i miracoliI miracoli accadono ogni giorno nel lavoro della Chiesa e nella vita dei suoi membri.

Quando ero uno studente al college, quasi 50 anni fa, l’anziano Matthew Cowley (1897-1953), del Quorum dei Dodici Apostoli parlò dei miracoli, ad un pubblico della BYU.

Quel messaggio devozionale ebbe un grande impatto su di me e mi sono sentito di rivisitare il suo soggetto. Come l’anziano Cowley fece, cercherò di fornire una risposta alla domanda del profeta Mormon “E’ finito il giorno dei miracoli?” (Moroni 7:35).

In realtà, molti miracoli accadono, ogni giorno, nel lavoro della nostra Chiesa e nella vita dei nostri membri. Molti di voi hanno visto dei miracoli, forse più di quanti voi crediate.

Un miracolo è stato definito come “un evento benefico che si realizza mediante il potere divino, che i mortali non capiscono e di per sé non si può duplicare.” L’idea che gli eventi sono determinati attraverso il potere divino, è respinta dalle persone più empie e anche da parte di alcuni religiosi.

Tutti noi abbiamo conosciuto persone che hanno ciò che l’anziano Neal A. Maxwell del Quorum dei Dodici Apostoli ha, una volta, definito “la mentalità anti-miracolo.”

Il rifiuto dei miracoli, negli ultimi giorni, era stato profetizzato. Il profeta Nefi predisse che i Gentili avrebbero “buttato via il potere e i miracoli di Dio, per predicare a sè stessi la loro saggezza e il loro apprendimento, per poter ottenere guadagno” (2 Nefi 26:20).

Egli ha anche profetizzato che sarebbero state costruite chiese in cui le persone avrebbero potuto insegnare con il loro apprendimento, negare il potere di Dio e dire alla gente che se qualcuno avesse detto “c’è un miracolo operato dalla mano del Signore, non credetegli; perché ad oggi egli non è un Dio di miracoli” (2 Nefi 28:6).

Alcune persone rifiutano la possibilità dei miracoli, perché non li hanno sperimentati o non possono capire.

Al contrario, il presidente Howard W. Hunter dichiarò:

“Negare la realtà dei miracoli per il fatto che i risultati e le manifestazioni devono essere fittizi semplicemente perché non possiamo comprenderne le modalità con cui sono avvenuti, è un modo arrogante di affrontarli.”

Tipi di Miracoli

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Dallin H. Oaks del Quorum dei Dodici Apostoli

La parola miracolo viene utilizzato in modi diversi. A volte diciamo che qualsiasi avvenimento che non si può spiegare è un “miracolo”.

Per me, un computer è un miracolo. Così come lo sono i telefoni cellulari e i viaggi nello spazio.

Ma queste meraviglie sono spiegabili da leggi fisiche e comprese da alcuni mortali. Io li chiamo i miracoli, perché io personalmente non li capisco e, quindi, non posso duplicarli a volontà.

Un’altra categoria di miracoli, sono i cosiddetti trucchi che alcuni maghi e praticanti religiosi mettono in scena, al fine di produrre eventi sorprendenti, in aiuto alla loro professione o al loro ministero.

Vi ricorderete che i maghi di corte del faraone duplicarono alcuni dei miracoli che Mosè fece, grazie alla potenza di Dio (Esodo 7-8).

Forse questi maghi erano servi del diavolo e del suo potere, ma credo che, più probabilmente, fossero semplici professionisti, esperti di trucchi magici, che hanno usato, per rafforzare la loro posizione nella corte del faraone.

Praticanti religiosi hanno impiegato inganni simili, ai nostri giorni. Circa 40 anni fa, una produzione drammatica professionale prevista per una città del Midwest, fu rinviata perché i produttori non erano riusciti a trovare abbastanza attori professionisti, per svolgere i ruoli richiesti.

Un grande risveglio religioso era in corso in quella città e mi hanno detto che i revivalisti aveva assunto tutti gli attori professionisti disponibili, per interpretare guarigioni miracolose e aumentare le conversioni, per migliorare la loro posizione e gli obiettivi che avevano con il loro pubblico.

Prima di essere troppo critici con tali tecniche, dobbiamo ricordare che ci impegniamo in inganni simili ogni volta che esageriamo, parlando di qualcosa che è accaduto, per stupire il pubblico e fargli pensare che abbiamo vissuto un miracolo o per migliorare la nostra posizione, in altri modi. Quindi, attenzione!

Sappiamo dalle Scritture che persone senza autorità utilizzeranno il nome di Gesù Cristo per lavorare su quelli che sembrano essere miracoli.

Il Salvatore ha insegnato che, nell’ambito del giudizio finale, molti avrebbero detto:

“Signore, Signore, non abbiamo noi profetato nel tuo nome? E in nome tuo cacciato demoni? E in nome tuo operato molte opere potenti? “(Matteo. 7,22).

Vi ricorderete che questi pretendenti vengono respinti dal Signore (Matteo 7,23).

Non ogni manifestazione o miracolo viene da Dio o dall’inganno di un mortale. L’avversario ha grandi poteri per ingannare e li userà per dare la sua versione corrotta dei miracoli autentici su cui lavora la potenza di Dio.

Non dirò di più, su questo, dal momento che credo non sia opportuno dire molto, sui poteri del maligno. E’ sufficiente per noi sapere che il suo potere esiste e che siamo stati avvisati, contro di esso (Apocalisse 13:11-14; DeA 28:11; DeA 50: 1-3).

