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Uno dei temi principali del Libro di Mormon è quello del cercare di tornare alla presenza di Dio. E’ pieno di storie di persone che hanno avuto visioni (vedendo Dio, spesso sul suo trono), o discutendo temi che si trovano nei Templi della Chiesa di Gesù Cristo: la Creazione, la Caduta di Adamo ed Eva dalla presenza di Dio, l’esistenza Pre- terrena, le alleanze di Abramo, il Concilio Divino, ritornare alla presenza di Dio, ecc.

Questo articolo discuterà brevemente questi argomenti, poiché uno sguardo più profondo richiederebbe un libro, o forse diversi volumi per poter prendersi cura di ogni dettaglio.

Nel primo capitolo del Libro di Mormon (1 Nefi 1), troviamo un uomo di nome Lehi, il quale è semplicemente un ordinario Israelita che viveva nella terra di Gerusalemme e che camminava lungo la strada.

Sentì le parole di un profeta dei suoi giorni (Geremia ed altri) predicando il pentimento al popolo, e queste parole affondarono profondamente dentro di lui. Ci viene detto che egli pregò ferventemente il Signore per il suo popolo, quando poi ebbe la prima di due potenti visioni.

” Ed avvenne che, mentre pregava il Signore, venne una colonna di fuoco e si posò su una roccia davanti a lui; ed egli vide e udì molte cose; e a causa delle cose che vide e udì, fremette e tremò grandemente.”(1 Nefi 1:6)

In questa visione, Lehi vide Dio in un modo molto simile a quello in cui Mosè lo vide inizialmente quando ricevette la sua chiamata profetica e la missione di salvare gli Israeliti dall’Egitto.

Non ci viene detto esattamente ciò che egli imparò in questa visione, ma la sua successiva visione ci dona maggiori dettagli.

“E avvenne che egli ritornò a casa sua a Gerusalemme e si gettò sul letto, essendo sopraffatto dallo Spirito e dalle cose che aveva visto.

Ed essendo così sopraffatto dallo Spirito, fu rapito in visione; sì che vide i cieli aprirsi e credette di vedere Dio assiso sul suo trono, circondato da un concorso innumerevole di angeli nell’atto di cantare e di lodare il loro Dio.  

E avvenne che vide Uno scendere dal mezzo del cielo, e vide che il suo fulgore era superiore a quello del sole a mezzogiorno. E vide pure altri dodici che lo seguivano, e il loro splendore superava quello delle stelle del firmamento.

Ed essi scesero e avanzarono sulla faccia della terra; e il primo venne e stette dinanzi a mio padre, gli dette un libro e lo esortò a leggere. E avvenne che mentre leggeva fu riempito dello Spirito del Signore. Ed egli lesse, dicendo:

Guai, guai a Gerusalemme, poiché ho veduto le tue abominazioni! Sì, e molte cose lesse mio padre riguardo a Gerusalemme: ch’essa sarebbe stata distrutta con i suoi abitanti; molti sarebbero periti di spada e molti sarebbero stati portati schiavi a Babilonia.

E avvenne che quando mio padre ebbe letto e visto molte cose grandi e meravigliose, proruppe in grandi esclamazioni verso il Signore, quali: Grandi e meravigliose sono le tue opere, o Signore Iddio Onnipotente! Il tuo trono è alto nei cieli, il tuo potere, la tua bontà e la tua misericordia sono su tutti gli abitanti della terra; e poiché tu sei misericordioso non permetterai che coloro che vengono a te periscano!

E in questo modo si esprimeva mio padre nel lodare il suo Dio; poiché la sua anima gioiva e tutto il suo cuore era ricolmo a motivo delle cose che aveva veduto, sì, che il Signore gli aveva mostrato.” (1 Nefi 1:7-15)

In questo primo capitolo del Libro di Mormon, il profeta Lehi vede Dio sul suo trono. Il Concilio Divino, che in questo momento include Gesù ed i Suoi dodici apostoli, discende da Isaia e gli da il divino libro da leggere.

Così come Ezechiele, l’Apostolo Giovanni, ed altri che ricevettero il libro divino da leggere, questo contiene il messaggio che egli come messaggero doveva portare al popolo.

Divenne da quel momento una parte del Concilio Divino, ricevendo la sua chiamata di procedere come un profeta.

