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Di solito, quando pensiamo al Tabernacolo o al Tempio di Salomone, pensiamo al sacrificio animale. Anche se questo era una parte importante del rito svolto in questi posti sacri, l’uccidere gli animali non era la parte importante, ma erano il simbolismo e le alleanze svolte nel tempio che avevano una grande importanza per gli antichi Israeliti, compresi i profeti e Gesù.

LA MANGIATOIA ERA UN LUOGO SACRO

Giuseppe e Maria non erano dei senza casa. Erano lontani dalla loro casa di Nazareth, perché dovevano essere a Betlemme per il censimento.

Giuseppe aveva i soldi necessari per affittare una camera, ma non ce ne erano di disponibili, visto che molti discendenti di Re Davide ritornarono per il resoconto.

Ci viene detto che l’unico posto disponibile era una mangiatoia.

Quale posto migliore per dare alla luce Cristo se non una umile stalla? Sembrerebbe che la stalla fosse stata costruita da una delle  grotte utilizzate di solito nell’area per tenere gli animali. La stalla simboleggia il grembo, un posto protetto ed appartato per preparare sia gli animali sia il bambino neonato al mondo esterno.

Per il pastori, i cui occhi vennero riempiti di visioni angeliche e le cui orecchie pulsarono di cori celesti, il loro viaggio dai campi alla piccola cittadina di Betlemme sarebbe diventato un pellegrinaggio. Così come migliaia di Ebrei avrebbero viaggiato ogni anni per il festival al Tempio, così questi umili pastori camminarono verso il loro posto sacro.

Anche se gli animali erano presenti, non ci fu nessun sacrificio. Ma questo era comunque un posto sacro dove i pastori, i re e tutta l’umanità avrebbe potuto trovare l’espiazione per le loro vite piene di peccato. In questo posto sacro, i pastori si trovarono alla presenza del Signore.

Per essi, l’esperienza fu una così grande fonte di ispirazione, da ritornare dagli altri gioendo e spargendo la parola delle cose divine che avevano visto.

Come con Mosè che cercava di condurre Israele sul Monte Sinai, così che essi potessero vedere il visto di Dio, allo stesso modo i messaggeri angelici portarono i pastori dal Dio di Israele.

IL FIUME GIORDANO ERA UN LUOGO SACRO

Giovanni Battista predicò nel deserto vicino al Fiume Giordano, perché “là c’era molta acqua” (Giovanni 3:23).

Insegnando al popolo lontano dalle città, Giovanni aprì la strada alle persone per poter compiere un pellegrinaggio per poterlo sentire predicare. Egli aveva uno scopo speciale:

“secondo ciò che è scritto nel libro delle parole del profeta Isaia: V’è una voce d’uno che grida nel deserto: Preparate la via del Signore, addirizzate i suoi sentieri.

Ogni valle sarà colmata ed ogni monte ed ogni colle sarà abbassato; le vie tortuose saran fatte diritte e le scabre saranno appianate; ed ogni carne vedrà la salvezza di Dio.” (Luca 3: 4 – 6).

Giovanni stava preparando la strada per far si che l’umanità vedesse la salvezza di Dio, perfino Gesù Cristo il Messia.

Giovanni li condusse in un deserto sacro, dove vennero umilmente battezzati per immersione per la remissione dei loro peccati.

Inoltre egli affermò che qualcun’altro avrebbe battezzato non solamente con acqua, ma con lo Spirito Santo di Dio.

Quando Gesù arriverò sulle sponde del Fiume Giordano, Giovanni riconobbe l’importanza di Cristo.

Egli insistette che Gesù avrebbe dovuto battezzare lui, e che non avrebbe dovuto essere l’opposto. Gesù spiegò il motivo per cui Giovanni dovesse battezzarLo: ”

Lascia fare per ora; poiché conviene che noi adempiamo così ogni giustizia.” (Matteo 3: 15)

Quando Gesù uscì dall’acqua, lo Spirito Santo discese sopra di Lui. Il posto e l’evento furono resi sacri in quell’istante. Da quel momento in poi questo luogo fu considerato sacro, la voce del Padre poteva essere udita: ” Questo è il mio diletto Figliuolo, nel quale mi sono compiaciuto.” (Matteo 3:17).

Secondo l’Apostolo Paolo, la voce celestiale disse: “Tu sei il mio Figliuolo; oggi t’ho generato;” (Ebrei 5: 5)- In questo, vediamo che Cristo (il quale è sempre stato Dio e Signore) ha fatto un alleanza con il Padre tramite il battesimo, e facendo in questo modo Egli è rinato di nuovo dal Padre.

Così, Gesù ci mostra il percorso che noi stessi dovremmo intraprendere per poter diventare beneamati figli spirituali del Padre tramite Cristo, degni di stare alla presenza di Dio.

IL MONTE DELLA TRASFIGURAZIONE ERA UN LUOGO SACRO

Gesù condusse tre dei suoi apostoli, Pietro, Giacomo e Giovanni, in cima ad un’alta montagna (Marco 9).