Passo ora a descrivere due tipi di veri miracoli. Questi due si adattano a tutti gli elementi della definizione: sono provocati dalla potenza divina, i mortali non li capiscono e i mortali non possono duplicarli.

In primo luogo, i miracoli compiuti dal potere del sacerdozio sono sempre presenti nella vera Chiesa di Gesù Cristo. Il Libro di Mormon insegna che “Dio ha fornito un mezzo con cui l’uomo, attraverso la fede, possa operare possenti miracoli” (Mosia 8:18).

Il “mezzo” di cui parla, è il potere del sacerdozio (vedere Giacomo 5:14-15; DeA 42:43-48) e il potere fa’ miracoli mediante la fede (vedere Ether 12:12; Moroni 7:37).

Le Scritture contengono molti racconti di tali miracoli. Elia che ha resuscitato il figlio della vedova e Pietro che ha guarito lo zoppo, sono due esempi familiari della Bibbia (1 Re 17:8-24; Atti 3) e ce ne sono molti altri. Mi limiterò a descrivere alcuni esempi moderni, più tardi.

Un secondo tipo di vero miracolo è il miracolo operato attraverso il potere della fede, senza particolare invocazione del potere del sacerdozio.

Molti di questi miracoli si verificano nella nostra Chiesa, come ad esempio le preghiere di donne fedeli, e molti si verificano al di fuori di essa.

Come Nefi insegnò, Dio “manifesta sè stesso a tutti coloro che credono in lui, per la potenza dello Spirito Santo; sì, a ogni nazione, tribù, lingua e popolo, operando possenti miracoli, segni e prodigi, tra i figli degli uomini, secondo la loro fede” (2 Nefi; 1 Nefi 7:12; Giacomo 5,15).

Macro miracoli

I miracoli di Gesù

Alcuni miracoli colpiscono molte persone. L’ultimo miracolo è l’espiazione di Gesù Cristo, il suo trionfo sulla morte fisica e spirituale per tutta l’umanità. Nessun miracolo è di più ampia portata e più magnifico.

Altri miracoli di vasta portata, impossibili da spiegare tramite i mezzi razionali, si verificano a seguito dell’obbedienza ai comandamenti di Dio.

Quindi, c’è qualcosa di miracoloso nel modo in cui i membri della nostra Chiesa pagano la decima così fedelmente e sono benedetti nel farlo.

Per citare un altro miracolo di vasta portata, non esiste un modo razionale per spiegare il motivo per cui giovani uomini e donne donano da un anno e mezzo a due anni della loro vita, nel bel mezzo della loro strada educativa e con la possibilità di un matrimonio, per subire i disagi di una vita scomoda e altamente disciplinata, come il servizio missionario verso i loro simili.

Altri miracoli si verificano nelle missioni, come il finanziamento ai missionari o alle famiglie troppo povere per sostenerli, ma che lo fanno comunque.

Ancora un altro miracolo è il modo in cui i missionari sono protetti, durante le loro fatiche. Naturalmente abbiamo dei morti fra i nostri giovani missionari, circa dai tre ai sei all’anno, nell’ultimo decennio, tutti morti tragicamente.

Ma i tassi di mortalità ufficiali comparabili all’età dei giovani uomini e donne, negli Stati Uniti, sono otto volte superiori ai tassi di mortalità dei nostri missionari.

In altre parole, i nostri giovani uomini e donne sono otto volte più sicuri, sul campo di missione, rispetto alla popolazione generale dei loro coetanei, in patria. In considerazione dei rischi del lavoro missionario, questo record di mortalità è niente di meno che un miracolo.

Altri miracoli su larga scala si verificano nel lavoro sulla storia familiare, della Chiesa. L’effetto del nostro servizio internet genealogico FamilySearch, è davvero a disposizione di tutti ed è veramente miracoloso.

Dopo un anno, il nostro sito Internet ha, in media, otto milioni di visite al giorno, con visite giornaliere di circa 130.000 persone.

In questo stesso periodo dell’anno, il sito ha registrato utenti da 117 paesi che hanno scaricato più di 410.000 copie del nostro Personal Ancestral File.

Questo è un aumento di otto volte in più, rispetto alla tecnologia precedente. Il lavoro genealogico sta esplodendo in modo miracoloso.

Micro miracoli

I miracoli accadonoIn contrasto a questi miracoli di vasta portata, ci sono le categorie più familiari di miracoli, che hanno un impatto solo su pochi individui.

Le Scritture abbondano di tali miracoli e miracoli grandi come questi dovranno ancora verificarsi.

Li ho visti e così avete fatto voi. Il presidente Spencer W. Kimball (1895-1985), allora membro del Quorum dei Dodici Apostoli, ha detto:

“Abbiamo i miracoli oggi, oltre ogni immaginazione!”.

“Che tipo di miracoli abbiamo? Tutti i tipi: rivelazioni, visioni, lingue, guarigioni, guida speciale e direzione, gli spiriti maligni scacciati.

Dove sono registrati? Nei registri della Chiesa, nelle riviste, nei notiziari e nelle menti e nei ricordi di molte persone.”

La maggior parte di noi è a conoscenza dei miracoli che si sono verificati nella nostra vita personale e nella vita di coloro che amiamo, come i miracoli che coinvolgono nascite e morti e guarigioni miracolose.

Tutti questi sono adempimenti di una promessa moderna del Signore di “mostrare i miracoli, segni e prodigi, per tutti coloro che credono nel mio nome” (DeA 35: 8).

Quando i miracoli non accadono

Ho parlato di miracoli che accadono. Che dire dei miracoli che non accadono?

