Parliamo di come la grazia di Gesù Cristo sia sufficiente (vedere Ether 12:27; DeA 17:8; 2 Corinzi 12:9) – è sufficiente per coprirci, sufficiente per trasformarci, ed è sufficiente per aiutarci fino alla fine del processo di trasformazione. La Sua grazia è sufficiente.

La Grazia di Cristo è sufficiente per coprirci

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Una volta è venuta a trovarmi una studentessa della BYU e mi ha chiesto se potessimo parlate. Le ho risposto: “Certo, come ti posso aiutare?” Mi ha detto: “Non riesco a comprendere la grazia” Le ho risposto: “Cosa non comprendi?” Mi ha detto: “So che devo fare del mio meglio e poi Gesù fa il resto, ma io non riesco nemmeno a fare del mio meglio”.

E poi ha iniziato a dirmi tutte quelle cose che avrebbe dovuto fare perché è una Mormone ma che non stava facendo. Ha continuato: “ So che devo fare la mia parte e poi Gesù pareggia la differenza e riempie il vuoto che rimane tra la mia parte e la perfezione. Ma chi riempie il vuoto che rimane tra dove sono io ora e la mia parte?”

Poi mi ha elencato tutte le cose che non avrebbe dovuto fare perché è una Mormone ma che stava facendo lo stesso. Alla fine ho detto: “Gesù non pareggia la differenza. Gesù fa tutta la differenza.

La grazia non riguarda il pareggiare e riempire i vuoti. Riguarda il riempire noi.” Visto che era ancora confusa ho preso un pezzo di carta ed ho disegnato due punti – il punto in alto che rappresentava Dio ed uno che rappresentava noi. Poi le ho detto: “Avanti, disegna la linea. Quanto è la nostra parte? Quanto è la parte di Cristo?”

Mise la mano proprio nel centro della pagina ed iniziò a disegnare una linea. Poi, considerando quello di cui avevamo parlando, si diresse verso il fondo della pagina e disegnò una linea subito sopra al punto più basso.

Io dissi: “Sbagliato”. Lei rispose: “Sapevo che era più in alto. Avrei dovuto disegnarla, perché lo sapevo!” Dissi: “No. La verità è che non c’è nessuna linea. Gesù ha riempito tutto lo spazio. Ha pagato tutto il nostro debito. Non l’ha pagato tutto tranne per qualche moneta. L’ha pagato tutto. E’ estinto.” Lei disse: “Bene! Quindi non devo fare più niente?”

“Oh no”, dissi, “hai tanto da fare, ma non è riempire il vuoto. Tutti noi risorgeremo. Tutti ritorneremo alla presenza di Dio. Ciò che rimane da stabilire tramite la nostra obbedienza è che tipo di corpo che contiamo di far risorgere con noi e quanto a vostro agio contate di essere alla presenza di Dio e per quanto pensiamo di starci”. Cristo ci chiede di mostrare fede in Lui, di pentirci, di fare e mantenere le alleanze, ricevere lo Spirito Santo, e perseverare fino alla fine.

Conformandoci, non stiamo pagando la richiesta di giustizia – nemmeno in minima parte. Invece stiamo mostrando apprezzamento a Gesù Cristo per ciò che ha fatto, utilizzandola per vivere una vita come la Sua. La giustizia richiede una perfezione immediata oppure una punizione quando abbiamo fallito.

Poiché Gesù ha preso su di se tale punizione, Egli ci può offrire la possibilità di avere la perfezione (vedere Matteo 5:48, 3Nefi 12:48) e ci può aiutare a raggiungere quell’obbiettivo. Egli può perdonare ciò che la giustizia non potrebbe mai perdonare, ed Egli si può rivolgere a noi con i Suoi requisiti (vedere 2Nefi 2:7; 3 Nefi 9:20).

“Quindi qual è la differenza?” mi ha chiesto la ragazza. “Sia che i nostri sforzi vengano richiesti dalla giustizia o da Gesù, vengono comunque richiesti”. “Vero”, ho risposto, “Ma vengono richiesti per uno scopo diverso.

Adempiere ai requisiti di Cristo è come pagare un mutuo al posto di un affitto o come fare un deposito in un conto di risparmio al posto di ripagare un debito. Lo devi sempre pagare ogni mese, ma per ragioni completamente diverse.”

La Grazia di Cristo è sufficiente per trasformarci

Gesu-discepoli

L’organizzazione di Cristo con noi è simile a quella di una mamma che da una lezione di musica per suo figlio. La mamma paga un insegnante di pianoforte.

Poiché la mamma paga tutto il debito, può rivolgersi al figlio e chiedergli qualcosa in cambio. Cosa? La pratica! La pratica di suo figlio ripaga  l’insegnante di pianoforte? No. La pratica di suo figlio ripaga la mamma che paga l’insegnante di pianoforte? No. Fare pratica è il modo in cui il figlio mostra apprezzamento per l’incredibile dono fatto dalla madre.

