gentilmente e annuite, ma questo è tutto quello che potete fare per restare calmi ed evitare di tirargli un pugno in faccia.
Non si può immaginare una ragione per quanto sia appena successo.
Quanto più si cerca un possibile motivo per il vostro dolore, tanto più si diventa arrabbiati. Si tenta disperatamente di dare un senso ad una situazione che non potrà mai avere un senso.
Si cercano le risposte, ma nessuna di esse arriva.
Ho passato anni alla ricerca di risposte, cercando di trovare le ragioni che avrebbero portato alla fine del mio dolore. Ho pensato che se fossi riuscita a trovarne la causa, avrei potuto accettare quella condizione. Ma quello che ho trovato, in anni di ricerca, sperimentando le varie situazioni della vita, è che spesso non vi è alcuna ragione per cui si è verificata una tragedia.
A volte le cose vanno così male per nessun altro motivo che il fatto che siamo esseri umani, che stanno vivendo un’esperienza umana. Dolore, angoscia, pena, perdita, malattia e morte sono parti inevitabili dell’esperienza umana.
Sentiamo la gente dire: “La vita mi ha trattato molto male” come se il dolore ed i disagi non fossero la norma. Partiamo dal presupposto che la vita dovrebbe essere facile e che quando le cose non vanno bene lungo la nostra strada, ci sembra di subire un torto. Gli esseri umani sembrano avere un innato senso del “diritto”. Noi pensiamo che ci è dovuta un’esistenza senza dolore.
Ma la verità è che gli esseri umani non sono esenti dall’esperienza umana. E la lotta è una parte innata dell’esperienza umana. Nessuno di noi fa eccezione a questa regola. Noi tutti lottiamo. Noi tutti soffriamo. Abbiamo tutti esperienza del dolore, dell’angoscia e della perdita. Ed a volte non c’è proprio nessun altro motivo che il semplice fatto che siamo umani e che il dolore è una parte del processo.
Recentemente ho avuto una conversazione con un amico che stava lottando per trovare pace con “il disegno di Dio” che Egli ha per la sua vita, compresa la recente morte di una persona cara.
“Come può essere la volontà di Dio?” mi ha chiesto.
Ecco quello che ho scoperto riguardo alla volontà di Dio:
- la volontà di Dio non è il percorso che facciamo ma, piuttosto, il modo in cui lo percorriamo.
- Il piano di Dio non è mai che qualcuno si ammali di cancro. La volontà di Dio non è che un bambino innocente venga brutalmente assassinato. La volontà di Dio non è che una ragazza adolescente venga violentata. La volontà di Dio non è il dolore cronico, la malattia, l’invalidità o la morte.
- la volontà di Dio non è un evento che ci accade, è come rispondiamo a ciò che accade.
- la volontà di Dio per noi, è quella di camminare con Lui attraverso il cancro. Attraverso l’abuso. Attraverso la morte. Attraverso la malattia. La volontà di Dio è che noi ci avviciniamo a Lui, in mezzo al dolore. La volontà di Dio è che noi utilizziamo i nostri eventi dolorosi per portare il suo messaggio di speranza, di grazia, di perdono e di misericordia.
Il piano di Dio non è mai stato che il dolore facesse parte dell’esperienza umana. Il Suo piano per noi è di vivere in pace ed armonia con Lui. L’esperienza umana è diventata dolorosa quando il peccato è entrato nel mondo. La nostra spontanea volontà tesse i fili della tragedia, della perdita, dell’angoscia e del dolore nell’esperienza umana.
Dio non è responsabile per il nostro dolore. Noi non siamo responsabili per il nostro dolore. Quello che è successo nel giardino di Eden è responsabile per la condizione umana.
E la condizione umana è cablata per vivere il dolore e la sofferenza. Dio non ci sta causando il male. Egli soffre con noi. Quello che facciamo con il nostro dolore è ciò che conta. Come gestiamo la tragedia è quello che porta uno scopo al nostro dolore.
Non c’è quasi mai un motivo, una giustificazione per le cose brutte che accadono nella vita. Una perdita tragica non è necessariamente legata al bene. Divento matta quando la gente dice: “Si può trovare il bene in ogni situazione.” Questo non è vero. Non c’è niente di buono nell’essere violentata.
Non c’è niente di buono in un omicidio o un abuso. Dobbiamo creare il bene. Dobbiamo scegliere di rispondere in un modo che porti il bene in una situazione impossibile. Dobbiamo scegliere di dare uno scopo ed un significato alla nostra sofferenza.
Non tutto accade per una ragione. Ma in tutto ciò che accade, ci può essere un motivo per portare la speranza e la guarigione agli altri. Dio può usare il nostro dolore per un bene superiore, se scegliamo di farlo entrare.
Questo articolo è stato scritto da Christine Suhan e pubblicato sul sito faithit.com. Questo articolo è stato tradotto da Cinzia Galasso.
Cinzia
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Brava!!