Molti di noi hanno offerto preghiere alle quali non è stato risposto con il miracolo che avevamo richiesto, nel momento in cui lo desideravamo. I miracoli non sono disponibili su richiesta.

Lo sappiamo dalla rivelazione del Signore, quando dirige gli anziani che devono essere chiamati a mettere le mani sui malati, per benedirli:

“E avverrà che colui che ha fede in me, per essere guarito, e non è nominato fino alla morte, sarà guarito” (DeA 42:48).

La volontà del Signore è sempre fondamentale. Il sacerdozio del Signore non può essere utilizzato per fare un miracolo in contrasto con la volontà del Signore.

Dobbiamo anche ricordare che quando un miracolo si deve verificare, non si verificherà nel modo in cui lo desideriamo noi.

Le rivelazioni insegnano che le esperienze miracolose avvengono “a Suo tempo e a Suo modo” (DeA 88:68).

Perché non sentiamo più parlare di miracoli?

Perché i nostri discorsi alla conferenza generale e nelle riunioni locali, non riguardano di più i miracoli che abbiamo visto? La maggior parte dei miracoli che sperimentiamo, non sono da condividere.

In linea con gli insegnamenti delle Scritture, li consideriamo sacri e li condividiamo solo quando lo Spirito ci spinge a farlo.

La rivelazione sul sacerdozio afferma l’insegnamento biblico in Marco 16:17, che i “segni”, tra cui guarigioni miracolose e altre opere meravigliose, avverranno per “coloro che credono” (vedere anche DeA 84:65).

Allo stesso modo, la rivelazione moderna dice che “non ci si deve vantare di queste cose, non se ne parli davanti al mondo; queste cose sono date a voi per il vostro profitto e per la vostra salvezza” (DeA 84:73).

Un’altra rivelazione dichiara: “Ricordatevi che ciò che viene dall’alto è sacro e se ne deve parlare con cura e su impulso dello Spirito” (DeA 63:64). Il presidente Brigham Young ha spiegato:

“I miracoli, o queste straordinarie manifestazioni della potenza di Dio, non sono per il credente; essi sono per consolare i Santi, e per rafforzare e confermare la fede di coloro che amano, temono e servono Dio, e non per gli estranei.”

I Santi degli Ultimi Giorni generalmente seguono queste istruzioni.

Nel supportare le  testimonianze e nei nostri discorsi pubblici, raramente ricordiamo le nostre esperienze più miracolose e, raramente, ci affidiamo a questi segni per sostenere che il Vangelo è vero.

Noi, di solito, appena affermiamo la nostra testimonianza della veridicità del vangelo restaurato, diamo alcuni dettagli su come l’abbiamo ottenuta. Perchè avviene questo? I segni seguono coloro che credono.

Cercare un miracolo, per convertire qualcuno, è un improprio segno di ricerca.

Per lo stesso motivo, di solito, è inadeguato parlare di circostanze miracolose ad un pubblico generale, che comprende persone con diversi livelli di maturità spirituale.

In un pubblico generale, i miracoli rinforzano la fede per alcuni, ma sono un segnale inadeguato per gli altri.

Ci sono buone ragioni per cui non cerchiamo le conversioni esibendo cartelli. La visione di segni o miracoli non è una base sicura per la conversione.

La storia della Scrittura attesta che le persone convertite da segni e prodigi si dimenticano presto di loro e diventano suscettibili alle menzogne e distorsioni di Satana e dei suoi servi (Helaman 16:23; 3 Nefi 1:22; 3 Nefi 2:1; 3 Nefi 8:4).

“In contrasto con la testimonianza dello Spirito, che può essere rinnovato di volta in volta in base alle esigenze di un degno destinatario, la visione di un segno o la sperimentazione di un miracolo è un evento che, una volta che si esaurirà nella memoria del suo testimone, può oscurare il suo impatto su di lui o lei.”

Il presidente George Q. Cannon (1827-1901), che ha servito per più di un quarto di secolo nella Prima Presidenza, ha osservato:

“E’ una questione di osservazione, tra coloro che hanno avuto esperienza in questa Chiesa, che quando gli uomini sono stati portati in Chiesa con queste manifestazioni, hanno richiesto un susseguirsi costante di esse, per tenerli nella Chiesa; la loro fede ha dovuto essere costantemente rafforzata dalla testimonianza di tali manifestazioni; ma dove sono stati convinti con l’effusione dello Spirito di Dio, sono stati più propensi a stare in piedi, hanno avuto più probabilità di subire persecuzioni e di essere messi alla prova, rispetto a coloro che sono stati convinti attraverso qualche manifestazione soprannaturale.”

Condividere i miracoli

Condividere i miracoli

Anche se, in genere, consigliamo di non parlare di cose sacre, come i miracoli a cui abbiamo assistito, ci sono momenti in cui lo Spirito ci spinge a condividere queste esperienze, a volte anche in un ambiente dove verrà pubblicato il nostro racconto.

I miracoli scritti nelle Scritture erano ovviamente destinati ad essere condivisi, di solito per rafforzare la fede di coloro che già credevano.

I servi moderni del Signore hanno anche sentito di dover descrivere gli eventi miracolosi, per rafforzare la fede dei credenti.

Molti di questi sono stati pubblicati. Ho scelto di condividere alcuni di questi, qui di seguito.

Pochi anni dopo che i pionieri arrivarono nella Valle del Lago Salato, un giovane uomo prese un gruppo di buoi, nel Millcreek Canyon, in una fredda giornata d’inverno, per trovare della legna, per costruire una casa. Era molto freddo e la neve era alta.

