Si può scegliere di amare o l’amore è qualcosa in cui ci si ritrova casualmente? Il libero arbitrio è coinvolto o è un sentimento che arriva indipendentemente da noi? Se l’amore è qualcosa in cui ci si ritrova, come possiamo agire attivamente, piuttosto che subire?
I film romantici di oggi vorrebbero farci credere che l’amore sia governato da qualche forza incontrollabile e ingovernabile, dal destino o da un colpo di fortuna.
Ma questa, semplicemente, non è la realtà. Ritrovarsi casualmente innamorati non è più reale di Cupido o del principe azzurro.
Anche se l’espressione “ritrovarsi innamorati” fa parte di un bellissimo linguaggio, ci sono dei rischi implicati in essa perché vuol dire che l’amore è accidentale o involontario senza alcuna possibilità di scelta.
Questa mentalità può anche portare molte persone a credere nell’angosciante frase: “non eravamo più innamorati”. Una frase usata per spiegare matrimoni falliti, fin troppo comune al giorno d’oggi.
L’innamoramento e il ritrovarsi innamorati fa sembrare l’amore come qualcosa che non possa essere controllato, come se, in materia di amore, tutti subissimo piuttosto che agire in base ad una scelta.
Se viviamo in un mondo in cui vige il libero arbitrio, non sarebbe senza senso che la decisione più importante da realizzare nella mortalità, quella di scegliere un coniuge, non fosse una nostra scelta e venisse lasciata nelle mani di Cupido?
Quando gli sposi iniziano a vivere sotto lo stesso tetto, di solito cominciano ad incontrare una serie di problemi che non conoscevano quando erano da soli.
Da un punto di vista meno grave ci si potrebbe trovare ad affrontare un terribile russare, una capacità culinaria da dilettanti o i calzini lasciati sul pavimento. Da un punto di vista più serio ci si potrebbe trovare in disaccordo circa l’intimità fisica o su come gestire le finanze.
Nel tempo, queste divergenze possono inasprirsi e minare il rapporto: esse hanno un impatto così profondo sui sentimenti, che alcune coppie credono di “non essere più innamorate”.
Esse diventano facile bersaglio di Satana, che le induce a non prendersi più la responsabilità delle proprie scelte. Una volta che accade, essi agiscono fino a quando alzano le mani, rassegnati, come se fossero vittime di qualche influenza esterna che li controlli.
Essi possono anche cominciare a dubitare della loro decisione di essersi sposati. Possono chiedere se stessi: “Ho davvero voglia di essere sposato con questa persona per l’eternità?”.
Alla fine, cominciano ad andare alla deriva. Spesso si dicono delle brutte cose l’un l’altro, come “non ti amo più”.
Possono tollerarsi l’un l’altro per amor dei propri figli anche se sono risentiti, o possono separarsi credendo che le loro differenze siano inconciliabili. Il risultato è una famiglia danneggiata o distrutta, un’altra vittima di uno dei più potenti stratagemmi della battaglia di Satana.
Come può qualcosa di così glorioso e bello come l’innamoramento finire in miseria per tante persone? Che cosa va storto?
Mescolare l’ideale con il reale
E’ quasi divertente osservare una giovane coppia innamorata, non sposata, all’inizio di un rapporto. Dopo aver trascorso un’intera giornata insieme, sono di nuovo al telefono la sera stessa.
Per loro è una tortura essere separati. Difficilmente possono concentrarsi su qualsiasi altra cosa.
Tutto il resto, nella vita, diventa un fastidio ed un’interruzione che li tiene lontani, fino a quando non possono essere di nuovo insieme. Nella loro mente, non c’è mai stato un amore più vero del loro. Noi chiamiamo “infatuazione” questo livello di intensità pre-matrimoniale.
Dopo che la coppia si sposa, questa intensità si assottiglia. Vivere sotto lo stesso tetto comporta la scoperta delle rispettive peculiarità e di irritanti idiosincrasie. Molto tempo fa, lo scrittore tedesco Johann Wolfgang von Goethe scrisse:
“L’amore è una cosa ideale, il matrimonio è una cosa reale; una confusione del reale con l’ideale non resta impunita”.
Quando l’ideale lascia il posto alla realtà, la familiarità può facilmente trasformarsi in un’individuazione degli errori altrui.
“Dov’è la passione e il fuoco che abbiamo avuto nella fase iniziale?” si chiedono le coppie. Improvvisamente, un coniuge non sembra più Superman ma semplicemente Clark Kent. L’infatuazione inizia a svanire.
Coloro che hanno confuso l’infatuazione con l’amore possono incautamente credere che non sono più innamorati, quando sorgono dei problemi.