ISAIA NEL LIBRO DI MORMON

Nefi cita in modo esteso Isaia, usandolo come terzo testimone di Cristo, insieme a Nefi stesso e suo fratello Giacobbe.

Le parole di Isaia sono molto importanti, perché secondo Nefi, esse spiegano le alleanze Abramiche in un modo che si riferisce direttamente ai Nefiti, o almeno nel modo in cui Nefi interpreta e spiega le parole di Isaia.

Tra le prime parole di Isaia citate ci sono quelle proveniente dal capitolo 6 (Isaia 6, vedere anche 2 Nefi 16).

“Nell’anno in cui morì re Uzzia, vidi pure il Signore assiso su un trono, alto e elevato, e il suo strascico riempiva il tempio. Sopra d’esso stavano i serafini; ognuno aveva sei ali; con due si copriva la faccia, con due si copriva i piedi e con due volava.

E uno gridò a un altro, e disse: Santo, santo, santo è il Signore degli eserciti; la terra intera è piena della sua gloria. E gli stipiti della porta tremarono alla voce di colui che gridava, e la casa fu piena di fumo.

Allora dissi: Guai a me! Sono perduto; perché sono un uomo dalle labbra impure; e dimoro in mezzo a un popolo dalle labbra impure; poiché i miei occhi hanno visto il Re, il Signore degli eserciti.

Allora uno dei serafini volò fino a me, con un carbone acceso in mano, che aveva preso colle pinze dall’altare.

E lo pose sulla mia bocca e disse: Ecco, questo ha toccato le tue labbra; e la tua iniquità è tolta e il tuo peccato purificato. Udii pure la voce del Signore che diceva: Chi manderò, e chi andrà per noi? Allora io dissi: Eccomi; manda me.” (Isaia 1:1-8, 2 Nefi 16:1-8).

Isaia si ritrovò all’interno del Sacro dei Sacri del Tempio. Il posto più sacro, dove solamente ai sommi sacerdoti era permesso entrare una volta all’anno.

Sentì il Divino Concilio dei Serafini, angeli di alto rango, parlando tra di loro riguardo alla gloria di Dio. Isaia realizza di non essere stato purificato, e vide Dio prima che il fumo riempisse il tempo e Lo oscurasse.

I serafini utilizzarono le ali (che può essere anche tradotto come “veli” sulle loro teste per poter coprire i loro occhi). Isaia sa di essere un uomo morto per aver visto Dio senza essere stato purificato prima.

Ad ogni modo, uno degli angeli afferra un carbone dal fuoco dell’incenso sacro e con esso purifica Isaia. Ora, Isaia, non solamente sente gli angeli, ma anche Dio.

Ora è parte del Concilio Divino. La sua chiamata profetica riflette un evento precedente all’interno del Concilio Divino, e come raccontato nelle scritture della chiesa, il Libri di Abrahamo:

“Ora, il Signore aveva mostrato, a me, Abrahamo, le intelligenze che erano state organizzate prima che il mondo fosse; e fra tutte queste ve n’erano molte di nobili e di grandi; E Dio vide queste anime, che erano buone, e stette in mezzo a loro, e disse:

Questi li farò miei governatori: poiché stava fra coloro che erano spiriti, e vide che erano buoni; e mi disse: Abrahamo, tu sei uno di loro; tu fosti scelto prima di nascere. E ve ne stava uno fra essi che era simile a Dio; ed egli disse a quelli che erano con lui: 

Noi scenderemo, poiché vi è dello spazio laggiù; e prenderemo di questi materiali e faremo una terra sulla quale costoro possano dimorare; E in questo modo li metteremo alla prova, per vedere se essi faranno tutte le cose che il Signore loro Dio comanderà loro;

E a coloro che mantengono il loro primo stato, sarà dato in aggiunta; e coloro che non mantengono il loro primo stato non avranno gloria nello stesso regno con quelli che mantengono il loro primo stato; e a coloro che mantengono il loro secondo stato sarà aggiunta gloria sul loro capo per sempre e in eterno.

E il Signore disse: Chi manderò? E rispose uno, simile al Figlio dell’Uomo: Eccomi, manda me. E un altro rispose, e disse: Eccomi, manda me. E il Signore disse: Manderò il primo.” (Abramo 3:22-27).