Ogni volta che una persona viene guidata da un angelo, lo Spirito, oppure un profeta di Dio su di una montagna, possono aspettarsi di avere un’esperienza sacra.

Sulla cima di questa montagna, Gesù venne trasfigurato. Il suo viso luccicava, ed Egli fu colmato di gioia.

I profeti antichi, Mosè ed Elias, ora parte del divino concilio angelico di Dio, apparvero. Per i Santi degli Ultimi giorni, questo descrive un’investitura di potere data a Gesù ed ai Suoi apostoli.

Pietro ne rimare così stupito, che richiese di costruire delle tende per stabilire il momento come se fosse un Festival del Tabernacolo.

Celebrato durante la stagione autunnale, è la prima dei tre festival principali a cui ci si aspettava che tutti gli Israeliti viaggiassero verso il tempio per festeggiare. Venivano preparati delle tende o dei tabernacoli e ricoperti con le fronde delle palme e ricordavano i 40 anni di viaggio degli Israeliti nel deserto, fino a quando arrivarono nella Terra di Promessa.

Entrare nella Terra Promessa simboleggiava ritornare alla presenza del Signore.

Per Pietro, l’essere portato alla presenza di Mosè, il quale guidò gli Israeliti attraverso il deserto, e poi vide il Signore in tutta la Sua gloria, stabilì per lui che questo era davvero l’adempimento del Sukkoth, il quale simboleggiava inoltre l’entrare alla presenza del Signore dopo esserne stati giudicati degni.

Ancora una volta, si sentì la presenza di Dio, quando la voce del Padre proclamò: “Questo è il mio diletto figliuolo; ascoltatelo” (Marco 9: 7)

Il pellegrinaggio di Pietro sul monte, guidato da Gesù stesso, lo portò a vedere Cristo nella Sua gloria con i membri del suo concilio divino.

Questa esperienza fu talmente sacra, che Gesù comandò agli apostoli di non parlare di questo evento fino a dopo la sua morte e risurrezione. Possiamo vedere che questo evento non è stato trasmesso liberamente, ma viene tenuto sacro e custodito.

IL GETSEMANI ED IL CALVARIO ERANO LUOGHI SACRI

Il Getsemani era un campo di olive ai piedi del Monte degli Olivi. Gesù visitò il giardino in diverse occasioni per pregare o incontrarsi privatamente con i suoi discepoli.

Letteralmente, Getsemani vuol dire “pressa di olive”, visto che in questo luogo le olive mature venivano pressate per estrarre il prezioso olio. La pressa principale delle olive si trovava in una grotta all’interno del giardino.

In primavera, durante la Pasqua, la pressa per le olive rimaneva ferma, aspettando il raccolto più avanti nel corso dell’anno.

La grotta era comunemente utilizzata come posto di soggiorno per i pellegrini, mentre durante il giorno compivano l’adorazione al Tempio di Erode restaurato.

Alcuni credono che l’ultima notte di preghiere di Gesù nel Getsemani potrebbe avere avuto luogo nella grotta.

In una città piena di un milione di pellegrini, il bosco di alberi di olivi potrebbe non aver fornito abbastanza solitudine.

Per Gesù poter iniziare e finire l’opera della sua vita nelle grotte creava la sacra fine di quella vita.

Mentre alla Sua nascita, i pastori si avvicinarono per poter vedere il viso della salvezza,Gesù stata per iniziare la sua grande opera di espiazione, la quale sarebbe terminata sulla croce.

“Ed egli si staccò da loro circa un tiro di sasso; e postosi in ginocchio pregava, dicendo: Padre, se tu vuoi, allontana da me questo calice! Però, non la mia volontà, ma la tua sia fatta.

E un angelo gli apparve dal cielo a confortarlo.

Ed essendo in agonia, egli pregava vie più intensamente; e il suo sudore divenne come grosse gocce di sangue che cadevano in terra.” (Luca 22: 41 – 44).

Precedentemente quella sera, Gesù diede ai suoi discepoli del vino da bere, come simbolo del sangue “il quale è sparso per voi” (Luca 22: 20). Queste gocce innocenti versate lavarono il terreno sul quale Gesù pregò. Ora era un luogo sacro.

Con la visita di un angelo per rafforzarlo, una luce divina venne di nuovo sulla terra. Se i Suoi discepoli non si fossero addormentati, forse avrebbero anch’essi avuto degli angeli per rafforzarli.

Come sappiamo, il Suo sacrificio sarebbe continuato su un altro monte, il monte del Calvario.

Sulla croce, potemmo vedere il più grande sacrificio mai compiuto; uno che avrebbe posto fine al sacrificio animale ed avrebbe sostituito quel rito con il battesimo e la Santa Cena o Sacramento.

Sulla croce, Gesù ebbe a che fare con le Sue relazioni tra di Lui e gli altri.

Per i soldati Romani che si dividevano i Suoi vestiti, Gesù pregò: “Padre perdona loro perché non sanno quello che fanno.”

