marito ossessionato del controllo Io e mio marito siamo sposati da 13 anni. Lui è un maniaco del controllo e ha bisogno di gestire ogni più piccola situazione. Tutto deve ruotare intorno a lui e a quello che vuole in quel momento.

E’ molto intenso e si arrabbia e lo fa molto facilmente anche sulle cose più piccole. Lavora molto duramente, ma non mette lo stesso impegno nel nostro rapporto. Egli mostra poche emozioni, a parte lo stress o il disappunto.

Gli manca la compassione e la simpatia per gli altri, soprattutto per me. E’ esigente e critico e non prende i miei sentimenti o le mie opinioni in considerazione. Sembra essere ossessivo, su certe cose, e non può razionalizzarle logicamente.

Abbiamo tre figli che vedono e sentono la contesa e la divisione tra di noi, il che mi rattrista molto. Ha poca pazienza con loro e si aspetta che loro non commettano errori.

Quando cerco di parlare con mio marito riguardo il suo modo di fare, freddo e distaccato, si mette sulla difensiva e manipola quello che dico, lo rigira e domina la conversazione. Non c’è mai alcuna soluzione.

Recentemente ho iniziato a prendere provvedimenti e ho deciso di trasferirmi con i ragazzi e il nostro vescovo si è incontrato con lui. Egli ha accettato di partecipare ad una consulenza con me, ma finora non c’è stato nessun progresso. Lui insiste a dire di non essere il problema.

Voglio solo una casa felice e pacifica, dove io venga trattata come una sua pari e non vi sia un dare e un avere. Voglio una casa incentrata sul Cristo gioioso.

Quando mio marito è a casa, le cose sono stressanti, confuse, intense, scure e infelici. Mi sento sola e sto raggiungendo il mio limite. Non ha le qualità che voglio in un compagno eterno.

Come faccio a sapere se può cambiare o se sarò mai felice? O come faccio a sapere quando è il momento, per me, di lasciarlo?

Maniaco del controllo

È una sensazione insopportabile avere il desiderio nel cuore, di stare vicino a tuo marito, mentre, allo stesso, devi allontanarti da lui, per trovare la tua sicurezza emotiva.

Sei in bilico tra il proteggere te stessa, proteggere i vostri ragazzi e dare al vostro matrimonio una possibilità. È un dilemma che nessuno si aspetta di affrontare, quando si inizi a creare la propria famiglia.

A volte, il comportamento aggressivo di un coniuge non lascia altra scelta che creare una distanza emotiva o anche fisica e, quindi, le cose possono cambiare. Anche se egli continua a vivere secondo i suoi modelli aggressivi, la distanza proteggerà te e i vostri ragazzi da quest’assalto costante alla vostra sicurezza emotiva.

La separazione non è la cosa peggiore che può accadere, in questa famiglia. La cosa peggiore che può accadere alla tua famiglia è che tuo marito si rifiuti di prendersi la responsabilità del suo comportamento abusivo nei tuoi riguardi e nei riguardi dei vostri figli.

È fondamentale che i vostri figli vedano che questo comportamento non è quello secondo il quale un marito deve trattare la moglie. Se il loro padre non può insegnarglielo, allora è necessario impostare dei limiti specifici, in modo che il messaggio sia chiaro per i vostri ragazzi.

Anche se potrebbe essere necessario andare via, per proteggere te stessa e i vostri figli da questa aggressione, bisogna riconoscere che la tua pace e la chiarezza verranno dall’agire in modi che corrispondono ai tuoi valori più profondi. In altre parole, non c’è bisogno di essere aggressivi o amareggiati, al fine di creare sicurezza per te o i vostri figli.

E, alla fine, puoi perdonare tuo marito, per il suo comportamento, senza doverti fidare di lui. Il perdono si libera dal mandare via l’amarezza e la rabbia per come ti ha trattato. Stai prendendo le misure adeguate per creare una tua sicurezza.

Non è necessario trasformarti in qualcuno che non sei, al fine di creare tali condizioni di sicurezza.

Potresti temere che, se non sei dura e aggressiva con lui, egli avrà ancora il permesso di farti del male. Lavorando verso la separazione, stai mandando un segnale forte sul fatto che non sei più disposta ad essere sminuita come persona.

M. Catherine Thomas ha scritto che “la gente che perdona, agendo gentilmente verso gli altri, non vuol necessariamente dire che stia permettendo di abusare di loro. A volte, le relazioni devono essere recise, per evitare che una delle parti venga distrutta”.

Non ho idea se tuo marito farà quello che serve per essere un marito e un padre come si deve. Spero che, onestamente, valuterà le sue azioni e prenderà le misure appropriate, verso la responsabilità e la ricostruzione. Vi incoraggio a continuare con la consulenza con i professionisti e con il vostro vescovo.

Andare via non è una minaccia per il vostro rapporto, in queste condizioni.

Se è seriamente intenzionato a cambiare, egli finirà per capire perché avevi bisogno di andar via. D’altra parte, se lui non è interessato a cambiare e continua ad essere aggressivo, andando via avrai la protezione che egli non ti potrà dare.

Mentre ci sono diversi modi per parlare di quanto accade, dobbiamo anche riconoscere che la rivelazione personale è essenziale, in questo processo. Ci sono esempi, nelle Scritture, in cui aveva senso, per gli individui, creare una certa distanza, per la propria sicurezza personale.

Ci sono anche esempi in cui alla gente è stato chiesto di rimanere, in circostanze difficili. Assicurati di avere il giusto supporto spirituale ed emotivo, in modo da poter sapere come rispondere a queste difficili condizioni.

Geoff Steurer di ldsmag.com

 

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