essere-feliciCome essere felici? Durante la stagione degli sport siamo assorbiti nel seguire le varie partite, cercando di indovinare quale giocatore diventerà un professionista famoso e seguendo le carriere dei vari giocatori che avranno più successo.

Ogni tanto ci sono dei giocatori che potranno avere delle carriere lunghe e prosperose oltre ogni record, ma spesso le loro carriere vengono fermate molto velocemente da incidenti, fallimenti nell’adattarsi allo stile di vita, o il non essere in grado di spiccare tra i propri compagni di squadra.

Mi sono spesso chiesta cosa succede allora – quando una carriera è forzata a cambiare quando l’atleta è ancora giovane, spesso con moglie e figli.

Si, questo tipo di scombussolamento accade a tutti noi in un modo o in un altro. Coloro che cercano di vivere seguendo lo Spirito possono incontrare ogni tipo di imprevisti, mentre la nostra ostinatezza compete con la volontà che Dio ha per noi.

Anche se la nostra fede non si lascia mai andare, così almeno il nostro percorso di fede prosegue dritto, lungo la strada avvengono degli scossoni spirituali che creano delle diramazioni sul percorso.

I colpi di scena che accadono durante il nostro percorso attraverso la vita sulla terra ci frustrano e disorientano. Ma ce li hanno tutti. Ci deve quindi essere uno scopo per la loro comparsa.

Che aspetto ha la propria mappa del percorso attraverso la mortalità?

Come essere felici? Recentemente ho visto un post fantastico sul blog: “of Middle-aged Mormon Man” che mi ha gentilmente concesso di prendere in prestito alcune delle sue idee ed immagini.

La prima immagine è il modo in cui noi vediamo la nostra vita progredire:

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“PIANO A”

Sono molto soddisfatta di questo grafico. Questo è il modo esatto in cui vedevo lo sviluppo della mia vita mentre ero all’univeristà.

La mia educazione mi avrebbe garantito una vita prosperosa. Da qualche parte lungo quella bellissima linea retta sarebbe apparsa l’anima gemella e dei figli fantastici.

La casa, gli amici, le macchine, le chiamate in chiesa ecc.

La seconda immagine è, sorprendentemente,  la perfetta rappresentazione di come si è rivelata la mia vita:

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“PIANO B”

Se avessi disegnato in questa immagine le prove della mia vita, queste avrebbero incluso le sfide della salute, le prove della carriera, i problemi finanziari, intoppi nelle relazioni con la famiglia estesa, morte dei propri cari, e vivere in luoghi in cui non parlavamo quella lingua.

Il mio percorso spirituale non è stato una linea retta, ma una ondulata – su e giù; per fortuna, non è mai stato un cerchio.

Quindi, ecco queste pazze rappresentazioni dei vari tipi di percorsi di vita di praticamente chiunque.. Perchè? C’è per caso un valore eterno?

Joseph Smith nel carcere di Liberty

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Il Signore ha detto a Joseph Smith che le brutte esperienze ci avrebbero aiutato. In che modo?

Come essere felici? Tutti hanno dei versetti preferiti, ma io ne ho anche uno, che è il meno preferito, ed è Dottrina ed Alleanze sezione 122.

Parafrasando (ed intendo davvero parafrasando), mentre il Signore parla ad un Joseph Smith sofferente  che si sta lamentando mentre si trova imprigionato nel carcere di Liberty, Egli ha detto una cosa tipo: “se ti dovessero tirare via le gambe e le braccia, strapparti via i tuoi bambini mentre piangono, spararti in testa, e trascinare il tuo cadavere in giro per le strade, va tutto bene”.

In qualche modo, il fare l’esperienza lo rende ok. Non mi piace molto questa scrittura, e sto cercando di farmi andar bene la spiegazione:

“Sappi figlio mio che tutte queste cose ti daranno esperienza, e saranno per il tuo bene” (versetto 7)

Poi il Signore (e questo è proprio da Lui) ha reso umile Joseph e lo ha fatto dispiacere per essersi lamentato:

“Il Figlio dell’Uomo è sceso al di sotto di tutte queste cose: Sei tu più grande di lui?” (versetto 8)

Come essere felici? Trovare uno scopo nell’errare

dare la “vita” richiede qualcosa di più oltre a ciò che può fornire un ospedale.

dare la “vita” richiede qualcosa di più oltre a ciò che può fornire un ospedale.

Come essere felici? Qui mi rendo conto che devo capire in che modo le nostre prove possono essere consacrate per il nostro bene, e come le difficoltà della vita (e gli scivoloni – so che sono scivolata alcune volte) possono avere un valore temporale ed eterno.