La madre gli sta stando la possibilità di vivere la sua vita ad un livello superiore. La gioia della mamma non sta nell’essere rimborsata dei soldi, ma nel vedere il suo dono utilizzato- vedere che suo figlio migliora. E così continua a chiedere pratica, ed altra pratica, ed altra ancora.

Se il figlio vede la richiesta della mamma di fare pratica come insopportabile (“Cavolo mamma, perché devo fare pratica? Nessuno degli altri ragazzi devono fare pratica! In ogni caso diventerò un giocatore di calcio di professione!”) forse è perché non lo vede con gli occhi di sua madre. Non vede quanto la sua vita potrebbe migliorare se scegliesse di vivere in un livello superiore.

Allo stesso modo, poiché Gesù ha pagato la giustizia, ora si può rivolgere a noi e dire “Seguitemi” (Matteo 4:19), “Osservate i miei comandamenti” (Giovanni 14:15).

Se vediamo le Sue richieste come un modo per chiedere troppo (“Cavolo! Nessuno degli altri Cristiani paga la decima! Nessuno degli altri Cristiani va in missione, serve negli incarichi della chiesa, e fa lavoro di Tempio!), forse è perché non siamo ancora in grado di vedere tramite gli occhi di Cristo. Ancora non comprendiamo ciò che Egli sta cercando di farci diventare.

L’Anziano Bruce C. Hafen ha scritto: “Il grande Mediatore ci chiede di pentirci non perché lo dobbiamo “rimborsare” del suo pagamento fatto per via del nostro debito con la giustizia, ma perché il pentimento è l’inizio di un processo di sviluppo che, con l’aiuto del Salvatore, ci guida sul cammino di santificazione” (The Broken Heart [Salt Lake City: Deseret Book, 1989], 149;).

L’Anziano Dallin H. Oaks ha detto, riferendosi alla spiegazione del Presidente Spencer W. Kimball: “Il peccatore che si pente soffre soprattutto per i suoi peccati, ma questa sofferenza ha uno scopo diverso che l’essere una punizione o un pagamento.

Lo scopo è il cambiamento. (The Lord’s Way [Salt Lake City: Deseret Book, 1991], 223;) Mettiamolo secondo i termini della nostra analogia: il figlio deve far pratica suonando il pianoforte, ma questa pratica non ha lo scopo di essere una punizione o un pagamento. Lo scopo è il cambiamento.

Io ho amici nati Cristiani che mi dicono “Voi Mormoni cercate di guadagnare la vostra strada verso il Paradiso”. Io rispondo: “No, non ci stiamo guadagnando il paradiso. Stiamo conoscendo il paradiso. Ci stiamo preparando (vedere DeA 78:7). Stiamo facendo pratica”. Mi chiedono: “Sei stato salvato dalla grazia?” Io rispondo: “Si. Si, Assolutamente, totalmente, completamente e ringraziando -si!”

Poi gli pongo una domanda che forse non avevano pienamente considerato: “Siete stati cambiati dalla grazia?”
Sono così emozionati dall’essere salvati che forse non stanno pensando abbastanza a ciò che viene dopo. Sono così felici che il debito sia stato pagato che forse non considerano il perché il debito esisteva in primo luogo.

I Membri della Chiesa sanno che non solo Gesù Cristo ci ha salvati, ma da cosa ci ha salvati. Come dice il mio amico Brett Sanders: “Una vita sotto l’impatto della grazia inizia con l’assomigliare alla vita di Cristo”.

Come dice il mio amico Omar Canals “Mentre molti Cristiani vedono la sofferenza di Cristo solamente come un grande favore che Egli ci ha fatto, i Santi degli Ultimi Giorni lo riconoscono anche come il grande investimento che Egli ha fatto in noi. Come dice Moroni. “La grazia non è soltanto essere salvati. E’ anche diventare come il Salvatore” (vedere Moroni 7:48).

La Grazia è sufficiente

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Il miracolo dell’Espiazione non è soltanto il poter vivere dopo la morte ma che possiamo vivere più abbondantemente. (Vedere Giovanni 10:10) Il miracolo dell’Espiazione non è solo per far si che noi possiamo essere purificati e consolati, ma anche perché possiamo essere trasformati. (vedere Romani 8).

Le scritture rendono chiaro che nessuna cosa impura può dimorare alla presenza di Dio (vedere Alma 40:26), ma, fratelli e sorelle, nessuna cosa invariata vorrà nemmeno entrarci.

Conosco un ragazzo che è appena uscito di prigione – di nuovo. Ogni volta ci sono due strade tra cui scegliere, e lui sceglie quella sbagliata – ogni singola volta. Quando era un adolescente che stava affrontando le cattive abitudini che possono avere gli adolescenti, ho detto a suo padre: “dobbiamo farlo andare ad EFY”. Ho lavorato con quel programma dal 1985. So il bene che può fare.

Il padre ha risposto: “non me lo posso permettere”. Ho detto: “nemmeno io me lo posso permettere, ma tu metti una parte ed io ne metto un’altra, e poi andiamo da mia mamma, perché ha il cuore d’oro”. Alla fine il ragazzo è andato all’EFY, ma quando pensi che sia durato? Nemmeno un giorno.

