gesù risortoEssere se stessi. Il percorso fatto negli ultimi anni ha portato a sentire dentro di me un grande desiderio che è diventato un’urgenza, che è diventato un’esigenza vitale e sorprendentemente straordinaria e stimolante: quella di essere me’ stessa.

Credo che ognuno di noi abbia almeno una volta nella vita incrociato il messaggio dell’importanza di “essere sè stessi” e credo anche che molto spesso questo messaggio sia male interpretato.

Così come “l’essere liberi” non significa fare ciò che si vuole a discapito degli altri, l’essere sè stessi non è certamente riassunto in “Sono fatto così e basta”.

Essere se stessi

Nel cercare di capire meglio il significato ho scoperto che l’essere sè stessi è qualcosa di molto più profondo e potente di quanto avessi mai immaginato.

Ed è talmente spiritualmente personale che non è facile tentare di spiegarlo per me se non tramite la mia personale esperienza.

Il mio percorso alla ricerca di mè stessa ha fatto un notevole balzo in avanti quando mi è stato ricordato che la mia natura è divina. Sono figlia di un Padre Celeste che mi ama e che io amo.

Prima di allora avevo già vissuto una vita premortale dove ho iniziato ad imparare alla presenza del mio Padre Celeste.

So che avevo tanti progetti per quando sarei scesa qui e mi sono prefissata di adempiere, coraggiosa, a ciò che mi ero prefissata. Sono scesa su questa terra perchè ho accettato il Suo meraviglioso piano che comprendeva Gesù Cristo come Salvatore.

Questo ha fatto si che il mio spirito potesse acquisire un corpo fisico e vivere qui.

Dunque alla mia nascita mi è stato messo un velo di dimenticanza perchè non ricordassi la mia vita passata. Sarebbe stato davvero strano e doloroso altrimenti.

Invece qui dovevo imparare ad agire con fede sapendo che questo tempo (anche se veramente minimo) è “di prova”, quello in cui mi preparo ad essere degna di riabbracciare il mio Padre Celeste e gioire addirittura insieme alla mia famiglia per sempre.

Ovviamente come ognuno di noi ha maturato differenti esperienze nella vita premortale, sulla terra queste sono diverse anche in base a dove nasciamo, a chi incontriamo, a ciò che accade a noi e intorno a noi. Viviamo in un mondo dove il confronto con gli altri è inevitabile.

Questo di per sè non è sbagliato se lo utilizziamo per riflettere, per arricchirci di conoscenza, per allargare le nostre vedute, ma non certo se questo porta a voler essere “qualcun altro” o se vogliamo che gli altri siano uguali a noi. Tutti questi fattori insieme possono contribuire a determinare chi siamo.

Ma il meraviglioso dono del libero arbitrio determina chi decidiamo di essere.  Ed è sul chi voglio essere che lavoro. Nel 1998 ho scelto di portare su di me il nome di Gesù Cristo. Questo ha influito e influisce grandemente su tutte le mie scelte.

Questo percorso mi ha portato, specialmente negli ultimi anni, a capire sempre più quanto sia fondamentale non cercare di essere in generale chi vogliamo ma affidarsi a Dio, lasciarsi portare dal Padre Celeste dove Lui vuole che andiamo: è lì che noi troviamo noi stessi.

E non solo. Posso testimoniare che lungo il cammino scopriamo cose meravigliose.

Io, per esempio, ho scoperto che il mio sbuffare, il mio lamentarmi sono solo esteriori, non sono dentro di me ma sono solo strascichi e riflessi dell’ambiente in cui ho vissuto.

Mi sono resa conto che dentro di me invece c’è un fuoco di speranza che non si spegne mai, che anche quando dico “non ce la faccio più” in realtà sto mentendo a mè stessa perchè invece so che ne uscirò perchè posso farcela.

Adesso so che sono una che crede potentemente nel lieto fine perchè ormai in me è così radicata la promessa del mio Padre Celeste della gioia eterna che la mia preoccupazione maggiore non è più tanto ciò che mi capita ma che io l’affronti nel modo giusto (e lo affermo in un periodo in cui mi sta capitando di tutto perchè io sia scoraggiata).

Ho scoperto in me (ma forse ho ritrovato) una punta di stravaganza e di ribellione alle convenzioni che in certi contesti e con i migliori intenti sto imparando ad utilizzare e ad amare incredibilmente.

Sto attingendo ad un pozzo di creatività da cui bevo per dissetare mè stessa e se questo succede è perchè lo faccio per amore di tutti quelli che ne possano usufruire.

Adesso posso dire che faccio molte cose con il mio stile “personale” e non voglio fare qualcosa solo per ottenere l’approvazione di più persone: io voglio piacere al mio Padre Celeste.

Questo mi aiuta ad aver più coraggio e meno paure.  E la cosa più bella, nonostante tutte le circostanze in cui mi trovo e le mie debolezze, ho scoperto in me una forza interiore che neanche lontanamente pensavo di poter avere.

Tutto questo arriva da Lui.  Ed è la conseguenza del lasciarmi plasmare dalle Sue meravigliose mani. 

Mi rivolgo a chi sta leggendo le parole che ho scritto: se non sai da dove cominciare la ricerca di tè stesso sappi che la tua natura è divina: se cominci da qui sei già all’80% di quello che devi sapere.

Eleonora

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