Il dubbio potrebbe portarli a chiedersi se hanno commesso un errore o se la loro vera anima gemella sia ancora là fuori, da qualche parte.
A questo bivio critico del loro rapporto, Satana farà tutto il possibile per causare ulteriore incertezza e tentare le coppie per separarle.
Questo è il momento in cui è necessaria una dose di vero amore per ravvivare il rapporto. Esso non può riportare la stessa intensità emotiva del corteggiamento o trasformare di nuovo Clark Kent in Superman, ma cambierà completamente la direzione in cui è diretto il matrimonio.
Mentre l’infatuazione cede il passo alla carità, il vero amore inizia a fiorire. Quarant’anni dopo, il nonno ama la nonna più che mai.
Ora può facilmente sopportare una breve lontananza da lei, perché l’infatuazione è stata sostituita con qualcosa di più duraturo. Il loro amore sta maturando ed è sempre più forte ogni giorno.
Se un marito ed una moglie sono disposti ad applicare la definizione scritturale dell’amore – altruismo, carità e vero amore di Cristo – alla loro relazione, anche un matrimonio stantio e il romanticismo possono essere rianimati. L’autore di best-seller Stephen R. Covey riferisce la seguente esperienza:
“Ad un seminario, dopo che avevo parlato dell’importanza di dimostrare carattere all’interno della famiglia, un uomo si avvicinò e mi disse: ‘mi piace quello hai detto, ma mia moglie ed io semplicemente non proviamo più gli stessi sentimenti l’uno per l’altro, non come li avevamo prima. Credo che non ci amiamo più. Cosa posso fare?’
“‘Amala’ risposi.
“Sembrava perplesso. ‘Come fai ad amare quando non provi più amore?’
“‘Amico mio’ ho risposto ‘amare è un verbo. Il sentimento dell’amore è il frutto dell’amore. Quindi ama tua moglie. L’hai fatto una volta, puoi farlo di nuovo. Ascolta. Empatizza. Apprezza. È una tua scelta. Sei disposto a farlo?’
“Certo, stavo chiedendo a quest’uomo se fosse disposto a cercare dentro di sé la forza necessaria a far funzionare il suo matrimonio. Tutti i nostri rapporti seguono i contorni della vita; hanno alti e bassi.
Questo è il motivo per cui le nostre famiglie danno una misura fondamentale del nostro carattere e portano le opportunità per nutrirlo ancora ed ancora”.
Crescere insieme nell’amore
Per alcuni l’innamoramento è un incantevole incontro. Per altri non è tanto “l’innamoramento” quanto la “crescita dell’amore”, una nascente amicizia che sboccia nel corso del tempo.
Anche se il primo tipo può fiorire come il secondo, spesso inizia come un’infatuazione ed una fantasia, una sorta di zucchero filato d’amore che è dolce ma ha poca sostanza.
D’altra parte l’amore “divino”, come lo chiama il presidente Spencer W. Kimball:
“Non è come quell’associazione che il mondo fa con la parola amore, che è in gran parte attrazione fisica. Quando il matrimonio si basa solo su questo, le parti presto si ritirano l’una dall’altra.
C’è una separazione, poi un divorzio e una nuova attrazione fisica, più fresca, che porta ad un altro matrimonio che, a sua volta, può durare solo fino a quando non diventa troppo stantio.
“L’amore di cui parla il Signore non è solo attrazione fisica, ma anche fede, fiducia, comprensione e collaborazione. Si tratta di devozione e di compagnia, di genitorialità, di ideali e standard comuni.
E’ la parte pulita della vita, è sacrificio ed altruismo. Questo tipo di amore non si stanca mai, né diminuisce.
Vive attraverso la malattia e il dolore, attraverso la prosperità e la privazione, attraverso la realizzazione e la delusione, attraverso il tempo e l’eternità”.
Molte canzoni popolari e molti film fanno riferimento ad un amore eterno. Per il mondo, questi testi sono semplicemente poetici; per noi sono autentiche espressioni del nostro potenziale divino.
Noi crediamo che l’amore sia eterno, il matrimonio sia eterno e le famiglie siano eterne e tutto questo è il cardine del piano del Creatore per il destino eterno dei Suoi figli” (“La famiglia: un proclama al mondo“).
Tuttavia, ogni coppia incontrerà alcune difficoltà sul proprio cammino verso questo glorioso destino.
Un matrimonio felice e di successo dipende da due persone che sono brave a perdonare o che, come ha detto il presidente Gordon B. Hinckley, hanno imparato “un alto grado di tolleranza reciproca”. Il vero amore è manifesto dopo che scopriamo le altre imperfezioni ed ancora ci impegniamo l’un l’altro.