Rachel Naomi Remen, una prestigiosa dottoressa e professoressa alla Scuola Medica di San Francisco, stava cercando un modo per rendere la pratica della medicina più premurosa e compassionevole.

Con un piccolo gruppo di altri dottori ha fondato una clinica in cui istruiscono pazienti malati di cancro, durante questo viaggio così difficile e in parte ciò è dovuto alle deviazioni di vita durate la loro malattia.

La Dottoressa Remen è stata cresciuta da genitori ebrei intellettuali che non avevano interesse delle cose spirituali, ma suo nonno era un rabbino in Europa, ed aveva imparato come “dare la vita” agli altri, facendo si che aumentassero la loro compressione e la loro gioia.

Seguendo i suoi insegnamenti, la Dottoressa Remen ha imparato delle lezioni meravigliose.

Ha continuato a raccogliere meravigliose verità da tutte le religioni del mondo e le ha utilizzate per aiutare gli altri. Personalmente ho imparato molto fa questo capitolo del suo libro, “le benedizioni di mio nonno”:

“Il percorso: Quando stavo ristrutturando casa mia, ero combattuto su quale modo usare per creare l’ingresso di casa mia.

Uno dei due modi prevedeva il costruire una serie di scalini dalla strada creando un sentiero che portasse fino alla porta d’ingresso.

Dal momento in cui si mette piede sul primo scalino, si può vedere la porta d’ingresso e si può sapere esattamente dove si sta andando.

L’altro modo è piuttosto diverso. Si entra da un cancello e si fanno un paio di scalini fino ad un piccolo pianerottolo.  

Subito oltre il pianerottolo c’è un bellissimo albero. Mentre sali, tutto ciò che puoi vedere è questo albero.

Quando raggiungi il pianerottolo, scopri che si raggiunge una piccola pedana  contornata da un giardino di rose e passando oltre c’è un’altra scalinata, abbastanza ripida, che tende sulla destra.

L’ultimo scalino è bel oltre il livello degli occhi e salendo non si vede niente fino a che non si arriva al pianerottolo in cima, dalla quale, guardando alla propria destra, si può scoprire una vista mozzafiato di 100 km della Baia di San Francisco.

Attraversare questo pianerottolo vi porta gradualmente a tre diversi  livelli sulla sinistra. Salendo troverete inaspettatamente un piccolo prato, che in realtà è il mio giardino, e salendo troverete il profilo del Monte Tamalpais, la più alta montagna del paese.

Solo allora potrete vedere la mia porta d’ingresso, che ora si trova solo ad un paio di passi di distanza. Vi siete incamminati in quella direzione costantemente, senza sapere dov’era , durante il tragitto.”

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Quando andiamo direttamente dove vogliamo, forse ci stiamo perdendo qualcosa riguardo al viaggio.

“Essendo in difficoltà nel prendere questa decisione ho consultato degli architetti ed entrambi mi hanno detto che uno dei principi basilare dell’architettura per le porte d’ingresso è che le persone hanno bisogno di vedere fin dall’inizio dove stanno andando.

Erano d’accordo nell’affermare che l’incertezza del secondo approccio avrebbe creato disagio a qualsiasi ospite che sarebbe venuto a casa mia per la prima volta.

Nonostante il consiglio di questi esperti, alla fine ho scelto di realizzare il secondo modo.

Pensandoci, mi sembra che il sapere dove stiamo andando ci incoraggia a fermarci per vedere e sentire e ci autorizza ad addormentarci.

Infatti quando mi trovo su un percorso diretto, una parte di me si affretta verso la porta di ingresso dal momento che la vedo. Mentre mi sbrigo a svolgere questa parte, di solito non vedo nulla di ciò che sto superando.

Non sapere dove stai andando crea più che incertezza; alimenta un senso di vitalità, un apprezzamento per i particolari che ci sono attorno a te. Ti risveglia nello stesso modo della guarigione da una malattia.

Ho scelto il secondo modo. Infatti, forse pensiamo solamente di sapere dove stiamo andando quando, in realtà,  mentre stiamo andando si presenta una meta molto diversa.

Ho fatto molte cose per raggiungere un obiettivo di valore, per poi scoprire con il tempo, che il vero obiettivo verso il quale mi hanno portato le mie scelte è un qualcosa di molto diverso.

Alcune cose di cui non sapevo nemmeno dell’esistenza quando ho iniziato il percorso. Lo scopo che sta alla base della vita spesso indossa la maschera di qualsiasi cosa abbia la tua attenzione in quel momento.