Qui vediamo la Creazione, in cui molti dei grandi spiriti vennero raccolti all’interno del Concilio Divino. Abramo era uno di questi grandi angeli.  Dio aveva bisogno di mandarne uno per poter svolgere un azione, in questo caso per soccorrere e salvare l’umanità.

Così come con Isaia, il Signore chiede “Chi dovrei mandare?” e poi mandò il Prescelto sulla terra. Isaia, in questo contesto, diventa un simbolo della preordinazione di Gesù, chiamato come il Salvatore.

Vediamo molte cose che si ripetono nelle visioni che includono il vedere Dio e/o Cristo. Alcune di queste includono vedere Dio sul Suo trono. Altre vedere Dio discendere sulle persone. Spesso è coinvolto un libro, ed un altro legame agli antichi riti del tempio.

LA VISIONE DELL’ALBERO DELLA VITA

Una notte, Lehi ebbe una visione, che i Mormoni al giorno d’oggi chiamano la Visione dell’Albero della Vita. Volendo sapere cosa aveva visto suo padre, anche Nefi pregò per conoscere la visione di suo padre, e ne ricevette anche lui una molto simile, ma forse più vasta.

Anche se erano visioni simili, Lehi era più concentrato sulla sua famiglia, mentre invece Nefi la vide da un punto di vista di una nuova dinastia che andava nel futuro. La visione di Lehi iniziò con l’essere portato nell’oscurità da un angelo.

Dopo un lungo periodo di tempo, Lehi pregò per soccorso, e fu immediatamente portato al di fuori delle tenebre.

Nella sua visione, egli vide svariate cose che simbolizzavano diversi eventi generali nel mondo: un grande edificio che rappresentava l’orgoglio, un misto di tenebre che rappresentavano coloro che si perdono nelle cose cattive della vita, un fiume pericoloso dove scorreva il male, ecc.

Vide inoltre un sentiero che portava all’Albero della Vita. Mentre si stava avvicinando all’Albero, egli espresse quanto fosse bianco e perfetto quell’albero. Quando mangiò del frutto e provò gioia e pace (1Nefi 8,10).

Visto che Nefi desiderava vedere la visione di suo padre, lo Santo Spirito lo portò su un’alta montagna.

Dalla sua cima, Nefi vide L’Albero della Vita, come rappresentazione della Vergine Maria e suo figlio Gesù come il frutto. Nell’antico tempio di Salomone, l’Albero della Vita simboleggiava la moglie di Dio.

Era conosciuta come la Saggezza e come Asherah, tra i tanti nomi. La cosa importante è che il suo frutto era Gesù Cristo, il Salvatore degli uomini.

Nefi vide la vita di Gesù, la sua risurrezione, e vide il Signore avere a che fare con le future generazioni del suo popolo e del mondo.

Nefi vide la futura Bibbia ed il Libro di Mormon, essere portati all’umanità, come i libri sacri coinvolti nella sua visione. Durante la rivelazione, la visione di Nefi si fuse con la visione di Giovanni  nell’Apocalisse.

All’inizio della rivelazione di Giovanni, egli vide Dio sul suo trono con il Divino Concilio attorno a lui (Apocalisse 4). Giovanni ricevette un libro, che Giovanni inghiottì, e gli venne detto che egli aveva la missione di profetizzare davanti a “molti popoli, nazioni, lingue e re” (Apocalisse 10:10-11).

Egli venne guidato attraverso la sua visione da angeli- guida. Essi lo guidarono attraverso diversi disastri e catastrofi che accadevano sulla terra, simboleggiando la caduta dell’uomo dalla grazia di Dio.

Solamente alla fine della sua visione, Giovanni vide il Tempio Celeste, rappresentando il ritorno dell’umanità alla presenza di Dio.

L’Albero della vita figura inoltre nella rivelazione di Giovanni:

“Chi ha orecchi, ascolti ciò che lo Spirito dice alle chiese: a chi vince io darò da mangiare dell’albero della vita, che è in mezzo al paradiso di Dio” (Apocalisse 2:7)

LEHI ED IL LIBERO ARBITRIO/VOLONTÀ

In un importante insegnamento dato a suo figlio, Giacobbe, Lehi discute i concetti chiave derivanti dal tempio. Egli discute la Creazione, la Caduta di Adamo ed Eva, ed all’Espiazione di Cristo (la quale porta il libero arbitrio), e la Restaurazione della presenza di Dio.