Non ci sono matrimoni perfetti, nel mondo, perché non ci sono persone perfette. Ma il vangelo di Gesù Cristo ci insegna a coltivare i nostri matrimoni, portarli verso la perfezione e mantenere il romanticismo lungo la strada.
Nessuno deve mai “ritrovarsi innamorato” quando l’amore è fondato nel Signore.
Scegliere consapevolmente l’amore
Troppi credono che l’amore sia una condizione di pertinenza esclusivamente del cuore, qualcosa che accade. Dissociano l’amore dalla mente e, quindi, dal libero arbitrio.
Sappiamo che ogni comandamento di Dio richiede il libero arbitrio. Siamo in grado di obbedire o disobbedire, ma c’è sempre una scelta. Pertanto, quando il Signore mette l’amore in forma di comando quando dice:
“Amerai il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente” e “Ama il prossimo tuo come te stesso” non sta dicendo: “Spero che vi innamoriate del prossimo” (Matteo 22:37, 39).
Il comando è una direttiva, un appello alla mente di fare una scelta consapevole.
Il Salvatore ha chiarito che l’amore è un comandamento a cui obbedire, un comandamento su cui “tutta la legge e i profeti” si appoggiano (Matteo 22,40).
Per ottenere un amore cristiano, dobbiamo superare l’uomo naturale, controllare gli impulsi naturali e amare i nostri nemici. Questo è un comandamento che richiede ragione e una decisione consapevole.
Nel Libro di Mormon, il profeta re Beniamino insegna anche che l’amore ha molto a che fare con il libero arbitrio. Nel suo consiglio ai genitori, proclama: “Voi insegnerete ai vostri figli ad amarsi ea servirsi l’un l’altro”.
Come può qualcosa che può essere insegnato, non essere imparato? Ancora una volta le Scritture ci insegnano che l’amore coinvolge la scelta di agire, invece che l’atto di subire.
Quando ci comanda di amare, il Signore si riferisce a qualcosa di molto più profondo dell’infatuazione, un amore che è la forma più profonda di fedeltà: un patto.
Trovare il vero amore nel matrimonio
Ma per quanto riguarda l’amore tra gli sposi e l’amore che coinvolge gli elementi aggiuntivi del romanticismo e dell’intimità? Questo principio del libero arbitrio in amore, o il comando di amare, si applica al matrimonio?
Ancora una volta, il Signore ci offre una risposta quando dice: “Ama tua moglie con tutto il cuore e attaccati a lei e a nessun’altra” (DeA 42:22).
Non richiede alcuna congettura discernere che il Signore ci sta dando una direttiva, anche mentre sta rispettando il nostro libero arbitrio. Come in tutte le cose, Cristo ha fornito l’esempio perfetto di scegliere di amare.
Ha mostrato una specie più alta e più perfetta di amore, un amore senza interesse personale. Egli disse: “Vi do un comandamento nuovo: che vi amiate gli uni gli altri; come io vi ho amati, anche voi amatevi gli uni gli altri” (Giovanni 13:34).
Amare come Lui ha amato è una forma ancora più elevata di amore che amare “come te stesso”. E’ un amore puro che mette un altro più in alto di sé.
Questo amore puro è lo stesso amore che deve esistere tra mariti e mogli. L’apostolo Paolo esorta: “Mariti, amate le vostre mogli, [Come?] come anche Cristo ha amato la Chiesa e ha dato se stesso per essa” (Efesini 5:25).
Come ha amato la sua chiesa, Cristo? Il suo esempio perfetto ci insegna cosa sia l’amore: carità. Solo quando si capisce la vera carità possiamo seguire completamente il comando del Signore sull’amore.
Arrivare a comprendere l’amore
Come può qualcosa di universale come l’amore essere così difficile da definire e da trovare? In parte è perché l’amore ha una tale e vasta portata ed è un’emozione totalizzante e anche perché il mondo, di solito, lo cerca alla luce delle stelle, della luna o al lume di una candela piuttosto che nella “vera luce” (DeA 88:50), che è la “luce del mondo” (Giovanni 8:12).
Il nostro Salvatore è l’unico autore del vero amore, l’autore della storia d’amore finale che non ha fine. Egli chiama questo amore “carità” ed è un amore che dura “per sempre” (Moroni 7:47).
Senza la carità e senza l’espiazione, nessuno degli amori menzionati dai filosofi, dagli scrittori, dai drammaturghi, dai poeti, dai cantautori potrebbe mai diventare completo o eterno.
Gesù Cristo è l’unica persona che abbia pienamente compreso e vissuto la carità. Come anziano Jeffrey R. Holland afferma:
“La vera carità è stata conosciuta solo una volta. E’ stata dimostrata perfettamente e puramente nell’amore incessante, ultimo ed espiatorio di Cristo”.
