perdonare gli altriMi dispiace. Molti di noi amano ospitare degli amici per cena, ci immaginiamo le loro famiglie che pregano per loro sperando che vengano nutriti a dovere.

Alcuni di noi ricordano quando degli amici dei nostri figli li hanno ospitati e provano gratitudine per il fatto che abbiano ricevuto pasti abbondanti.

È bellissimo crogiolarsi nello spirito che portano nelle nostre case ed è un onore nutrire questi giovani, figli intraprendenti del Signore.

In alcune occasioni si ha l’opportunità di dare loro alcuni consigli, spesso questi rispecchiano ciò che gli hanno insegnato i loro genitori (ma si ha sempre bisogno che qualcuno che non sia un genitore faccia eco a questi saggi consigli).

L’ultima volta che abbiamo ospitato degli amici locali è saltato fuori un argomento che mi ha dato l’opportunità di distribuire un po’ di saggezza e che spero ricorderanno in futuro.

Uno di loro aveva offeso un suo nuovo amico e pianificava di scusarsi, gli ho detto che quella sarebbe stata la mossa più intelligente che avrebbe potuto fare, dopodiché ho spiegato ad entrambi quanto fosse importante che acquisissero questa abilità.

Mi dispiace

La capacità di dire “Mi dispiace” può spesso avere più potere di qualsiasi altra cosa possiate fare e, vedendola da questo punto di vista, è vitale per un matrimonio felice.

Dire “Mi dispiace” (ovviamente con intento reale) può costruire un ponte quasi istantaneamente, dice all’altra persona che vi pentite veramente per il dolore che avete causato, che non lo rifarete e che la vostra intenzione è quella di salvare il vostro rapporto, di fare ammenda, di guarire e sperare.

Nonostante molti vedano ciò come una debolezza, come un segno di cedimento, in realtà si tratta esattamente del contrario. Chiunque può essere troppo egoista, ostinato ed orgoglioso per scusarsi, ma per umiliarsi e chiedere perdono servono un gran cuore e una grande anima.

Le parole più potente

Quando si è innocenti chiedere scusa non significa fare un’ammissione di colpa, spesso la gente resiste alla tentazione di scusarsi perché non vuole essere incolpato ingiustamente, ma un’espressione d’amore sentita e il rimpiangere i sentimenti feriti non sono la stessa cosa che ammettere un comportamento sbagliato che non si è tenuto; equivale a dire:

“Vedo che sei rimasto ferito e so di esserne la causa. Voglio che tu sappia che mi dispiace e che voglio sistemare le cose”.

Come genitori tutti noi commettiamo errori. Tutti. E diamo un esempio del rimorso e del comportamento appropriato quando chiediamo perdono ai nostri figli.

Ciò gli dice che possono essere imperfetti e gli permette di ricevere anche loro il perdono. Questo comportamento dimostra inoltre che siamo umani e che ci teniamo al loro rispetto.

Come lavoratori e capi creiamo fiducia reciproca ammettendo i nostri errori, facendo ammenda ed alleggerendo l’aria con l’ammissione dei nostri errori. Sapere di stare lavorando con persone che si prendono la responsabilità per le proprie azioni e che ne rispondono sempre  aiuta a guarire ed è salutare.

Ovviamente a nessuno piace avere a che fare con gente sconsiderata, che marcia attraverso la vita senza alcun riguardo, offrendo scuse su scuse per pura abitudine. Parlo di circoli viziosi, mancanza di coraggio e di sincerità nell’ammissione di colpa.

In un’altra categoria ci sono inoltre le scuse che cominciano con “Mi spiace che tu…”. Delle scuse sincere non scaricano mai la colpa sugli altri, né riempiono di giustificazioni; liberano, piuttosto, il campo dicendo: “è colpa mia, mi dispiace”.

Se una persona a cui vogliamo bene e che ci ha ferito si rende umilmente conto di come ci sentiamo ed esprime un dispiacere sincero per le sue azioni, fa un grande passo avanti nel rimediare al senso di tradimento creatosi.

Molti di noi avvertono un fremito di calore nel proprio cuore, così come un desiderio di accettare quella che sappiamo essere stata un’ammissione difficile.

Tutti noi vogliamo rimettere in sesto il nostro rapporto e siamo saggi ad ascoltare le loro spiegazioni, così come vorremmo avere l’opportunità di spiegare le nostre intenzioni se anche noi avessimo fatto sentire tradito qualcuno che amiamo.

È importante, a questo punto, che non tratteniamo il nostro perdono più del tempo che speriamo il Signore farebbe con noi. Siamo davvero sciocchi quando invece scegliamo di portare rancore, commettendo così un peccato spesso peggiore.

Il perdono

In troppi decidono, specialmente le coppie, di estromettere il perdono forzando la persona a soffrire in modo adeguato al peccato commesso, tormentandola per anni per “pareggiare i conti” o “mostrare chi comanda”.

Solo il nostro Padre Celeste dovrebbe infliggere punizioni; a noi è comandato di perdonare e lasciare il cosiddetto “pagamento” a Dio. Solo lui può conoscere il cuore di una persona, le sue capacità e le circostanze attenuanti, per questa ragione solo lui può giudicare accuratamente.

Ma essere umili e dire che ci dispiace è vitale ed è,  a dire il vero, qualcosa che dovremmo fare costantemente, cioè utilizzare l’espiazione nelle nostre vite.

Dovremmo chiedere scusa ogni settimana quando prendiamo il sacramento; è parte del processo di cui tutti noi abbiamo bisogno per essere liberi, guarire ed essere esaltati.

Così quest’ammissione settimanale, questa onesta espressione di dolore, diventa una nuova benedizione nella nostra vita: ci aiuta a fare pratica, così da poterci anche scusare gli uni gli altri più in fretta. Mi dispiace.

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