“E per portare a compimento i suoi scopi eterni riguardo al fine dell’uomo, dopo ch’egli ebbe creato i nostri primi genitori, e le bestie dei campi e gli uccelli dell’aria, e infine tutte le cose che sono create, era necessario che vi fosse un’opposizione; proprio il frutto proibito in opposizione all’albero della vita; l’uno dolce e l’altro amaro.

Pertanto il Signore Iddio concesse all’uomo di agire da sé. Pertanto l’uomo non avrebbe potuto agire da sé, a meno che non fosse attirato o dall’uno o dall’altro.” (2Nefi 2:15- 16).

Qui possiamo notare il frutto dell’Albero della Vita in contrapposizione al frutto dell’Albero della conoscenza del Bene e del Male.

Ad Adamo ed Eva era permesso di essere sedotti da entrambi, e così di essere in grado di scegliere da se stessi. Infatti, con i due alberi arrivarono due comandamenti: di essere fruttuosi e di moltiplicarsi (Albero della Vita) e di non prendere dell’Albero della conoscenza del Bene e del Male.

Adamo ed Eva non potevano osservare entrambi i comandamenti contemporaneamente, perché mentre erano nel Giardino erano innocenti, e quindi incapaci di moltiplicare sulla terra senza la conoscenza. Lehi vide Satana venire cacciato dal paradiso, agli inizi, e seppe inoltre:

 “E il Messia verrà nella pienezza del tempo, per poter redimere i figlioli degli uomini dalla caduta. E poiché sono stati redenti dalla caduta, essi sono diventati per sempre liberi, distinguendo il bene dal male; per agire da sé e non per subire, se non la punizione della legge nel grande e ultimo giorno, secondo i comandamenti che Dio ha dato.” (2Nefi 2: 26).

Come segnato di sopra, quando alla Creazione, Dio chiese: “Chi dovrei mandare?” Gesù rispose: “Manda me”.

” Pertanto quanto è importante far conoscere queste cose agli abitanti della terra, affinché possano sapere che non c’è nessuna carne che possa dimorare alla presenza di Dio, se non tramite i meriti e la misericordia e la grazia del Santo Messia, che depone la sua vita secondo la carne e la riprende per il potere dello Spirito, perché egli possa far avverare la risurrezione dei morti, essendo egli il primo a dover risuscitare.” (2Nefi 2: 8).

ALMA SPIEGA IL SACERDOZIO PREMORTALE

In Alma 13, il profeta Alma spiegò che il sacerdozio di Dio, dato agli uomini per battezzare e svolgere le Sue grandi opere, fu stabilito prima della Creazione.

“E di nuovo, fratelli miei, io vorrei portare la vostra mente al tempo in cui il Signore Iddio dette questi comandamenti ai suoi figlioli; e vorrei che vi ricordaste che il Signore Iddio ordinò dei sacerdoti secondo il suo santo ordine, che era secondo l’ordine di suo Figlio, per insegnare queste cose al popolo.

E questi sacerdoti erano ordinati secondo l’ordine di suo Figlio, di modo che il popolo potesse da ciò conoscere in che maniera attendere con ansia suo Figlio per la redenzione.

E questa è la maniera secondo cui erano ordinati — essendo chiamati e preparati fin dalla fondazione del mondo, secondo la prescienza di Dio, a causa della loro grandissima fede e delle loro buone opere; essendo in primo luogo lasciati liberi di scegliere il bene o il male; perciò, avendo essi scelto il bene ed esercitando una grandissima fede, erano chiamati con una santa chiamata, sì, con quella santa chiamata che era stata preparata con, e in accordo a, una redenzione preparatoria per loro.

E quindi sono stati chiamati a questa sacra chiamata a causa della loro fede, mentre altri avrebbero rigettato lo Spirito di Dio a causa della durezza del loro cuore e della cecità della loro mente, mentre, se non fosse stato per questo, avrebbero potuto avere un privilegio tanto grande quanto quello dei loro fratelli.