La sua slitta avrebbe portato cinque grossi tronchi.

Dopo aver caricato il primo, si è girato per caricarne un altro. In quell’istante, il tronco messo sulla slitta, di quasi 7 metri di lunghezza e circa 25 cm di diametro, scivolo fuori dalla slitta e rotolò su di lui, colpendolo nell’incavo delle gambe.

Fu gettato faccia avanti, sui quattro tronchi ancora a terra e resto lì, da solo, senza alcun modo di potersi liberare. Sapeva che sarebbe congelato a morte e sarebbe morto da solo, in montagna.

L’evento seguente che questo giovane pioniere ricordò è che si stava svegliando, seduto su un carico di cinque tronchi ben rilegati sulla sua slitta, con i suoi buoi che tiravano il carico lungo il canyon. Nella sua storia personale, egli scrisse:

“Chi è stato a liberarmi dal tronco, ha caricato la mia slitta, ha attaccato i miei buoi ad essa e mi ha messo lì sopra, non lo posso dire.”

Trentatre anni dopo, quel giovane pioniere, Marriner Wood Merrill, fu ordinato apostolo.

Molti miracoli avvengono per aiutare le persone a perseguire le loro storie familiari personali. In un racconto su Church News, una donna ha detto come è tornata alla sua casa ancestrale in Giappone, per cercare informazioni sui suoi antenati.

Dopo non aver trovato nulla, nei documenti ufficiali, nelle biblioteche locali e nei cimiteri, si arrese e si stava allontanando a mani vuote, quando si perse e, in qualche modo, venne guidata ad un cimitero di cui non conosceva l’esistenza.

Dal finestrino, vide un nome familiare su una lapide, si fermò, e trovò molti dati, con le informazioni che cercava.”

Guarigioni miracolose attraverso le benedizioni del sacerdozio e la preghiera di fede sono familiari, sono avvenute per molti di noi.

Un’esperienza simile si trova sulla rivista Friend. Durante la sua infanzia, l’anziano John M. Madsen era afflitto da polmonite doppia.

Dopo aver esaminato il bambino, un medico disse ai suoi genitori che non poteva fare nulla per lui e non aveva offerto loro nessuna speranza che sarebbe vissuto, oltre la notte.

Presto il bambino sprofondò in uno stato di incoscienza.

Quando sua madre provò il polso e non riuscì a trovare il battito, pregò con fervore e il padre diede al bambino morente una benedizione del sacerdozio. Immediatamente egli riprese coscienza e cominciò a sentirsi meglio.

Nel suo grande discorso sui miracoli, l’anziano Matthew Cowley racconta di diverse guarigioni miracolose, compresa quella che si è verificata mentre stava servendo come presidente di missione, tra il popolo Maori della Nuova Zelanda.

Una Domenica, un padre portò un bambino di nove mesi davanti al fratello Cowley, chiedendo che gli venisse dato un nome e una benedizione. Qui cito fratello Cowley:

“Ho detto: ‘Va bene, qual è il nome?’ Così egli mi disse il nome e stavo per iniziare, quando mi chiese: ‘A proposito, dagli la vista, quando gli dai un nome.

E’ nato cieco.’ Mi scioccò, ma poi mi dissi: “Perché no? Cristo disse ai suoi discepoli, quando li lasciò: ‘Cose più grandi di quello che ho fatto, voi farete.’” (Vedi Giovanni 14:12.)

Ho avuto fede nella fede del padre. Dopo che ho dato a quel bambino il suo nome, ho finalmente chiesto che gli venisse data la vista.

Quel ragazzo ha circa dodici anni, ormai. L’ultima volta che andai lì, ebbi paura di chiedere informazioni su di lui. Ero sicuro che fosse ancora cieco.

Questo è il modo in cui la mia fede, a volte, funziona. Così ho chiesto al presidente del ramo. Ed egli mi disse: ‘Fratello Cowley, la cosa peggiore che hai mai fatto, è stata benedire quel bambino, perchè ricevesse la vista.

E’ il ragazzo più cattivo del quartiere; sempre nei guai.’ Ragazzi, ero entusiasta di quel ragazzo sempre nei guai!”

Il presidente Gordon B. Hinckley ha condiviso un altro miracolo, riguardante la restituzione della vista: “Ricordo una volta, quando sono arrivato a Hong Kong, mi è stato chiesto se volevo visitare una donna, in ospedale, i cui medici avevano detto che stava diventando cieca e avrebbe perso la vista, entro una settimana.

Ella ha chiesto se potevamo benedirla e abbiamo fatto così ed ella afferma di essere stata miracolosamente guarita. Ho un dipinto, in casa mia, che mi ha dato, che dice, sul retro:

‘Per Gordon B. Hinckley, in grato apprezzamento per il miracolo di avermi salvato la vista.’ Le dissi: ‘Non sono io, che ti ho salvato la vista . Naturalmente, è il Signore che l’ha salvata. Ringrazia Lui e sii grata a Lui.'”

Come ho detto prima, il Signore fa miracoli in risposta alla fede dei suoi figli. Nessuna denominazione, nemmeno la Chiesa, ha restaurato il monopolio sulle benedizioni del Signore. Egli ama e benedice tutti i Suoi figli.

In un aeroporto, un giorno, ho preso una copia del Dallas Morning News. I miei occhi sono stati attirati da un rapporto di un giornalista, riguardo ad una lettera che parlava di un notevole miracolo.

A cinque anni, la nipote dello scrittore, Heather, era diventata improvvisamente febbricitante e letargica. Respirava a fatica e le sue labbra diventavano blu.