Anche se la nostra conoscenza è limitata e imperfetta possiamo cominciare a comprendere il livello dell’amore di Cristo attraverso lo studio, la ricerca, la meditazione delle Scritture e le parole dei profeti, soprattutto con i loro consigli sulla carità.
Tuttavia, per comprendere pienamente la carità di Cristo dobbiamo anche imparare dalla fede, seguendo il Suo esempio ed imparando attraverso il sacrificio (DeA 88:118).
L’anziano Bruce C. Hafen ha detto qualcosa di giusto, quando ha dichiarato:
“Forse coloro che cercano di apprendere dal maestro del genere umano, devono emulare la Sua esperienza sacrificale nella misura massima della loro capacità personali.
Solo allora potranno assaggiare la Sua empatia e la Sua carità. Solo allora sono abbastanza simili a Lui da sentire il Suo amore per gli altri nel modo in cui Egli lo sente: amare ‘come io ho amato voi’ (Giovanni 13,34).
Questo è un amore più profondo e diverso dal ‘ama il prossimo tuo come te stesso’ (Matteo 19:19)”.
Come consigliere del matrimonio perfetto e della famiglia, il Signore è l’unico che ci può aiutare a trovare il tipo di amore che ci renda felici, non solo in senso poetico, ma anche nel Suo senso letterale, eterno e definitivo.
Dire “Ti amo”: un impegno
Poiché l’amore è tanto un verbo quanto un sostantivo, la frase “ti amo” è tanto una promessa di comportamento e di impegno, quanto un’espressione di un sentimento.
Quando scegliamo di amare (il verbo) e decidiamo di agire esprimendolo e mostrandolo, solo allora l’amore (il sostantivo) comincia a fiorire.
Questo è anche il modo in cui funziona la fede: “Poiché non riceverete alcuna testimonianza se non dopo aver dato prova della vostra fede” (Ether 12:6).
Nei nostri matrimoni e nella famiglia riceviamo le conferme solo dopo che aver agito sul nostro amore ed averlo messo alla prova.
“Ti amo” è una frase che dovremmo utilizzare molto di più nelle nostre case. Se non insegniamo ai nostri bambini ad usare questa frase, saranno a disagio per tutta la vita.
Quando mia moglie ed io abbiamo allevato i nostri figli, concludevamo la nostra preghiera familiare e lo studio delle Scritture del mattino tutti abbracciati.
Ognuno diceva “ti amo”: i fratelli alle sorelle, le sorelle ai fratelli, i genitori ai figli, il marito alla moglie.
E’ un modo meraviglioso per iniziare la giornata e un buon modo per soddisfare il consiglio di re Beniamino: insegnare ai nostri figli ad amare (vedere Mosia 4,15).
Anche se ogni famiglia esprime l’amore a modo proprio, dobbiamo sempre garantire (e mai dare per scontato) che i nostri figli, il coniuge, i genitori, le sorelle e i fratelli sappiano e sentano il nostro amore per loro. Come l’anziano David A. Bednar ci ricorda:
“Dobbiamo ricordare che dire ‘ti amo’ è solo un inizio. Abbiamo bisogno di dirlo, dobbiamo dirlo sul serio e, per di più, abbiamo bisogno costantemente di dimostrarlo”.
Decidere di amare e continuare ad amare
Scritturalmente il Signore è molto chiaro con noi, sull’amore: non ci si può “non amare più”, perché l’amore è qualcosa che si decide.
Dando questo per vero, dobbiamo prendere la decisione consapevole che ameremo il nostro coniuge e la nostra famiglia con tutto il cuore, l’anima e la mente e che costruiremo matrimoni d’amore e famiglie forti, in cui non ci troveremo casualmente.
Come ha detto il presidente Spencer W. Kimball: “Non pregate per sposare la persona che amate. Pregate, invece, di amare quella che sposate”.
Questo articolo è stato originariamente scritto da Lynn G. Robbins ed è stato pubblicato su ldsliving.com, intitolato Elder Robbins: How to Build a Love That Lasts Forever. Italiano ©2017 LDS Living, A Division of Deseret Book Company | English ©2016 LDS Living, A Division of Deseret Book Company
Cinzia
Ultimi post di Cinzia (vedi tutti)
- Comandamenti: limitazioni o benedizioni? - 7 Febbraio 2019
- Il Vangelo restaurato ha aiutato un’atea a trovare la fede - 1 Febbraio 2019
- C’è bisogno delle religioni o basta la libertà spirituale? - 29 Gennaio 2019