Ossia, prima di tutto essi erano sullo stesso piano dei loro fratelli; così questa santa chiamata è preparata fin dalla fondazione del mondo per coloro che non avrebbero indurito il loro cuore, ed è nell’espiazione del Figlio Unigenito che era stata preparata, e tramite essa.

E così, essendo chiamati mediante questa santa chiamata e ordinati al sommo sacerdozio del santo ordine di Dio, per insegnare i suoi comandamenti ai figlioli degli uomini, affinché anch’essi potessero entrare nel suo riposo — Questo sommo sacerdozio essendo secondo l’ordine di suo Figlio, ordine che esisteva fin dalla fondazione del mondo; o, in altre parole, che è senza principio di giorni o fine d’anni, essendo preparato dall’eternità a tutta l’eternità, secondo la sua prescienza di tutte le cose — Ora, essi furono ordinati in questa maniera — essendo chiamati con una santa chiamata e ordinati con una santa ordinanza, e prendendo su di sé il sommo sacerdozio del santo ordine; chiamata, ordinanza e sommo sacerdozio che sono senza principio né fine — Così essi divengono sommi sacerdoti per sempre, secondo l’ordine del Figlio, l’Unigenito del Padre, che è senza principio di giorni o fine d’anni, che è pieno di grazia, di equità e di verità.

E così è. Amen. Ora, come io dissi riguardo al santo ordine, ossia a questo sommo sacerdozio, ve ne furono molti che furono ordinati e divennero sommi sacerdoti di Dio; e fu a motivo della loro grandissima fede e del loro pentimento, e della loro rettitudine dinanzi a Dio, avendo essi scelto di pentirsi e di praticare la rettitudine piuttosto che perire; Perciò furono chiamati secondo questo santo ordine, e furono santificati, e le loro vesti furono lavate e rese bianche tramite il sangue dell’Agnello.

Ora essi, dopo essere stati santificati dallo Spirito Santo, ed essendo state rese bianche le loro vesti, essendo puri e immacolati dinanzi a Dio, non potevano considerare il peccato se non con ripugnanza; e ve ne furono molti, moltissimi, che furono purificati ed entrarono nel riposo del Signore loro Iddio.” (Alma 13:1-12).

Troviamo diversi concetti del Tempio. Il Tempio è strettamente connesso con il sacerdozio di Dio, Mosè ordinò Aronne ed i suoi figli per poter essere i primi sacerdoti nel Tabernacolo.

Troviamo che nell’esistenza pre- mortale, molti furono fedeli e pre- ordinati per poter ricevere il sacerdozio e per servire Dio in questa vita. Ricevendo questa chiamata speciale, i loro indumenti sono “lavati candidamente” tramite il sangue di Cristo.

Per gli antichi sacerdoti del Tempio, avere  degli indumenti senza macchina prima di poter entrare nel Tempio era di primaria importanza.

LA RIVELAZIONE DI ALMA – ALMA 36

Alma il giovane era notoriamente un giovane uomo, il cui intento e quello dei suoi amici era quello di distruggere la chiesa di Dio. Mentre procedevano nel loro scopo, un angelo gli apparse, dicendo loro di smettere di distruggere la chiesa, o altrimenti Dio avrebbe distrutto loro. Alma collassò ed andò in coma, oppure in un’esperienza di quasi morte, per tre giorni.

Quando descrisse questa esperienza ad Helaman, suo figlio, gli disse:

“Sì, ricordavo tutti i miei peccati e tutte le mie iniquità, per le quali ero tormentato dalle pene dell’inferno; sì, vedevo che mi ero ribellato contro il mio Dio, e che non avevo obbedito ai suoi santi comandamenti.

Sì, e avevo uccisi molti dei suoi figlioli, o piuttosto li avevo condotti alla distruzione; sì, e infine talmente grandi erano state le mie iniquità, che il solo pensiero di venire alla presenza del mio Dio angosciava la mia anima con un orrore inesprimibile.

Oh, pensavo, se potessi essere bandito ed estinguermi anima e corpo, per non essere portato a stare alla presenza del mio Dio, per essere giudicato per le mie azioni! Ed ora, per tre giorni e per tre notti fui angosciato, sì, con le pene di un’anima dannata.” (Alma 36: 13- 16).