Era arrivata in ospedale, i suoi reni e i polmoni si erano bloccati, la febbre era a 41,5 gradi e il suo corpo era di colore rosso vivo e coperto di lesioni viola. I medici dissero che stava morendo a causa di una sindrome da shock tossico, per un motivo sconosciuto.

Quando si sparse la voce tra parenti e amici, le persone timorate di Dio, dalla Florida alla California, iniziarono a pregare per Heather.

Su richiesta del nonno, si tenne un servizio di preghiera speciale nella loro Chiesa di Cristo, presso la congregazione a Waco, in Texas.

Miracolosamente, Heather ritornò improvvisamente dal baratro della morte e venne rilasciata dall’ospedale, in poco più di una settimana.

L’editorialista concluse che Heather “è la prova vivente che Dio risponde alle preghiere e ai miracoli.”

Di solito non parliamo di doni spirituali come di un miracolo, ma a volte l’effetto di un dono spirituale è miracoloso.

Per esempio, molti missionari che devono imparare una nuova lingua, sono benedetti con il dono delle lingue.

Il più delle volte questo dono accelera semplicemente il normale processo di apprendimento, ma a volte il suo effetto è così immediato che può essere chiamato solo “miracolo”. Un giovane presidente di missione ha sperimentato questo, nel Sud Pacifico, nel 1913.

John Alexander Nelson Jr. parlava samoano, ma non tongano. Quando arrivò, per un incarico in Tonga, scoprì che era stato programmato che egli parlasse ad una congregazione di 300 metodisti.

Iniziò, nella fede, imparando alcune frasi di saluto che conosceva nella lingua tongana e, poi, improvvisamente, si ritrovò a parlare in tongano. Parlò senza esitazione, per quasi un’ora “correntemente, come qualsiasi nativo.”

Il libro di Eric B. Shumway, sui santi tongani: “Retaggio di fede”, descrive molti altri miracoli vissuti in quelle isole di fede.

Ad esempio, nel bel mezzo del ciclone che aveva devastato Vava’u, nel 1961, un padre tongano, motivato dal potere del sacerdozio, che guarisce un corpo, non vedeva alcuna ragione perché non potesse anche “curare” la tempesta che infuriava.

Il fratello Shumway scrive: “la sua benedizione drammatica, al culmine dell’uragano, salvò la sua casa e le persone che vi avevano preso rifugio.”

In un’altra esperienza, le onde dell’oceano, si stavano abbattendo su una spiaggia, in un momento in cui i missionari avevano programmato alcuni battesimi. Un anziano “uscì e benedisse l’oceano, comandando che fosse ancora calmo, così che queste ordinanze sacre potessero realizzarsi.”

Quasi istantaneamente l’oceano si calmò e cinque persone furono battezzate. Poi, appena il gruppo di allontano dal mare, “le onde si abbatterono di nuovo nel punto esatto in cui si erano svolte le sacre ordinanze.”

Uno dei più grandi miracoli che possiamo immaginare è che qualcuno possa essere riportato in vita, dopo essere morto per un certo tempo. Così è stato con Lazzaro, che Gesù ha risuscitato (vedi Giovanni 11:17, 39-44). Così è stato con altri, ai nostri giorni.

Il miracolo di resuscitare qualcuno dai morti è così eccezionale e così sacro che coloro che hanno avuto il privilegio di vederlo, non dovrebbero mai parlarne pubblicamente, a meno che lo Spirito li induca specificamente a farlo.

La nostra letteratura pubblicata, contiene due esempi che posso condividere. Il primo è contenuto anche nel discorso di Matthew Cowley, che mi ha colpito così profondamente quando ero studente alla BYU. Cito:

“Sono stato chiamato in una casa, in un piccolo villaggio, in Nuova Zelanda, un giorno. Le sorelle della Società di Soccorso stavano preparando il corpo di uno dei nostri santi.

Avevano messo il suo corpo davanti alla grande casa, come chiamano la casa dove le persone vanno a gemere e piangere per i morti, quando arrivò il fratello del morto.

Mi disse: ‘Benedicilo.’ E i giovani nativi dissero: ‘Perché? Non si deve fare; è morto.’ ‘Fallo!’…

“Il nativo più giovane si mise in ginocchio e unse quest’uomo. Allora, questo grande anziano saggio scese e lo benedisse e gli comandò di alzarsi.

Avreste dovuto vedere la Società di Soccorso, con le sorelle che scappavano via. Egli si mise a sedere e disse: ‘Chiamate gli anziani; non mi sento molto bene.’

Gli dicemmo che era stato appena benedetto e lui rispose: ‘Oh, ecco cos’era.’ E, poi, disse: ‘Ero morto. Sentivo la vita tornare in me, come se mi srotolassero da una coperta.’ Egli sopravvisse al fratello che era venuto a chiederci di benedirlo.”

Un’altra esperienza sacra è legata al libro “Santi tongani”. E’ accaduta mentre l’anziano Iohani Wolfgramm e sua moglie stavano servendo una missione, nella loro nativa Tonga, e presiedevano un ramo su un’isola periferica.

La loro figlia di tre anni, venne accidentalmente investita da un taxi pieno. Quattro degli occupanti del taxi, portarono dolorosamente il suo corpo senza vita, ai genitori.

“La sua testa era stata schiacciata e il suo viso era terribilmente sfigurato.”

Gli aiutanti si offrirono di prendere il corpo della bambina e portarlo in ospedale, in modo che i medici potessero riparare la testa, gravemente danneggiata, e il viso, per il funerale.

