Manca ancora qualche giorno e finalmente sarà Natale, la festa più attesa da tutti quanti. Camminando per la strada non si può non ammirare le luci e le decorazioni che avvolgono la città, le famiglie felici che si apprestano a comprare i regali da poter mettere sotto l’albero per i figli, i parenti e tutte le persone care, persone per strada che cantano le classiche canzoni di Natale, etc.
Cerchiamo di aprire il nostro cuore al vero insegnamento di Gesù Cristo
Insomma, non è possibile non ammirare il bellissimo clima natalizio che si percepisce durante il periodo che precede questa festa così bella. Purtroppo però, non tutti considerano il Natale come qualcosa di bello.
Per molti viene considerato come un qualcosa di inutile, se non addirittura da evitare totalmente. A causa di svariati motivi, molti non hanno più la capacità di ammirare la bellezza e la spiritualità che porta con sé il Natale.
Il natale è qualcosa d’inutile?
A tal proposito, ricordo che qualche anno fa, durante questo stesso periodo, sentii dire dal mio ex datore di lavoro che: “il Natale è una delle feste più stupide che possano mai esistere in quanto toglie tempo prezioso dal lavoro e dal possibile guadagno, o almeno questo succede a chi un lavoro lo tiene […].
Non nascondo che rimasi alquanto basito da quelle parole perché erano veramente forti e tremende al tempo stesso.
Non potevo credere che una festa come il Natale fosse considerata in un modo così terribile. Ci doveva sicuramente essere una motivazione dietro a quelle parole. Magari una triste motivazione.
Mi sono posto un sacco di domande circa il motivo che si poteva celare dietro l’affermazione del mio capo. Non riuscii a trovare una risposta esaustiva a ciò. Ma, mentre ci pensavo, mi sembrò che quell’affermazione l’avessi già sentita da qualche parte.
Infatti, mentre mi ponevo queste domande, immediatamente mi tornò alla mente qualcosa di veramente importante legata al mio passato. Mi ricordai che quando ero piccolo, durante il periodo natalizio, mi piaceva molto guardare una videocassetta della Walt Disney che narrava proprio la storia di un uomo che disse quelle stesse identiche parole.
Era la storia di Ebenezer Scrooge e la videocassetta era ispirata alla mitica favola di Charles Dickens. Infatti, la favola di Dickens racconta la storia di un uomo d’affari, Scrooge, avaro ed egoista, che trascura la famiglia ed è incapace di apprezzare le piccole cose, come il calore che regala il Natale.
L’intera vicenda si svolge proprio la notte della vigilia. Proviamo anche solo per un attimo a ripercorre questa storia.
Canto di Natale. La storia di Ebenezer Scrooge
Ebenezer Scrooge è un ricco e noto uomo d’affari famoso, ma odiato da tutti i cittadini, poiché erano debitori nei suoi confronti, essendo anche famoso per il suo comportamento da spietato usuraio.
Anche Scrooge da parte sua odiava tutti quanti ma, in particolare, odiava il Natale considerandolo “un’ inutile festa fondata sullo spreco del denaro”.
Durante la Vigilia di Natale Scrooge, dopo essersi recato dai suoi debitori, si ritrova davanti casa sua il fantasma di Jacob Marley, suo socio in affari morto oramai da molto tempo.
Quest’ultimo lo avverte della terribile dannazione che avrebbe subito per i suoi peccati e gli predice che quella notte avrebbe ricevuto la visita di tre spettri, i fantasmi del Natale passato, presente e futuro.
Il primo, lo porterà indietro nel tempo, mostrandogli come era semplice, ma bella la sua vita, prima ancora di diventare un uomo ricco e attaccato ai suoi soldi, rinunciando addirittura all’amore per essi. Il secondo, gli mostra come attualmente le persone a cui ha fatto del male festeggiano il Natale.
In particolare il suo povero e mal pagato dipendente, Bob Cratchit, che, nonostante i problemi sia economici ma soprattutto familiari, brinda alla salute del suo capo augurandogli pace e serenità.