La sua pena in questa prigione spirituale od inferno era così orribile, che desiderò di essere annientato. Solamente quando raggiunse la fine della sua corda, non sapendo di nessuna fuga dal suo tormento,

“E avvenne che mentre ero così angosciato dal tormento, mentre ero straziato dal ricordo dei miei molti peccati, ecco mi ricordai pure di aver udito mio padre profetizzare al popolo riguardo alla venuta di un certo Gesù Cristo, un Figlio di Dio, per espiare i peccati del mondo.

Ora, mentre la mia mente si soffermava su questo pensiero, gridai nel mio cuore: O Gesù, tu, Figlio di Dio, abbi misericordia di me che sono nel fiele dell’amarezza e sono circondato dalle catene eterne della morte.

Ed ora, ecco, quando pensai questo, non potei più ricordare le mie pene; sì, non fui più straziato dal ricordo dei miei peccati. Ed, oh! quale gioia e quale luce meravigliosa vidi; sì, la mia anima fu riempita da una gioia tanto grande quanto era stata la mia pena!” (Alma 36: 17- 20).

Credendo in Cristo e nel pentimento, fu salvato dall’inferno e portato in paradiso. Da questo punto di vantaggio, Alma ha spiegato:

“Sì, mi parve di vedere, proprio come vide nostro padre Lehi, Dio seduto sul suo trono, circondato da innumerevoli schiere di angeli, nell’atteggiamento di cantare e di lodare il loro Dio; sì, e la mia anima anelava ad essere là. (Alma 36: 22)”

Come Lehi, Alma vide Dio seduto sul Suo trono. Ebbe una “teofania” (una manifestazione della Divinità). Egli era di nuovo alla presenza del Signore, circondato dal Suo Concilio Divino. Un fatto interessante, è che, a differenza di Lehi ed Isaia, Alma vide la stanza del trono da una certa distanza.

Avrebbe voluto poter essere più vicino ed essere coinvolto con il Concilio Divino, ma avrebbe dovuto prepararsi di più. Anche se era stato purificato dal sangue di Cristo, Alma aveva bisogno di tempo per poter essere santificato ed essere reso sacro tramite il potere dello Spirito Santo.

RITORNARE ALLA PRESENZA DI DIO – 3 NEFI 11- 28

Tramite il Libro di Mormon, possiamo vedere i profeti parlare della terra di promessa, nella quale erano stati portati dal Signore.

Questa terra di promessa è un simbolo fisico della promessa spirituale di poter, un giorno, dimorare alla presenza di Dio.

Il Libro di Mormon parla della tragedia di coloro che vengono cacciati dalla terra di promessa a causa della loro iniquità, e come questo si relazione con l’essere distrutti una volta essere stati condotti davanti alla barra del giudizio di Dio (Alma 11- 12; Mormon 9)

Troviamo che tutti sono chiamati nella terra di promessa, per prepararsi ad entrare alla presenza di Dio, sia fisicamente che spiritualmente.

Forse il più grande esempio di questo lo si trova in 3 Nefi 11, quando il Signore risorto va tra i Nefiti dopo che i malvagi sono stati spazzati dalla faccia della terra. Nei suoi insegnamenti, Gesù dice al popolo che la contesa è la dottrina di Satana.

Egli spiega che la dottrina di Cristo è che il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo sono un solo Dio, e che noi dobbiamo diventare come un solo popolo, così che possiamo essere uno con la Divinità.

Nei seguenti capitoli, Gesù insegna come la fede, il pentimento, il battesimo, il ricevere lo Spirito Santo, il prendere della santa cena, e l’osservare i comandamenti, ci insegni ad essere come Cristo, così da poter essere uniti con gli altri Cristiani e con Gesù e Dio.

Il Signore apparse al fratello di Giared. Nel fare questo, leggiamo:

“E quando ebbe detto queste parole, ecco, il Signore si mostrò a lui, e disse: Poiché tu conosci queste cose, sei redento dalla Caduta; perciò sei ricondotto alla mia presenza; perciò mi mostro a te.” (Ether3: 13).

Posti Sacri, e specificatamente oggi, i Templi, forniscono l’opportunità di ritornare alla presenza di Dio. Il Libro di Mormon ci insegna tramite le lezioni e l’esempio, in che modo succede tutto questo.