Ora cito le parole di suo padre, l’anziano Wolfgramm: “Ho detto loro che non volevo che la prendessero, ma che avrei chiesto a Dio quello che dovevo fare e, se fosse possibile, ridarle la sua vita”.

Gli aiutanti portarono il corpo della bambina nella cappella. L’anziano Wolfgramm continuò:

“Ho chiesto loro di tenerla, mentre le davo una benedizione del sacerdozio. Da allora, i curiosi del villaggio si affollavano per vedere la nostra piccola figlia colpita.

Mentre stavo per procedere con la benedizione, ho sentito la lingua legata.

Lottavo per parlare e avevo la netta impressione che non avrei dovuto continuare con l’ordinanza. Era come se una voce mi parlasse, dicendo:

‘Questo non è il momento giusto, perché il luogo è pieno di schernitori e non credenti. Attendi un momento più privato’.

“La parola tornò, in quel momento, e mi rivolsi al gruppo: ‘Il Signore mi ha impedito di benedire questa bambina, perché ci sono non credenti tra di voi, che mettono in dubbio questa sacra ordinanza.

Per favore aiutatemi, andando via, così posso benedire la mia bambina.'”

Le persone se ne andarono, senza offendersi. I genitori addolorati portarono la bambina a casa loro, misero il suo corpo sul letto e la coprirono con un lenzuolo.

Tre ore passarono e il suo corpo cominciò a mostrare gli effetti della morte.

La madre implorò il padre di benedirla, ma egli disse che si sentiva ancora trattenuto. Infine, ebbe l’impressione che era arrivata l’ora di procedere. Torno alle sue parole:

“Tutti i presenti in casa, in quel momento, erano persone con fede nelle benedizioni del sacerdozio.

La sensazione di quello che avrei dovuto fare e dire, era così forte, in me, che sapevo che Tisina avrebbe recuperato completamente, dopo la benedizione.

Così, le ho unto la testa e l’ho benedetta nel nome di Gesù Cristo, di stare bene e tornare normale.

Ho benedetto la testa e tutte le sue ferite, affinchè guarissero perfettamente, ringraziando Dio per la sua bontà verso di me, poichè mi aveva permesso di tenere il sacerdozio e riportare la vita in mia figlia.

Gli ho chiesto di aprire le porte del Paradiso, così da poterle dire di tornare di nuovo nel suo corpo e vivere. Il Signore ha, poi, parlato al mio cuore e mi ha detto: ‘Lei tornerà domani. Allora sarete riuniti.'”

I genitori trascorsero una notte ansiosa, accanto al corpo della bambina, che sembrava essere senza vita. Poi, improvvisamente, la bambina si svegliò, viva e vegeta. Il racconto di suo padre, finisce così:

“La afferrai e le esaminai la testa e il viso. Erano perfettamente normali.

Tutte le sue ferite erano guarite; e da quel giorno in poi, ha vissuto senza complicazioni dovute all’incidente. La sua vita è stato il dono miracoloso ricevuto dal Padre celeste, durante le nostre fatiche missionarie a Fo’ui.”

I miracoli che ho sperimentato

Miracoli moderniHo visto un bel po’ di miracoli, durante il mio servizio nella Chiesa. Mi sento di poterne condividere due, in questo momento.

Ho avuto un’esperienza, con il dono delle lingue, in un paese di recente apertura, la Bulgaria. A Novembre del 1990 abbiamo inviato dei missionari in Bulgaria.

Una manciata di anziani è entrata dalla Serbia, senza alcun contatto o formazione, nella lingua bulgara. Attraverso le loro fatiche e le benedizioni del Signore, abbiamo avuto subito 45 membri bulgari.

Nel mese di Aprile 1991 sono andato in Bulgaria, con il Presidente di Area, Hans B. Ringger e il presidente di missione Dennis B. Neuenschwander.

Lì, la maggior parte dei nostri membri e circa 150 ricercatori, erano riuniti in un edificio civico di Sofia, per un caminetto in cui dovevo parlare. La mia interprete era Mirella Lazarov, un membro nuovo, battezzato a 20 anni.

Tra il pubblico vi erano molti professionisti e alcuni funzionari del governo. Avevo pregato con fervore per avere una guida, in questo discorso, ma avevo avuto poco tempo per la preparazione.

Ho cominciato dicendo al pubblico qualcosa sulla Chiesa di Gesù Cristo dei Santi degli Ultimi Giorni e sul come fosse diversa dalle altre chiese cristiane.

Poi, ho sentito di dover parlare dell’Apostasia, cosa che ho fatto in dettaglio.

In tal modo, ho completamente dimenticato che stavo parlando attraverso un’interprete, che era membro da soli cinque mesi e non aveva quasi nessuna esperienza, in materia di apostasia.

Dimentico di questo, non ho fatto nessun tentativo di parlare in termini semplici, ma ha fatto largo uso di parole inglesi non familiari, coinvolte in una spiegazione dettagliata dell’Apostasia e della Restaurazione.

Dopo che la folla era andata via, sorella Lazarov, in lacrime, mi ha raccontato la sua esperienza unica, nella traduzione del mio discorso.

Nonostante la sua conoscenza della lingua inglese, a volte mi sentiva parlare di parole o pensieri che non capiva in inglese.

Ha detto che ogni volta che questo accadeva, “un’altra voce” parlava attraverso di lei, così si è ritrovata ad usare parole o concetti spiegati in bulgaro, che non capiva in inglese.