Gesù guardò verso Maria e disse a sua madre: “Donna, ecco il tuo figlio. Poi disse al discepolo: Ecco tua madre. E da quel momento, il discepolo la prese in casa sua.” (Giovanni 19: 26 – 27).

In fine, Gesù dovette prendersi cura con la relazione più importante. “O Mio Dio, Perché mi hai abbandonato?”

Per completare la Sua opera, Gesù dovette essere lasciato tutto da solo temporaneamente, senza lo Spirito Santo o senza il tocco dell’amore di Suo Padre.

Dovette terminare l’opera dell’espiazione da solo. Una volta compito, Gesù poté dire “Padre, nelle tue mani rimetto lo spirito mio.” (Luca 23:46).

Nell’essere elevato, Cristo poteva ritornare alla presenza del Padre.

IL TEMPIO DI ERODE COME LUOGO SACRO

Durante la Sua vita mortale, Gesù creò molti suoi posti sacri, ma diete un’attenzione speciale al Tempio, il quale lo chiamò “La Casa di Suo Padre”.

Gesù Bambino nel Tempio

All’età di otto anni, Gesù andò nel tempio con i suoi genitori per la sua circoncisione e benedizione. Nel vederlo, Simeone ed Anna profetizzarono e lodarono Dio per l’opportunità di poter vedere il Messia.

Il Tempio era la Casa del Signore e quindi era in esso la presenza del Signore. Per vedere il Signore, anche da bambino, doveva essere alla presenza di Dio nel Suo tempio.

Gesù all’età di 12 anni

Per il suo ingresso nella mascolinità, Maria e Giuseppe ritornarono a Gerusalemme con Gesù all’età di dodici anni. Dopo aver offerto dei sacrifici, Gesù rimase indietro per imparare e discutere la dottrina e la legge con i scolari e sacerdoti del tempio.

Mentre il sacrificio degli animali procedeva, Gesù passò il suo tempo ponendo domande e rispondendo. Il tempio, poi, è il posto per imparare le cose di Dio. Egli si stava prendendo cura degli “affari di Suo Padre” i quali includevano insegnare nel tempio.

La pulizia del Tempio

In almeno due occasione, Gesù ribaltò i tavoli dei scambiatori di valuta. Le persone arrivavano da altri paesi, per poter adorare durante il festival.

Per poter comprare degli animali per i sacrifici, essi dovevano cambiare le proprie valute straniere. I cambio valuta aggiungevano enormi somme di denaro per poter cambiare le valute o per vendere gli animali per i sacrifici.

Essi approfittavano grandemente del desiderio delle persone di servire Dio nella Loro Casa. Per Gesù, il luogo sacro era stato dissacrato. Solamente ripulendo l’interno del Tempio esso poteva tornare ad essere di nuovo sacro.

La donna colta in adulterio

Una volta, mentre insegnava nel cortile per le donne all’interno del tempio, Gesù venne confrontato dagli scribi e dai Farisei.

Essi gli portarono una donna colta in adulterio. Quando furono descritti i suoi crimini, i Farisei volevano vedere se Gesù l’avrebbe fatta condannare, secondo la Legge di Mosè, oppure se avesse mostrato misericordia. Non venne menzionato nessun uomo colpevole nei riguardi della donna colta nell’atto.

Gesù disegnò sulla sabbia, rendendo il sacro tempio ancora più sacro tramite il tocco del Maestro. Disse agli uomini a colui che era senza peccato di scagliare la prima pietra.

Quando tutti loro se ne andarono con un senso di colpa nella loro coscienza, Gesù chiese alla donna dove fossero i suoi accusatori.

“E Gesù, rizzatosi e non vedendo altri che la donna, le disse: Donna, dove sono i tuoi accusatori? Nessuno t’ha condannata? Ed ella rispose: Nessuno, Signore. E Gesù le disse: Neppure io ti condanno; va’ e non peccar più.” (Giovanni 8: 10 – 11).

Il tempio divenne il posto del perdono e dell’espiazione. E’ dove l’adultera si inginocchiò alla presenza del suo Signore e trovò la salvezza.

L’ULTIMA SETTIMANA DI GESU’

Dopo essere entrato in trionfo all’interno di Gerusalemme, Gesù passò la sua ultima settimana della propria vita predicando ogni giorno all’interno del tempio (Luca 19: 47).

Mentre i sacerdoti ed i capi dei Giudei cercavano di ucciderlo, Egli cercava di aiutarli a vedere che l’adorazione del tempio era molto di più che semplicemente la macellazione degli animali. Gesù portò testimonianza di Suo Padre, e che tutto ciò che poteva pervenire dal Padre tramite Lui.

Egli rispose alle domande sulla risurrezione, sul paradiso, e sul regno di Dio in terra. Essi fallirono nel vedere che davanti a loro nel tempio c’era il Dio di Israele.

Poiché essi rigettarono Cristo, essi sarebbero stati cacciati dalla Sua presenza. La Sua Casa, il Tempio del Signore, La Casa di Dio, Il Vero Santuario, fu distrutto dai Romani nel 70 D. C., lasciandoli senza un luogo dove poter entrare di nuovo alla presenza di Dio.