Il giorno della memoria è troppo importante per essere ridotto ad una semplice manifestazione socio-politica, è anche il tramite attraverso il quale le nuove generazioni possono prendere il testimone del ricordo e passarlo alle generazioni future.
Per ricordare e non dimenticare
L’umanità, se vuole continuare a definirsi tale, non può permettersi un altro olocausto, che al giorno d’oggi avverrebbe sicuramente con metodologie diverse e quindi con risultati anche peggiori .
La maggior parte delle persone è convinta che parlarne non serva a niente, poiché ormai è avvenuto da tempo e non è possibile tornare indietro, come se non potesse accadere di nuovo.
La storia è sempre quella, non possiamo affermare di vivere in una società quando questo benessere è così precario ed è basato solo su delle utopie.
In merito al giorno della memoria, ho sentito alcune interviste fatte a persone di mezza età nelle quali si diceva che era meglio dimenticare queste pagine nere della nostra storia, che si è trattata di una pazzia che non potrà più ripetersi perché oggi la mentalità è cambiata, c’è istruzione, c’è democrazia, ci sono le Nazioni Unite.
Penso che questo non sia giusto, che equivalga a nascondere la testa sotto la sabbia dell’indifferenza. È giusto ricordare, ed è ancora più giusto spiegare alle nuove generazioni che cosa sia successo, che cosa abbia portato all’olocausto, perché non sia stato fermato e soprattutto che cosa abbia significato, affinché tutto ciò non si possa davvero più ripetere.
Cos’è l’olocausto
Parlare di Shoah o di Olocausto, significa parlare dello sterminio sistematico ad opera dei Nazisti di milioni di Ebrei, avvenuto in Europa durante la Seconda Guerra Mondiale.
Un genocidio che coinvolse circa 6 milioni di Ebrei ma anche Rom, comunisti, omosessuali, popolazioni slave ecc. e che causò in totale più di 14 milioni di vittime.
Davanti a questo immane eccidio, sorge spontanea la più semplice delle domande: perché avvenne tutto questo? È forse la conseguenza della follia di un dittatore, che riuscì ad inebriare i suoi seguaci sino al punto di coinvolgerli in tante nefandezze? Questa risposta è la meno probabile.
Deve esserci dell’altro. Qualcosa che non riusciamo ancora a comprendere. Ed è per questo che è così tanto importante continuare a parlarne, continuare a ricordare, affinché non si ripeta più.
Messaggio per le nuove generazioni
Fortunatamente non ho vissuto la guerra, neppure i miei genitori, ed anche i miei nonni l’hanno vissuta solo marginalmente.
Posso però affermare senza alcuna esitazione che è un qualcosa di terribile, di irrimediabile, che lacera paesi e intere società, che divide i fratelli e che non cessa con la fine delle ostilità ma mina l’anima di chi l’ha vissuta. Questo l’ho imparato da chi ne è stato testimone, da chi non si è nascosto dietro ai “non voglio ricordare” o “non voglio pensarci”, da quelli che si sono presi l’impegno di insegnare alle generazioni a venire, per dare a noi la possibilità di sapere, di capire, di impegnarci per la pace, per l’integrazione e per la cooperazione tra i popoli.
Non riusciamo a capire, infatti, come alcuni uomini siano potuti essere così crudeli e spietati contro esseri appartenenti al loro stesso genere, ovvero quello umano.
Purtroppo, invece, assistiamo anche oggi ad uno scenario di guerra e di terrore che invade tutto il mondo. A nulla quindi sono serviti i moniti provenienti dal recente passato. Questo ci fa capire che la società è pervasa dalla presenza dell’Avversario.
La guerra di Satana non terminò con la sua espulsione dal cielo. Come Giovanni osservò, Satana e i suoi seguaci furono gettati sulla terra e sono venuti qua con gran furore.
L’evidenza della loro furia si può riscontrare nel sangue e nell’orrore che hanno afflitto l’uomo sin dall’inizio dei tempi ( Conferenza Generale ottobre 2008, Presidente James J. Hamula “Come vincere la guerra contro il male”).
I Santi degli Ultimi Giorni e la Shoah
Per i Santi degli Ultimi Giorni la Shoah deve rappresentare un monito ed una guida per ricordarci che non dobbiamo mai dimenticare, bensì tenerlo sempre presente per tutte quelle che sono le nostre azioni quotidiane.
Noi, infatti, in quanto membri della Chiesa di Gesù Cristo, abbiamo il compito di essere un esempio e una guida per le nuove generazioni; di metterle al corrente sull’operato nefasto del Demonio, di cui l’olocausto è un tragico esempio, al fine di formare una squadra di forti guerrieri per vincere la battaglia contro l’Avversario e fare in modo che finalmente, nel mondo, regnino la pace e la serenità.
Ricordiamo a questo proposito le parole del Presidente Hamula:
“[…] Ora ci troviamo negli ultimi giorni della storia temporale di questa terra. In un giorno a venire, il Figlio del Padre ritornerà sulla terra dalla quale fu rigettato e la reclamerà come Sua.
Quel giorno, sottometterà Satana e le sue legioni, quindi introdurrà mille anni di pace e di rettitudine. In previsione di quel giorno, Iddio ha restaurato per un’ultima volta il Suo regno sulla terra.
Questo regno è la Chiesa di Gesù Cristo dei Santi degli Ultimi Giorni”. (Conferenza Generale ottobre 2008, Presidente James J. Hamula “Come vincere la guerra contro il male”).
In qualità di discepoli del Salvatore Gesù Cristo possiamo fare la nostra piccola parte affinché questo orrore non si ripeta più. Possiamo essere gentili con il prossimo, possiamo mostrare amore a chi ne ha bisogno e prodigarci per la pace. Sopra ogni altra cosa, possiamo condividere con il mondo le verità eterne del glorioso Vangelo di Gesù Cristo, che ci ricorda che siamo tutti figli di un amorevole Padre celeste, il quale ci ama tutti indistintamente e incondizionatamente.
Alberto Battista
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