Le ho detto di amare questa esperienza e testimoniarla agli altri. Aveva sperimentato il dono delle lingue, in una circostanza classica in cui il Signore dà un dono spirituale ad una persona, in modo che gli altri suoi figli possano essere edificati e la sua opera possa essere diffusa (vedere DeA 46:9).

Ho sperimentato un altro miracolo, nel corso di un tentativo di golpe militare, per rovesciare il governo del presidente delle Filippine, Corazon Aquino, nel Dicembre 1989.

Molte persone erano state uccise, in quasi una settimana di pesanti combattimenti tra ribelli e truppe governative fedeli. Il sito principale di questo combattimento era Camp Aguinaldo, che confina con il nostro tempio di Manila.

Durante il primo giorno del tentato colpo di stato, spari e bombardamenti potevano essere sentiti dal nostro tempio. Quella notte, la strada di fronte al tempio è stata occupata da veicoli blindati ribelli, camion e molti soldati.

Con l’avvento della luce del giorno del Sabato, queste forze ribelli scambiavano spari con le truppe governative fedeli a Camp Aguinaldo. Aerei sparavano razzi e lasciavano cadere le bombe.

Verso le 15:00 del Sabato pomeriggio, i soldati ribelli violarono la porta del tempio e lo occuparono.

In quel momento avevamo cinque dipendenti filippini lì: tre uomini della sicurezza e due custodi.

Il nostro presidente del tempio, Floyd H. Hogan, li istruì per telefono di non resistere ai soldati che entravano nel recinto del tempio o nella dependance del tempio, che ospitava impianti ausiliari come l’elaborazione dei nomi, ma di proteggere il tempio e restare lì.

L’uomo in carica, il fratello Espi, scrisse in seguito che egli lavorò per sviluppare un buon rapporto con i soldati ribelli, per convincerli che, anche se volevano avere accesso al tempio, “a causa della natura sacra del tempio, non avrebbero dovuto cercare di entrare.”

Sabato pomeriggio e Domenica mattina, c’erano quasi continui scambi di fuoco tra le truppe governative a Camp Aguinaldo e i ribelli intorno al campo, compresi quelli che occupavano il nostro tempio.

Fratello Espi più tardi scrisse: “Abbiamo tutti pensato che eravamo da soli, ma comunque abbiamo chiesto al nostro Padre celeste di rafforzare ciascuno di noi e di risparmiare il tempio dalla profanazione.”

Anche altri stavano pregando. Nella sua relazione, in seguito, il presidente di zona, George I. Cannon, scrisse: “La Domenica, quando la ribellione stava continuando, era Domenica di digiuno. In tutte le Filippine, i membri stavano pregando e digiunando per il tempio, per i membri e per i missionari.”

Domenica mattina, un elicottero da combattimento del governo apparve e mitragliò nelle vicinanze del tempio, ma si ritirò a causa di una dura resistenza da parte di mitragliatrici calibro 50, dei ribelli.

Verso mezzogiorno, quel giorno, un aereo di aviazione lasciò cadere alcune bombe che colpirono la casa di residenza, nei pressi del tempio. Frammenti di bomba ruppero le finestre nel tempio.

Domenica sera, a Manila, la radio riferì che il tempio mormone era nelle mani dei ribelli, ma che una forza di governo si stava muovendo per scacciarli.

In tale momento, il presidente Hogan, il presidente del tempio e un colonnello in pensione, militare degli Stati Uniti, entrarono in azione. Fece a piedi il pericoloso tratto dalla casa del presidente al tempio, passando tra le truppe del governo.

Ci si accorse che il loro comandante aveva dato ai ribelli un’ora per arrendersi e pianificato di attaccarli alle 11:00 P.M.

La sua forza, inclusi i mezzi blindati, mortai pesanti e almeno 150 soldati, era nella superiorità numerica e potevano facilmente sconfiggere le forze ribelli, nel tempio.

Ma il loro attacco avrebbe ovviamente impiegato armi pesanti e colpi di fucile e avrebbe potuto causare gravi danni alle strutture del tempio.

Il presidente Hogan chiese al comandante di aspettare fino a quando la luce del giorno fosse arrivata, perché i ribelli avrebbero abbandonato il recinto del tempio e nessun attacco sarebbe stato necessario.

Il comandante insistette che doveva seguire i suoi ordini e il presidente Hogan non fu in grado di contattare il generale che aveva dato l’ordine, per vedere se avrebbe potuto ritirarlo.

Durante quel periodo, ero membro del Quorum dei Dodici, e il presidente di Area delle Filippine mi aveva contattato per chiedere aiuto, presso la sede.

Trenta minuti prima della scadenza delle undici, il presidente di zona, a Manila, George I. Cannon, mi telefonò per segnalare che il nostro tempio e i giardini erano l’ultima roccaforte dei ribelli, rimasta a Manila, e l’esercito aveva ammassato artiglieria e truppe per un assalto, in qualsiasi momento.

Disse di aver fatto tutto il possibile con il governo filippino e l’ambasciatore americano, per scoraggiare l’attacco, ma senza successo. Erano, allora, le 7:30 di Domenica, a Salt Lake City.

Ci fu una notevole coincidenza: in realtà, ci fu uno di quegli avvenimenti che non possono essere una coincidenza.

La Prima Presidenza e il Quorum dei Dodici Apostoli avevano programmato un insolito incontro, per domenica mattina.

Alle 8:00, il 3 Dicembre, soli 30 minuti dopo aver ricevuto l’allarmante rapporto da Manila, la Prima Presidenza riunì il Quorum dei Dodici, inginocchiati, in preghiera, e implorò il Signore di intervenire, per proteggere la sua casa.

