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Re Davide desiderava costruire un tempio per Geova. Il Tabernacolo era vecchio centinaia di anni e si trovava a Shiloh. Davide portò l’arca dell’alleanza, la quale rappresentava la presenza di Dio, a Gerusalemme per poter avere la presenza di Dio più vicina a se stesso.

Nonostante questo, non c’era nessun posto in Gerusalemme in cui il lavoro di Dio potesse essere svolto.

Essendo un guerriero durante la sua vita, il Signore istruì Davide di preparare una via, ma di lasciare la costruzione a suo figli, Salomone.

SALOMONE COSTRUISCE IL TEMPIO

Salomone non ha risparmiato nessuna spesa per il tempio. Ha ricercato il migliore legno dal Libano, oro ed argento per poter ricoprire le pareti ed i pavimenti.

Era senza alcun dubbio molto impressionante da vedere, una volta completato.

La costruzione del tempio iniziò durante il quarto anno in cui Salomone era re, e impiegarono quattro anni per completarlo. Insieme al palazzo del re stesso, questi progetti furono completati solamente in pochi anni, perché Salomone usava il lavoro degli schiavi dei popoli Ittiti, Amorrei, Perei, Gebusiti, ecc.

Salomone contrattò con il re Hiram di Tiro per il legno e per molte altre cose preziose per poter costruire il tempio.

Riguardo il nome Hiram, i Massoni hanno una tradizione riguardo a Hiram Abiff, il figlio di una vedova (IRe 7:13-14) che fu ucciso per essersi rifiutato di rinunciare alla parola d’ordine segreta conosciuta dai Massoni, collegata con il tempio di Salomone e l’originale Hiram (anche lui figlio di una vedova).

Il cognome, Abiff, non venne trovato nella Bibbia, ma c’è una possibilità che derivi dalla parola Ebraica per “padre” o “abi”.

Nel periodo di Nauvoo, molti Santi degli Ultimi Giorni diventarono dei Massoni. Alcuni segnarono che anche Joseph Smith era un costruttore del tempio, e (in quel periodo) era figlio di una vedova, e quindi forse il nuovo Hiram Biff degli ultimi giorni.

IL SANTO DEI SANTI

Dei Cherubini (angeli guerrieri) furono piazzati nel Santo dei Santi stando a 4 metri di altezza ed a 4 metri di apertura alare che toccava i muri e se stesso nel centro. Sotto li loro era adagiata l’Arca dell’Alleanza. Questa era la sala speciale di Dio e del trono.

Rappresentava il suo trono in cielo, il quale era circondato da angeli in adorazione.

Rappresentava inoltre il Concilio Divino, dove gli arcangeli (angeli governanti) compreso l’angelo guerriero di nome Michele, stava in concilio con Dio (vedere Isaia 6).

Una volta all’anno, il somme sacerdote entrava nel Santo dei Santi ed offriva un sacrificio, cercando la redenzione per tutta Israele. In quel momento, diveniva parte del Concilio Divino, stando in presenza di Dio e dei cherubini e lavorando per la salvezza degli uomini.

BOAZ E JACHIN- I DUE PILASTRI

Furono costruiti due giganteschi pilastri per essere poi posti davanti al tempo. Queste colonne erano alte 18 cubiti (circa 9.63 metri).

I loro nomi erano Boaz (forza) e Jachin (Jan/ Yahweh/ Geova stabilisce). Giovanni il Rivelatore ha fatto una menzione molto significativa di questi due pilastri e come sono collegati ai giusti:

“Il vincitore lo porrò come una colonna nel tempio del mio Dio e non ne uscirà mai più. Inciderò su di lui il nome del mio Dio e il nome della città del mio Dio, della nuova Gerusalemme che discende dal cielo, da presso il mio Dio, insieme con il mio nome nuovo.” (Apocalisse 3:12)

Le colonne erano all’entrata del tempio, dove le persone dovevano passare davanti alle sentinelle o portinai, per assicurare che solo al popolo dell’alleanza (Israele) fosse permesso l’ingresso. Il salmista annotò:

“Poiché un giorno ne’ tuoi cortili val meglio che mille altrove. Io vorrei piuttosto starmene sulla soglia della casa del mio Dio, che abitare nelle tende degli empi.” (Salmi 84:10)

E’ anche possibile che le colonne rappresentassero gli alberi sacri. Il Libro della Vita era un simbolo antico legato al tempio di Salomone, con un albero che cresceva all’interno dei terreni del tempio.