La vera ragione per cui siamo nati, la nostra più grande benedizione, il nostro modo per servire potrebbe arrivare nelle nostre vite sotto l’aspetto di una nuova macchina, una possibilità di viaggiare, o una tazza della migliore cioccolata calda.

La verità è che ci muoviamo sempre verso il mistero e quindi siamo molto più vicini a ciò che è reale quando non vediamo bene la nostra destinazione finale. (Rachel Naomi Remen, “My Grandfather’s Blessings”, pp. 288, 289).

Come essere felici? La necessità del mistero

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La nostra scrittrice suggerisce che siamo più vivi quando non sappiamo cosa c’è nel futuro

Il messaggio della Dottoressa Remen è così profondo, che non l’ho completamente compreso nonostante lo abbia letto diverse volte.

In qualche modo, disagio ed incertezza sono di grande valore eterno per noi. E così come afferma, questo è uno dei valori che ha la malattia.

Quando rifletto sugli eventi violenti e tragici della storia moderna e del passato, vedo incertezza dietro ad ogni angolo.

Ciò nonostante, Dio può far si che ne valga la pena eternamente, e l’eternità è tutto ciò che ci riguarda davvero.

Siamo esseri spirituali che stanno avendo un’esperienza terrena. Inoltre la dottoressa ci da una ragione profonda per la distanza che ci percepisce tra noi e Dio, ed il Suo rifiuto di definirsi pienamente. Il mistero che lo circonda ci attira a Lui.

La Dottoressa Remen afferma: “siamo più vicini a ciò che è reale quando non vediamo chiaramente la nostra destinazione”.

Durante le peggiori situazioni possiamo crescere spiritualmente

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Le avversità ci danno delle scelte. Come Giobbe, dovremmo scegliere Dio.

Come essere felici? La scelta della Dottoressa Remer di allontanarsi dalla pratica della medicina tradizionale e di fondare una clinica olistica è dovuta al suo desiderio di nutrire le anime di coloro che soffrono mentre lavora alla guarigione dei corpi degli ammalati.

Ella vede molti finali tristi, ma anche la maggior parte di questi sono permeati da un successo spirituale. Lo spirito può sollvervasi in mezzo alla sofferenza ed alla delusione.

Questo è il messaggio avvolto nella poesia del Libro di Giobbe, ed in tanti altri toccanti versetti delle scritture. La chiave che inoltre si trova nel Libro di Giobbe, è di rivolgersi sempre verso Dio durante le nostre incertezze.

Le persone di fede possono testimoniare che ogni prova è resa più difficile dalla confusione spirituale, ma ciò nonostante se continuiamo a cercare aiuto dal Signore, Egli ci può donare molto di più di una rassicurazione. Egli ci può donare pace.

E’ da diversi anni che so che quando ricerchiamo Dio durante un’avversità, Egli ci fa un dono (o diversi doni) per aiutarci ad affrontare le difficoltà.

Poi, quando la prova viene superata, possiamo tenere i doni. Questi doni sono di grande valore per quando ci avviciniamo alla prossima deviazione della nostra vita.

Come essere felici? Costruire contro Vivere secondo lo Spirito

Come essere felici? Ho imparato da tempo che vivere secondo lo Spirito porta opportunità che non mi sarei mai immaginata altrimenti. Le deviazioni hanno portato a grandi cose inaspettate.

La difficoltà sta nell’arrendersi ed intraprendere il percorso misterioso. Ho detto al Padre Celeste che sarei andata ovunque Egli voglia che io vada, ma poi vado avanti e credo in un piano A, come la foto di prima.

Penso che tutti noi cambiamo nella nostra tendenza di costruirci degli scenari, ma io ero molto brava a farlo e me li costruivo d’acciaio.

Quando lo Spirito mi ha attirato verso altre direzioni, ho dovuto smontare con dolore lo scenario che mi ero costruita.

E’ stato molto difficile. Ora costruisco scenari di bastoncini e rimango sempre in ascolto della voce calma e fievole che mi guida.

Quando ci rivolgiamo a Dio, viaggeremo nella giusta direzione

Giarediti

Come il viaggio dei Giarediti attraverso all’oceano, seguire il percorso di Dio ci porterà dove stiamo andando, anche se non è un percorso lineare.

Come essere felici? Guardate di nuovo la mappa del Piano B.

Notate che arriva alla destinazione che speravamo di raggiungere, ma ci arriviamo con più conoscenza ed esperienza, per via delle prove superate lungo la via.