L’anziano Marvin J. Ashton guidò la nostra preghiera. Quando pregammo, erano le 23:00 di Domenica sera, a Manila, l’ora esatta scelta per l’assalto.

L’attacco non è mai avvenuto. Venti minuti dopo la nostra preghiera, il presidente Cannon telefonò alla sede centrale della Chiesa, per annunciare che il comandante militare aveva improvvisamente deciso in modo contrario ad un assalto notturno.

La mattina dopo, orario delle Filippine, il presidente Hogan chiamò per dire che i ribelli si erano arresi, durante la notte. Ho registrato nel mio diario: “Considero questo un miracolo di intervento divino, non meno impressionante di molti registrati nella Sacra Scrittura”.

Lunedì mattina, il presidente Hogan ispezionò il tempio. Aveva segni di schegge e molte finestre rotte sul lato nord, ma dentro, nessuna delle sue stanze chiuse era stata profanata. Il tempio stesso non era stato profanato e non era stato danneggiato.

Un totale di sei colpi di mortaio o razzi, erano esplosi all’interno del tempio. Dalla loro traiettoria, il presidente Hogan concluse che alcuni di questi gusci dovevano essere passati tra le guglie del tempio.

L’edificio che ospita il presidente del tempio, nelle vicinanze, era stato colpito da quattro o cinque razzi e aveva subito gravi danni. Il tempio di Manila venne aperto per le sessioni normali, il giorno successivo.

Una settimana dopo, ricevetti una lettera dall’ambasciatore filippino, negli Stati Uniti, Emmanuel Pelaez, che avevo recentemente ospitato presso la sede centrale della Chiesa.

La sua lettera mi spiegò come aveva lavorato dietro le quinte, non appena aveva saputo che il nostro tempio era stato minacciato, per sollecitare l’esercito filippino a “fare tutto il possibile” per risparmiare questo edificio sacro, da eventuali danni.

Dopo che la battaglia si concluse, gli avevano riferito che erano “stati attenti ai loro contro-bombardamenti, in modo da non causare danni” al tempio.

Ho concluso che il Signore aveva lavorato dietro le quinte, attraverso questi servi del governo, per salvare la sua casa.

Quando ero nelle Filippine, pochi mesi dopo, ho controllato personalmente il tempio e il parco e ho scoperto che, nonostante tutti i bombardamenti e gli scambi di arma da fuoco, alcuni metri all’interno di questo edificio sacro, esso era completamente salvo da ogni colpo, ad eccezione di uno foro di proiettile, a quanto pare un solo colpo di un fucile randagio, in cima al più alto campanile.

Come scrissero il presidente e la sorella Donald L. Hilton, di Manila, Missione delle Filippine, in una lettera inviata ai loro missionari:

“Un esercito invisibile di angeli ha assistito i guardiani del tempio, fedeli che il tempio non venisse profanato.”

Il miracolo più grande di tutti

Ho parlato di miracoli. Ho dato illustrazioni di miracoli avvenuti nella Chiesa, nel suo insieme e in molte circostanze diverse, che coinvolgono un paio di individui o un determinato periodo di crisi o di guerra.

Ma il miracolo più grande non è in cose come ridare la vista ai ciechi, guarire una malattia o anche risuscitare i morti, poiché tutte queste cose accadranno, in ogni caso, nella Resurrezione.

Resuscitare corpi o proteggere templi sono miracoli, ma un miracolo ancora più grande è un possente mutamento di cuore da parte di un figlio o di una figlia di Dio (vedere Mosia 5:2).

Un cambiamento del cuore, tra cui nuovi atteggiamenti, nuove priorità e desideri, è più grande e più importante di qualsiasi miracolo che coinvolge il corpo. Ripeto, il corpo risorgerà in ogni caso, ma una modifica riguardante ciò che la Scrittura chiama il “cuore” di un figlio o una figlia di spirito di Dio è un cambiamento il cui effetto è eterno.

Se del tipo giusto, questo cambiamento apre la porta al processo di pentimento, che ci purifica e ci permette di dimorare alla presenza di Dio.

Introduce la prospettiva e le priorità che ci portano a fare le scelte che ci qualificano per la vita eterna”, il più grande di tutti i doni di Dio” (DeA 14:7).

Miei cari fratelli e sorelle, prego che ognuno di noi possa vivere e persistere in quel miracolo del possente mutamento di cuore, che possiamo realizzare il destino che Dio ha prescritto per tutti i Suoi figli, e lo scopo di questa Chiesa, di portare la vita eterna agli uomini e alle donne.

Questa è la Chiesa di Gesù Cristo e Lui è il nostro Salvatore, il nostro Redentore e Colui che ci resuscita.

Noi siamo i Suoi figli spirituali, spiritualmente generati dal Suo sacrificio nel Getsemani e sul Calvario e abbiamo la possibilità di qualificarci per la vita eterna. Possa Dio benedirci a farlo.

Parliamone

La maggior parte degli articoli dell’Ensign possono essere utilizzati per le discussioni per la serata familiare. Le seguenti domande sono, a tal fine, per la riflessione personale:

  1. Qual è lo scopo dei miracoli?
  2. Perché non è saggio basare la nostra testimonianza sui miracoli?
  3. Quando è opportuno o inopportuno discutere dei miracoli a cui abbiamo assistito?
  4. Perché un “possente mutamento di cuore” è un grande miracolo?

Tratto da un discorso tenuto ad una riunione al caminetto del Sistema Educativo della Chiesa, a Calgary, Alberta, in Canada, il 7 Maggio 2000.

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