Le colonne potevano rappresentare l’Albero della Vita, e forse l’Albero della Conoscenza del Bene e del Male, il quale rappresentava gli alberi del giardino di Eden.

Bisogna ricordare, i templi rappresentano il cosmo o universo, e gli oggetti che si trovavano nel tempio ed i suoi riti simboleggiavano la nostra marcia attraverso il cosmo.

Ognuno di noi è nato di nuova vita, acquisisce conoscenza, e ricerca la vita eterna tramite Cristo.

LA CONCA DI RAME

Fu inoltre costruita una conca di rame, e fu deposta sopra dodici buoi, i quali rappresentavano le dodici tribù di Israele.

Questa conca era utilizzata per i rituali pulitori secondo la Legge Mosaica. I sacerdoti si sarebbero lavati nella conca per poter essere puliti prima di entrare nel tempio, così come facevano nel Tabernacolo di Mosè.

Era necessario pulirsi prima di entrare nel Tempio, per assicurare che l’iniziato fosse purificato da ogni cosa impura alla presenza del Signore.

Questo rituale di pulizia verrà poi adattato da Giovanni Battista e dagli Esseni (dai rotoli del Mar Morto) e diventerà quello che noi ora chiamiamo il battesimo.

Diventerà un requisito per mostrare il vero pentimento, e per entrare nell’alleanza della comunità o chiesa. Al giorno d’oggi, anche i membri della Chiesa di Gesù Cristo hanno una conca deposta sopra 12 buoi nei loro templi.

Queste vengono utilizzate per i battesimi per procura per gli antenati che sono morti senza l’opportunità di ricevere il battesimo (1 Corinzi 15:29).

E’ in adempimento al mandato di Cristo che ci si deve battezzare per poter entrare nel Regno di Dio (Giovanni 3:5), uno sforzo umile per offrire il battesimo ai nostri antenati deceduti, i quali potrebbero avere avuto l’opportunità di entrare nell’alleanza battesimale.

L’ARCA DELL’ALLEANZA

Prima di terminare il Tempio, viene posta l’arca dell’alleanza sotto i cherubini. C’era così una Casa di Dio ed il Suo simbolo.

“I sacerdoti portarono l’arca del patto dell’Eterno al luogo destinatole, nel santuario della casa, nel luogo santissimo, sotto le ali dei cherubini; poiché i cherubini avevano le ali spiegate sopra il sito dell’arca, e coprivano dall’alto l’arca e le sue stanghe.” (1Re 8: 6- 7).

I cherubini ricoprivano l’arca come se stessero ricoprendo il viso di Dio, così che colui che non era pronto a vedere Dio non avrebbe perito.

Per Israele, e specialmente per Gerusalemme, la presenza di Dio era nella Sua Santa Casa. Gli Israeliti potevano sentire le presenza di Dio tra di loro.

DISTRUZIONE E RICOSTRUZIONE DEL TEMPIO

Per secoli il Tempio riunì gli Israeliti. Gli Israeliti viaggiavano per grandi distante per poter partecipare alla Pasqua, per poter donare sacrifici al Signore nel Suo Tempio.

Anche quando il tempio fu distrutto al tempo di Geremia (circa 600 A. C.), l’obbiettivo del popolo era di poter un giorno tornare e ricostruire il Tempio.

Questo venne predetto da Ezechiele, il quale vide Geova viaggiare su di un trono mobile/ tempio di Babilonia, così che Egli potesse essere con il Suo popolo durante l’esilio.

Alcuni Ebrei esiliati andarono in Egitto, dove costruirono un secondo tempio Ebreo. Quando ritornarono a Gerusalemme, videro la ricostruzione del Tempio come l’obbiettivo primario di Nemea e di Ezra.

Il Tempio di Erode, una versione più grande ed espansa dei templi costruiti da Salomone e Nemea, era il tempio presente nei giorni di Gesù. I Romani distrussero il tempio nel 70 D. C. Da quel momento in poi, gli Ebrei hanno sognato il giorno il cui il tempio sarebbe stato di nuovo ricostruito.

I Santi degli Ultimi Giorni credono che verrà il giorno in cui il tempio Ebreo verrà ricostruito a Gerusalemme. Dovrebbe essere simile nei suoi sacrifici così come veniva compiuto anticamente.

Fino a quel momento, il Signore ha creato un nuovo stile di Templi per i nostri giorni, che l’ulteriore scopo di poter portare la presenza di Dio tra di noi e di poterci insegnare come camminare attraverso il cosmo nella luce di Dio.