Mi domandavo: che cosa succede a coloro che si suicidano, ed a coloro che provano a suicidarsi e non ci riescono? Un paio di miei amici si sono suicidati, ed altri ci hanno provato.
Mi chiedevo, inoltre, che cosa viene fatto per aiutarli? Sono andato sul sito della Chiesa ma sento che ci dovrebbe essere di più. Non dovrebbe riguardare soltanto i “tentativi riusciti”, no?
Cosa succede a coloro che tentano il suicidio?
Mi spiace davvero che due tuoi amici si siano suicidati. Non è mai facile superare il dolore della morte di una persona cara, ed il suicidio lo rende ancora più difficile. Sei stato sul sito della Chiesa, giusto?
Per caso hai letto l’articolo Comprendere il suicidio – Segnali di allarme e prevenzione? Se no ti suggerisco di leggerlo, è particolarmente esaustivo sull’argomento.
Per quanto riguarda l’opinione della Chiesa sul suicidio, ti rimando a questa pagina. Se sai l’inglese, ci sono molte risorse su lds.org/preventingsuicide.
Per rispondere alla tua domanda vorrei iniziare avvalendomi di un discorso dell’anziano Ballard, in cui ci spiega che i nostri dirigenti ci hanno dato dei consigli sul suicidio, ma forse non li abbiamo capiti; prosegue citando un paio di frasi sulla gravità di un simile fatto, e poi dice:
“Queste affermazioni così da sole sembrano non lasciare speranza [a coloro che si suicidano]. Tuttavia, nonostante esse sottolineino la gravità del suicidio, non indicano la destinazione finale di coloro che si sono tolti la loro stessa vita”.
Questa è la prima cosa da sapere: noi non conosciamo la destinazione finale di coloro che si suicidano. L’anziano Dallin H. Oaks ha fatto un bellissimo discorso sul giudicare, in cui ha espresso questo concetto molto chiaramente:
“Dato che i mortali non possono supporre di agire come giudici finali in quel momento sacro e futuro (e lo sanno molto bene), perché il Salvatore ci ha comandato di non dare giudizi finali?
Credo che questo comandamento sia stato dato perché osiamo fare dei giudizi finali ogni volta, proclamando che una certa persona andrà all’inferno (o in paradiso) per una data azione compiuta in un dato momento.
Quando ciò accade – e la tentazione di farlo è molto forte – facciamo del male a noi stessi e alla persona che fingiamo di giudicare”.
Per alcuni ciò può sembrare strano: dato che ci viene detto che il suicidio è una cosa seria, come facciamo ad avere speranza? Ma l’anziano Ballard ci spiega:
“Il defunto anziano Bruce R. McConkie, del quorum dei Dodici Apostoli, ha detto ciò che molti dirigenti della chiesa hanno insegnato:
“Il suicidio consiste nell’atto di togliersi la propria vita volontariamente ed intenzionalmente, particolarmente in cui la persona coinvolta è responsabile delle proprie azioni ed ha una mente sana…
Persone soggette a forti stress possono perdere il controllo di loro stessi e la loro mente può annebbiarsi a tal punto da non essere più responsabili per le loro azioni. Tali persone non sono condannabili per essersi tolti la vita.
Dovremmo anche ricordarci che il giudizio è del Signore; Egli conosce i loro pensieri, intenti, e le capacità dell’uomo; e nella Sua infinita saggezza metterà a posto tutte le cose, a tempo debito” (Mormon Doctrine, Salt Lake City: Bookcraft, 1966, p. 771)
Ci sono un paio di cose che vorrei sottolineare. Prima di tutto è stato detto che l’anziano McConkie “ha detto ciò che molti dirigenti della Chiesa hanno insegnato”.
Questa non è l’opinione degli anziani McConkie o Ballard solamente, ma quella di molti dirigenti della Chiesa. Poi ha continuato dicendo che a volte le menti delle persone che stanno soffrendo molto si annebbiano.
Ho parlato con molte persone mentre si trovavano in queste condizioni o subito dopo, e posso dirti che è proprio vero. Per esempio, un uomo mi stava raccontando di quando era seduto con alcune medicine e una birra a portata di mano, con l’idea di andare in overdose.
Mentre era seduto al tavolo ha guardato la birra e ha detto: “Non posso berla, è contro la parola di saggezza”. E allora ha bevuto un bicchiere d’acqua per ingerire tutte le medicine. Chiaramente non stava agendo in maniera razionale.
Un elemento comune del pensiero irrazionale tipico delle persone in questo stato è il pensare che in realtà stiano facendo un favore ai loro amici ed alla loro famiglia.
Spesso si sentono un peso, e sentono che sarebbe solo meglio se scomparissero. Non dico questo per aumentare il dolore di amici e famiglia, ma per alleviarlo. Infatti, non è che i vostri cari non vi amavano, ma in realtà la loro mente era così annebbiata che a loro il suicidio sembrava la soluzione migliore per tutti.
Alcuni credono che il suicidio sia da egoisti, ma questa idea proviene dal dolore, e dalla mancanza di comprensione dei fatti. Fortunatamente il Signore conosce i nostri cuori, e giudicherà ogni individuo.
Come ha spiegato l’anziano Ballard:
“Credo che il Signore si accorga anche delle differenze di intenti e circostanze: la persona che si è tolta la vita, era mentalmente malata?
Era così profondamente depressa da essere sbilanciata o emotivamente disturbata in altri modi? Il suicidio era un pietoso e tragico grido d’aiuto che non era stato ascoltato per troppo a lungo, o è cresciuto più velocemente di quanto intendeva la vittima?
Essa comprendeva la gravità dell’atto? Stava soffrendo a causa di uno sbilanciamento chimico che ha portato alla disperazione ed alla perdita di autocontrollo?”
Se cerchi ulteriori risposte, ti suggerisco di chiedere al Padre Celeste in preghiera. Spesso cerchiamo il conforto in altri modi, ma a volte questo è l’unico modo per trovarlo.
Hai anche parlato dei tuoi amici che hanno tentato il suicidio: il modo migliore per amarli è non giudicarli. Se conosci qualcuno che ha tendenze suicide, incoraggiarli ad andare da un professionista.
Se pensi che qualcuno abbia tendenze suicide, chiediglielo: porre una semplice domanda non renderà una persona suicida su due piedi. Se hanno queste tendenze, aiutali a chiedere aiuto.
In entrambi i casi, comportati da amica, ascolta, ama, prega. Evita di dare consigli indesiderati (lascia che ci pensino i professionisti a dare consigli), ma inondali di amore, ascoltali.
Il dolore ha bisogno di un testimone, perciò a volte la cosa migliore che possa fare è ascoltare e ricoprire questo ruolo.
Se hai bisogno di aiuto nel superare il dolore della perdita, permettimi di suggerirti di leggere l’articolo L’Espiazione può guarire tutto il dolore, in cui l’anziano Richards insegna:
“A volte, nella profondità del nostro dolore, siamo tentati a chiedere… ‘Non v’è… colà alcun medico?’ Attesto che la risposta è affermativa e che c’è un medico. L’Espiazione di Gesù Cristo guarisce tutte le condizioni e gli scopi della mortalità”.
Il telefono amico inoltre offre contatto telefonico per chi ha bisogno di aiuto per problemi collegati al suicidio: telefonoamico.it.
Questo articolo è stato pubblicato su askgramps.org ed è stato tradotto da Stefano Nicotra.
Stefano Nicotra
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