E tramite la propria esperienza, guadagnate conoscenza spirituale che vi aiuterà a servire ed ad aiutare gli altri che stanno seguendo il loro proprio percorso burrascoso.

Rachel Remen non è Mormona, ma nell’epilogo del suo libro fa riferimento al Libro di Ether per aiutare i suoi lettori a comprendere questa verità. Non si ricorda perfettamente la storia, ma la lezione che ne trae è bellissima.

La cosa che l’ha colpita di più è stata la fede dei Giarediti nel lasciare le loro case e partire “attraverso le grandi acque inesplorate per raggiungere la terra di promessa”.

Tutto ciò che avevano era, davvero, la promessa, e le istruzioni sul come costruire le loro imbarcazioni, più della luce con loro.

Questa luce veniva da 16 pietre che erano state toccate del dito di Dio. La Dottoressa Remen ha trovato notevole l’immagine dei Giarediti che “hanno viaggiato attraverso le acque burrascose in cerca di libertà, guidati solamente dal tocco di calore da parte di Dio nelle loro anime”.

Io ora sto bene, ma cosa succede alle persone che amo?

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Mentre seguiamo Dio ci dobbiamo ricordare che “Il vento soffia sempre verso la terra promessa”.

Come essere felici? Mia figlia mi ha chiamato oggi e mi ha detto quanto spesso sente brutte notizie sui suoi amici vicini e lontani.

Questi tempi sono come prima, anche quando stiamo avendo un periodo felice sconosciuto in ogni storia.

Questo è il periodo finale della Seconda Venuta di Cristo, e si sta scatenando una guerra spirituale. Alcune figlie di mie amiche stanno perdendo la fede; altre stanno perdendo il loro matrimonio.

Sicuramente, stiamo navigando attraverso delle acque tempestose.

Ora più che mai abbiamo bisogno di fidarci di Dio. Abbiamo bisogno di avere fiducia nel fatto che Egli sa cosa sta facendo.

Abbiamo bisogno di comprendere quanto Egli ci ama. Abbiamo bisogno di realizzare che è un’amore stile “mamma orso”: combatterà per noi e non si arrenderà mai.

Joseph Smith disse: “Il nostro Padre Celeste è molto più liberale nelle Sue vedute e confini della Sua grazia e nelle sue benedizioni, di quanto noi siamo pronti a credere o a ricevere”.

Avevo un’amica la quale stava soffrendo per via di una collega che era entrata a far parte di un culto di nicchia ed aveva perso la sua fede in Cristo.

Ella pregò ferventemente per la sua amica ed infine ascoltò la voce di Dio tramite lo Spirito Santo che le suggeriva: “Sto lavorando con lei”.

Dio sa, ed inoltre fa in modo che il nostro percorso tramite la mortalità abbia delle svolte impreviste, alcune cercate da noi stessi ed altre che ci sono state imposte.

Lo ha fatto per il nostro bene. Ma Egli ci sta guidando, ci sta spronando in una certa direzione, sempre.

Come essere felici? La dottoressa Remen nel suo libro afferma:

“Nel corso di ogni vita ci sono dei momenti in cui bisogna salpare verso l’ignoto senza mappa o bussola. Ci possono essere dei periodi di preoccupazione e terrore; essi possono anche essere dei periodi di riscoperta.

Avendo accompagnato molte persone mentre stavano affrontando le loro prove, ho trovato che la parte più commovente della storia  dell’esodo dei Mormoni si trovi in un solo versetto.

Nonostante le prove e le grandi difficoltà del loro viaggio in mare, “Il vento soffia sempre nella direzione della terra di promessa”.

Ho visto molte persone spiegare le loro ali e sfruttare questo vento. C’è una grazia nella vita di cui ci si può fidare.

Durante le fatiche che proviamo per arrivare alla libertà non siamo ne abbandonati ne da soli.”

Questo articolo è stato scritto da Gale Boyd, pubblicato su lds.net, e tradotto da Fanny Bagnò.

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Fanny Nicotra

Fanny è un'assistente alla classe in una scuola elementare inglese a Milano. Sta terminando gli studi di lingue e letterature straniere e vuole diventare una maestra. Le piace viaggiare e scoprire nuove culture. Adora cucinare e mangiare, specialmente con i suoi cari ed amici. Fanny è un membro attivo della Chiesa di Gesù Cristo dei Santi degli Ultimi Giorni e parla della missione di volontariato che ha svolto per la chiesa come una delle esperienze più significative della sua vita.

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