Come membro della chiesa di Gesù Cristo dei Santi degli Ultimi giorni (a volte, erroneamente chiamata chiesa mormone, da amici di altre fedi), il 25 Dicembre festeggio il Natale.
E’ il periodo dell’anno che preferisco. Amo la temperatura fredda di quei giorni, amo la neve, quando c’è, amo le nuvolette di fiato che si vedono, quando si parla all’aperto.
Ma, soprattutto, amo l’atmosfera di quei giorni.
Amo le luci colorate per le strade, gli alberi di Natale, i bambini che guardano tutto quello che hanno intorno, con i loro occhi meravigliati. Amo i sorrisi sul volto delle persone.
Tutti sappiamo, ormai, che Gesù non nacque davvero il 25 Dicembre ma che, piuttosto, la Sua nascita va collocata in Primavera. E, per noi mormoni, la data è quella del 6 Aprile.
Sappiamo che ci furono varie motivazioni per le quali la ricorrenza della nascita del Salvatore venne legata al giorno che tutto il mondo, ormai, riconosce ufficialmente come il Natale.
Eppure… nonostante non sia davvero quello, il giorno in cui Egli è nato, il ricordo della Sua nascita, il pensiero di ciò che Egli ha fatto, i sentimenti che proviamo nei Suoi riguardi, in questo periodo dell’anno si fanno più forti e presenti e sembrano riempire le strade, le case, i posti di lavoro, sembrano raggiungere chiunque, ovunque.
Le persone diventano davvero più unite di quanto siano, nel resto dell’anno. E’ la magia del Natale! La magia dell’amore!
E’ il dono che ci ha fatto il nostro Padre Celeste di inviarci Suo figlio, e nostro fratello, che riempie i nostri cuori di speranza e buoni sentimenti, in questo periodo dell’anno più che mai.
Come mormone, e come italiana, ho le mie tradizioni, legate al Natale.
In casa, mi piace addobbare ogni angolo, con palline e lucine colorate, faccio l’albero, accendo candele, in candelieri con soggetti natalizi, ho un piccolo presepe che preparo ogni anno.
La sera della vigilia, con la mia famiglia, aspettiamo la mezzanotte, per aprire i regali.
Da qualche anno, ho deciso di non spendere soldi inutilmente, in regali futili… preferisco fare dei pensieri, che abbiamo un significato.
Degli oggetti, legati a delle storie o a degli insegnamenti, che facciano capire, a coloro a cui li regalo, l’importanza del Natale, del messaggio di amore e speranza che porta.
Tutto questo fa parte del mio modo esteriore, di festeggiare il Natale. Altri membri della Chiesa, in altre parti del mondo, lo festeggiano seguendo le loro tradizioni.
Ma c’è anche un modo spirituale, di festeggiare il Natale.
Questo è un momento di festa e di gioia. Ma è anche un momento di riflessione, di pace e silenzio. Un momento in cui pensare al significato del Natale, più profondo e vero.
Con la nascita di quel bambino, il Padre Celeste ha compiuto un altro passo nella realizzazione del Suo piano di felicità, per tutti i Suoi figli che sono venuti e che verranno in questo mondo. In Luca 2:1-17, leggiamo quello che avvenne:
“Or in que’ dì avvenne che un decreto uscì da parte di Cesare Augusto, che si facesse un censimento di tutto l’impero.
Questo censimento fu il primo fatto mentre Quirino governava la Siria. E tutti andavano a farsi registrare, ciascuno alla sua città.
Or anche Giuseppe salì di Galilea, dalla città di Nazaret, in Giudea, alla città di Davide, chiamata Betleem, perché era della casa e famiglia di Davide, a farsi registrare con Maria sua sposa, che era incinta.
E avvenne che, mentre eran quivi, si compié per lei il tempo del parto; ed ella diè alla luce il suo figliuolo primogenito, e lo fasciò, e lo pose a giacere in una mangiatoia, perché non v’era posto per loro nell’albergo.
Or in quella medesima contrada v’eran de’ pastori che stavano ne’ campi e facean di notte la guardia al loro gregge.
E un angelo del Signore si presentò ad essi e la gloria del Signore risplendé intorno a loro, e temettero di gran timore.
E l’angelo disse loro: Non temete, perché ecco, vi reco il buon annunzio di una grande allegrezza che tutto il popolo avrà: Oggi, nella città di Davide, v’è nato un salvatore, che è Cristo, il Signore.
E questo vi servirà di segno: troverete un bambino fasciato e coricato in una mangiatoia. E ad un tratto vi fu con l’angelo una moltitudine dell’esercito celeste, che lodava Iddio e diceva: Gloria a Dio ne’ luoghi altissimi, pace in terra fra gli uomini ch’Egli gradisce!
E avvenne che quando gli angeli se ne furono andati da loro verso il cielo, i pastori presero a dire tra loro:
Passiamo fino a Betleem e vediamo questo che è avvenuto, e che il Signore ci ha fatto sapere. E andarono in fretta, e trovarono Maria e Giuseppe ed il bambino giacente nella mangiatoia; e vedutolo, divulgarono ciò ch’era loro stato detto di quel bambino”.
Trovo molto bello, il racconto in Luca. Trovo bello che, coloro che seppero della lieta novella, andarono a raccontarlo. Ma, soprattutto, trovo incredibilmente bello questo bambino, che con la Sua innocenza e la Sua vita, ha salvato il mondo.
Credo che dovremmo ricordare il nostro salvatore, ogni giorno dell’anno. Dovremmo ringraziarLo per ciò che ha fatto per noi, in ogni momento, non soltanto quando arriviamo a Dicembre.
Ogni anno, provo a focalizzare la mia attenzione su quello che festeggio, su quello che dovrei ricordare.
Provo a capire in cosa posso migliorare, per onorare la Sua nascita, per far sì che il Suo venire su questa terra non sia stato inutile, almeno non nella mia vita. Faccio i miei bilanci e penso a cosa migliorare.
Sono immensamente grata a quel bambino, a quell’uomo, che ha scelto di seguire la volontà del Padre, nascere da genitori umani e portare la salvezza ad ognuno di noi.
Sono immensamente grata di sapere chi Egli sia: il figlio del Padre Celeste, mio fratello e il mio Salvatore. Sono immensamente grata per la sua nascita, per quell’evento che ha dato inizio a tutto e ha riempito di speranza e amore il cuore degli uomini.
So che Egli ci ama e ce lo ha dimostrato, venendo qui, su questa terra, tra noi.
E spero con tutto il cuore che, in ogni giorno, in ogni momento, nel nostro cuore si possa compiere quel miracolo, quel cambiamento, che ci avvicini a Lui e ci faccia sentire davvero il grande amore che Egli nutre nei nostri riguardi.
Questo articolo è stato scritto da Cinzia Galasso
Cinzia
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