Ascoltando i vari discorsi tenuti dagli Apostoli nel corso dell’ultima Conferenza Generale di Aprile del 2017, risalta in particolare quello pronunciato dall’Anziano Dale G. Renlund, Membro del Quorum dei Dodici Apostoli.
Il suo intervento è stato incentrato sulla gioia che prova il nostro Salvatore nel vedere guarire e progredire le Sue pecorelle ammalate.
Un Padre pieno di infinito amore
In questo discorso sono ribaditi concetti che sono alla base della nostra religione cristiana quali la compassione, la misericordia e la tolleranza del Padre Celeste.
Dio infatti, non è un giudice severo e inflessibile, bensì un Padre pieno di infinito amore per i Suoi figli, che si rattrista per coloro che nel corso del proprio cammino perdono la retta via e, quindi, si “ammalano”.
Egli non li condanna, ma è pronto a tendere loro una mano per fargli uscire dall’impervio sentiero in cui si sono perduti e per ritrovare la retta via.
Egli non ama punire, ma ascolta e cerca di comprendere i problemi dei Suoi figli e da buon Padre di famiglia si adopera per aiutarli.
L’importanza del discorso dell’Anziano Dale G. Renlund, la ritroviamo soprattutto in questo passaggio:
“La compassione, l’amore e la misericordia del Salvatore ci attirano a Lui. Mediante la Sua Espiazione, noi non siamo più soddisfatti della nostra condizione peccaminosa.
Dio è chiaro riguardo a ciò che è giusto ed accettabile per Lui e a ciò che è sbagliato e peccaminoso. Ciò non è dovuto al fatto che Egli vorrebbe avere come seguaci degli automi obbedienti.
No, il nostro Padre Celeste desidera che i Suoi figli scelgano consapevolmente e volontariamente di diventare come Lui e di qualificarsi per il genere di vita di cui Egli gode.
Così facendo, i Suoi figli adempiono il loro destino divino e divengono eredi di tutto ciò che Egli possiede. Per questo motivo, i dirigenti della Chiesa non possono alterare i comandamenti o la dottrina di Dio, andando contro la Sua volontà per convenienza o per essere popolari.[…]
Tuttavia, nel cercare di seguire Gesù Cristo durante tutta la nostra vita, il Suo esempio di gentilezza nei confronti dei peccatori è particolarmente istruttivo.
Noi, che siamo peccatori, dobbiamo tendere la mano agli altri con compassione ed amore, come fa il Salvatore.
Il nostro ruolo consiste anche nell’aiutare e nel benedire, nel sollevare e nell’edificare, nonché nel sostituire la paura e la disperazione con la speranza e con la gioia.”(Conferenza Generale Aprile 2017, Anziano Dale G. Renlund “Il nostro Buon Pastore”).
Il nostro Buon Pastore
Queste parole costituiscono un messaggio forte rivolto a tutti i membri della Chiesa di Gesù Cristo dei Santi degli Ultimi Giorni, ed in particolare ai Suoi dirigenti in quanto, con queste parole,
L’Anziano Dale G. Renlund fa chiarezza su come bisogna condurre la propria esistenza terrena e come gestire i rapporti nell’ambito della comunità religiosa.
In una situazione di crisi sociale ed economica, come quella attuale, si riscontrano anche particolari difficoltà riguardanti l’osservanza delle regole religiose. Molte persone sono sfiduciate e quasi persuase circa la non esistenza di Dio.
La pecorella smarrita
Si è divenuti molto critici al punto da mettere in discussione quelli che sono i valori religiosi della Chiesa di Gesù Cristo dei Santi degli Ultimi Giorni.
L’individuo vivendo una situazione di crisi sia spirituale che materiale, vedendosi solo ed abbandonato nelle sue difficoltà quotidiane, tende sempre più a distaccarsi dalla retta via e smarrirsi.
Qui deve intervenire la Chiesa emulando l’opera del Salvatore: deve adoperarsi per guarire le pecore ammalate e non a sopprimerle.
Come sarà possibile questa guarigione?
Certamente ascoltando i problemi che affliggono l’individuo e cercando di dargli un valido sostegno per farlo uscire dalle tenebre da cui è circondato, vincendo con lui l’opera nefasta dell’Avversario.
La Chiesa e i Suoi dirigenti non devono punire, isolandoli, i membri ammalati, ma con grande compassione e tolleranza devono cercare di riaccoglierli nel proprio ambito.
Devono in definitiva non essere rigidi e inflessibili nell’imporre l’osservanza delle regole, ma devono invece cercare di saperle adattare alle singole situazioni; certo non è un compito facile, ecco perché questa attività è riservata a coloro che sono stati prescelti come “ guardiani del gregge”.
“La storia della Chiesa offre ampie prove dell’odio e dell’intolleranza di cui furono vittime i nostri membri. Quanto paradossale e triste sarebbe se dovessimo trattare gli altri nello stesso modo in cui siamo stati trattati noi.
Il Salvatore insegnò: “Tutte le cose dunque che voi volete che gli uomini vi facciano, fatele anche voi a loro”.
Se vogliamo chiedere rispetto, dobbiamo rispettare. Inoltre, la nostra conversione sincera porta “la mitezza e l’umiltà di cuore”, le quali invitano lo “Spirito Santo” e “[ci riempiono] di amore perfetto”, un amore non finto per gli altri. (Conferenza Generale Aprile 2017, Anziano Dale G. Renlund “Il nostro Buon Pastore”).
Il discorso dell’Anziano Dale G. Renlund è un monito per tutti quanti noi membri della Chiesa di Gesù Cristo dei Santi degli Ultimi Giorni, con il quale ci sprona a praticare la fratellanza e la tolleranza per la salvaguardia sia della nostra comunità che della nostra anima.
Egli ci invita, pertanto, ad amarci gli uni gli altri in maniera così aperta e completa che nessuno si senta abbandonato, solo o privo di speranza.
Alberto Battista
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