Dio sa già quello che sceglieremo e chi andrà in paradiso? Mi sembra di si: egli conosce i nostri pensieri (è per questo che possiamo pregare in silenzio) e ci conosce perfettamente e, quindi, sa già quello che sceglieremo. L’anziano Talmage lo sembra suggerire, nel suo libro “Gesù il Cristo”, nel capitolo sul libero arbitrio. Cosa devo fare, allora per poter andare in paradiso?
Andare in paradiso
“Il nostro Padre Celeste ha una piena conoscenza della natura e della disposizione di ciascuno dei suoi figli, una conoscenza acquisita da una lunga osservazione e dall’esperienza passata nell’eternità della nostra infanzia primordiale; una conoscenza rispetto alla quale quella che ricevono i da genitori terreni, attraverso l’esperienza terrena con i loro bambini, è infinitamente piccola. In ragione di tale sublime scienza, Dio legge il futuro del bambino e dei bambini, degli uomini individualmente e degli uomini collettivamente, come comunità e nazioni.
Egli sa quello che ciascuno farà in determinate condizioni e vede la fine sin dall’inizio. La sua prescienza si basa sull’intelligenza e sulla ragione.
Prevede il futuro come qualcosa che, naturalmente e sicuramente, sarà; non come qualcosa che deve essere, perché Egli ha voluto arbitrariamente che fosse così” (James E. Talmage, Gesù il Cristo, Salt Lake City: Deseret Book Co., 1977, pag 29).
Sì, sono d’accordo con te che il Padre celeste sa che cosa faremo. L’anziano Neal A. Maxwell ha tenuto una grande conferenza, su questo tema. Egli ha detto:
“Un’altra analogia utile per gli studenti è la realtà che le università possono prevedere con un alto grado di precisione quali votazioni gli studenti riceveranno nella loro carriera del college, basandosi su determinati test e prestazioni passate.
Se i mortali possono fare questo, con ragionevole precisione (anche con il nostro breve lasso di familiarità e con dei dati finiti), Dio Padre, che ci conosce perfettamente, sicuramente è in grado di prevedere il modo in cui risponderemo alle varie sfide” (Un discepolato più determinato – Neal A. Maxwell).
L’anziano Maxwell sottolinea che questa prescienza è un segno dell’amore di Dio per noi:
“La dottrina della preordinazione di Dio è una delle strade dottrinali “da percorrere”. Eppure sottolinea chiaramente da quanto tempo e quanto perfettamente Dio ci ha amati e ci ha conosciuti, con le nostre esigenze e capacità individuali”.
Questa prescienza aiuta il Padre celeste nella sua opera, per la nostra salvezza. L’anziano Maxwell lo spiega in questo modo:
“Una volta che il credente riconosce che il passato, il presente e il futuro sono davanti a Dio, allo stesso tempo, anche se non capiamo come, allora la dottrina della preordinazione può essere vista un po’ più chiaramente.
Per esempio, era necessario che Dio sapesse di come le difficoltà economiche e le perdite dei raccolti della famiglia di Joseph Smith Sr. nel New England, li avrebbe fatti trasferire nelle vicinanze di Cumorah, in cui erano state sepolte le tavole del Libro di Mormon.
I piani di Dio a stento potevano essere così spiegati se, volenti o nolenti, gli Smith fossero in Manciuria e se, nel frattempo, le tavole fossero state seppellite in Belgio!”
E’ importante capire che, mentre Dio sa cosa accadrà, Egli non è la causa di quanto accadrà. Noi abbiamo il nostro libero arbitrio, per scegliere. Possiamo scegliere noi di andare in paradiso. Il fatto che le nostre scelte non sorprendano il Padre celeste, non cambia. L’anziano Maxwell lo spiega in questo modo:
“Ci sono stati coloro che hanno fallito o che hanno tradito la loro fiducia, come Davide, Salomone e Giuda. Dio previde la caduta di Davide, ma non ne fu la causa. Fu David che vide Bathsheba dal balcone e agì in un determinato modo, per lei. Ma nessuno dei due sorprese Dio, in uno sviluppo degli eventi così triste.
“Dio ha previsto, ma non ha causato, la perdita di alcune pagine del Libro di Mormon tradotte da Martin Harris; Dio ha fatto dei piani per far fronte a questo evento, ben oltre 1.500 anni prima che esso si verificasse! (Vedere la prefazione di DeA 10 e le Parole di Mormon).
“Così, la preordinazione è chiaramente una scusa per il fatalismo o l’arroganza o l’abuso del libero arbitrio. Non è, tuttavia, una dottrina che può essere ignorata, semplicemente perché è difficile. In effetti, nel profondo delle dottrine più difficili, ci sono alcune delle perle di maggior prezzo”.
Trovare il coraggio necessario per andare in paradiso
Alcuni possono chiedersi perché, se Dio sa quello che faremo, dobbiamo passare attraverso questa vita? Vi è più di una risposta possibile, a questa domanda. La prima viene da anziano Maxwell, che spiega semplicemente:
“Anche se spesso non siamo all’altezza delle nostre opportunità, Dio non è né soddisfatto né sorpreso. Ma non possiamo dirGli, in seguito, che avremmo potuto ottenere di più, se ce ne fosse stata data la possibilità! Tutto questo è parte della giustizia di Dio”.
Un altro motivo per cui abbiamo bisogno di venire sulla terra e avere queste esperienze è la nostra crescita. A seconda di quanto tempo hai servito la tua missione, hai già notato la crescita che deriva da questa esperienza (se non l’hai ancora fatta, avverrà, se servirai fedelmente).
Ci sono lezioni che impariamo, tramite queste esperienze terrene, che non potremmo imparare in nessun altro modo. Chiudo, incoraggiandoti a leggere l’intero discorso dell’anziano Maxwell. Ci sono molte più informazioni che puoi trovare là, di quante posso condividerne qui. Chiudo con questo:
“Quando, in situazioni di stress, ci chiediamo se non c’è più nulla da dare, possiamo essere confortati dal sapere che Dio, che conosce perfettamente le nostre capacità, ci ha messo qui, per avere successo. Nessuno è stato preordinato a fallire o ad essere malvagio.
Quando siamo stati pesati e siamo stati trovati mancanti, ricordiamoci che siamo stati misurati prima e siamo stati trovati pari ai nostri compiti; e quindi, continuiamo, ma con un più determinato discepolato. Quando ci sentiamo sopraffatti, ricordiamo la certezza che Dio non ci sovraccarica; egli non preme su di noi, più di quanto possiamo sopportare (vedi DeA 50:40)”.
Dobbiamo credere in Dio e che siamo capace di andare in paradiso con l’aiuto di Gesù Cristo e della sua espiazione.
Questo articolo è stata pubblicato sul sito askgramps.org e tradotto da Cinzia Galasso
Cinzia
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