Ed infine l’ultimo fantasma gli mostra la città felice per la morte del suo odiato usuraio e Cratchit piangere sulla tomba del suo figlio malato che non ha potuto curare poiché quello che guadagnava non era sufficiente. La visita dei tre fantasmi ha permesso a Scrooge di pentirsi dei propri atti egoistici e indifferenti, e dunque a cambiare interiormente.
In questo modo capisce ciò che ha fatto rendendosi conto di come ha vissuto fino a quel momento, prendendo coscienza dei suoi atti egoistici e permettendo ad un piccolo frammento dello spirito del Natale di entrare in lui per dare un senso diverso e più vero alla sua esistenza.
Molto bello, alla fine della storia, come lo stesso Scrooge, da uomo avaro, inizi a spendere i suoi soldi comprando decine di giocattoli, bottiglie di vino e, accompagnato da una moltitudine di ragazzi, inizia a cantare per la città augurando buon Natale e dando doni a coloro che incontra.
Ma ancor più bello, è quando si reca a casa di Cratchit comunicandogli che sarebbe diventato il suo socio in affari in modo tale che la sua famiglia potesse avere una vita più dignitosa e poter curare il figlio.
E’ interessante notare come per il vecchio Scrooge, l’essere spettatore della sua vita gli abbia fatto capire che il suo egoismo e la sua indifferenza avevano causato solo tristezza e odio non soltanto intorno a sé, ma soprattutto in lui, e l’unico modo di liberarsi di tale peso era prendere coscienza di tutto questo provocando pentimento e voglia di rimediare.
I tre fantasmi hanno fatto un lavoro veramente eccezionale. Con questa storia non voglio dire che il mio ex datore di lavoro deve, per forza di cose, ricevere anche lui la visita di un fantasma, per comprendere il terribile significato che aveva attribuito al Natale con le sue parole.
Voglio dire che tutti noi, nessuno escluso, non dobbiamo lasciarci convincere che il Natale è qualcosa che non vale la pena festeggiare o addirittura odiare.
Il natale è la salvezza della nostra anima
A causa dei problemi che ci circondano, la ricerca sfrenata delle cose materiali, il successo, il denaro, etc. siamo indotti a pensare questo e quindi a indurire il nostro cuore verso questa festa proprio come Ebenezer Scrooge.
Ma grazie al Natale abbiamo la possibilità non solo di guardare ai nostri errori, e quindi a porvi rimedio, ma anche ad aiutare chi è in difficoltà proprio come il Signore ci ha comandato di fare mediante uno dei suoi comandamenti che dice proprio:
“Ama il tuo prossimo come te stesso” (la Sacra Bibbia, Matteo 22:39).
Siamo in grado di poterlo fare soprattutto durante questo periodo. Ma tutto questo è possibile se invece di indurire il nostro cuore al Natale, decidiamo di aprirlo.
Così facendo, non ci limitiamo soltanto a far entrare in noi lo spirito natalizio, ma permettiamo a Gesù Cristo di diventare parte di noi stessi e nostro compagno di vita. Perché celebrare il Natale significa celebrare Gesù Cristo, il nostro Salvatore.
Durante questo periodo dobbiamo concentrarci a rendere testimonianza di Lui, invece che affannarci nella ricerca, sia dei piaceri legati alle cose materiali, che di regali lussuosi da fare.
In verità, non c’è cosa più bella di poter condividere, tutti insieme con le proprie famiglie e tutte le persone care, la propria testimonianza circa la nascita di Gesù Cristo e quanto essa sia importante nella nostra vita. E’ questo il regalo più bello che si può fare a Natale.
In questo modo saremo in grado di sentire nel nostro cuore una grande ed immensa gioia. Infatti, come disse il Presidente Thomas S. Monson:
“La vera gioia del Natale non si trova nelle corse e nell’affannarsi per fare sempre di più, né nell’acquisto di regali. La vera gioia scaturisce dal mettere il Salvatore al centro delle celebrazioni.
Possiamo tenerLo nei nostri pensieri e nella nostra vita, mentre continuiamo a fare ciò che Egli desidera che facciamo” (Devozionale di Natale della Prima Presidenza 2012, Presidente Thomas S. Monson, “Il Natale è amore”).
Alberto Battista
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