Alla fine del primo giorno ha chiamato sua madre ed ha detto: “Portami via di qua!” Il paradiso non sarà il paradiso per coloro che non fanno scelte celesti.

In passato avevo in mente un’idea di come sarà il giudizio finale, ed è una cosa del genere: Gesù Cristo che è in piedi con una cartelletta e Brad in piedi dall’altra parte della stanza mentre guarda Gesù nervosamente. Gesù controlla la sua cartelletta e dice: “Oh, cavoli Brad.

Non ce l’hai fatta per due punti”. Brad supplica Gesù: “Per favore, controlla di nuovo le risposte alle domande! Ci deve essere un punto da cui puoi far saltare fuori dalla mia prova i due punti.” Così è come l’ho sempre vista.

Ma più invecchio, più capisco questo grande piano di redenzione e più realizzo che nel giudizio finale il peccatore che non si pente non starà li a supplicare Gesù dicendo: “Fammi rimanere.” No, probabilmente dirà “Fammi andare via di qui!”.

Conoscendo il carattere di Cristo, credo che se ci sarà qualcuno che supplicherà in quella occasione, probabilmente sarà Gesù stesso che supplicherà il peccatore non pentito dicendo: “Per favore, scegli di rimanere. Per favore, utilizza la mia espiazione – non solamente per poter essere purificato ma per essere cambiato così che tu voglia rimanere”.

Il miracolo dell’Espiazione non è solo per far si che possiamo tornare a casa ma che -miracolosamente- ci possiamo sentire a casa li. Se Cristo non richiedesse la fede ed il pentimento, allora non ci sarebbe nessun desiderio di cambiare. Pensate ai vostri amici ed ai membri della vostra famiglia che scelgono di vivere senza la fede e senza il pentimento.

Loro non vogliono cambiare. Non stanno cercando di abbandonare i peccati e di stare bene con Dio. Piuttosto stanno cercando di abbandonare Dio e star bene con il peccato.

Se Gesù non avesse richiesto le alleanze e non conferisse il dono dello Spirito Santo, allora non ci sarebbe nessun modo per poter cambiare. Saremmo lasciati da soli con la nostra forza di volontà, senza la Sua forza.

Se Gesù non richiedesse la perseveranza fino alla fine, non ci sarebbe l’interiorizzazione nel tempo di questi cambiamenti. Sarebbero superficie e cosmetica per sempre al posto di entrare dentro di noi e diventare parte di noi – parte di chi siamo. Messa semplicemente, se Gesù non avesse richiesto la pratica, allora non saremmo mai diventati dei pianisti.

La Grazia di Cristo è sufficiente per aiutarci

Gesù e Pietro camminano sull'acqua

“Ma Fratello Wlicox, non si rende conto quanto sia difficile fare la pratica? Non sono molto bravo con il pianoforte. Sbaglio un sacco di volte. Mi ci vuole un sacco di tempo per farlo giusto”. Ora aspettate.

Tutto questo non fa parte del processo di apprendimento? Quando un giovane pianista sbaglia una nota, non diciamo che non è degno di continuare a fare pratica. Non ci aspettiamo che lui non faccia errori.

Ci aspettiamo solamente che continui a fare pratica. La perfezione potrebbe essere il suo obiettivo finale, ma per ora ci possiamo accontentare del processo vero la direzione giusta. Perché questa prospettiva è così facile da vedere nel contesto dell’apprendimento del pianoforte ma è così difficile da vedere nel contesto dell’apprendimento celeste?

Troppe persone stanno mollando la Chiesa perché sono stanchi di sentirsi costantemente come se stessero sempre fallendo. Hanno provato nel passato, ma si sentono sempre come se non fossero mai abbastanza. Non comprendono la grazia.

Ci sono delle giovani donne che sanno che sono figlie del Padre Celeste che le ama e che loro amano. Poi si diplomano dalle scuole superiori ed i valori che hanno memorizzato vengono messi alla prova. Scivolano. Lasciano che le cose vadano troppo in la, ed improvvisamente pensano che sia tutto finito. Queste giovani donne non comprendono la grazia.

Ci sono dei giovani uomini che crescono cantando continuamente “io spero un dì di diventare un missionario del Signor” e che quando crescono davvero se la svignano completamente.

Diventano Aquile Scout, si diplomano e vanno all’università. Poi all’improvviso questi ragazzi si rendono conto quanto sia facile non essere affidabili, leali, altruisti, amichevoli, cortesi, gentili, obbedienti, lieti, parsimoniosi, coraggiosi, puliti o riverenti. Fanno errori.

Dicono “non lo farò più”, e poi lo rifanno. Dicono “non lo farò più”, e poi lo rifanno. Dicono “E’ così stupido, non lo farò mai più”. E poi lo rifanno. La colpa è quasi insopportabile. Non hanno il coraggio di parlare con il loro vescovo. Invece si nascondono. Dicono: “non posso fare questa cosa Mormone. Ho provato, e le aspettative erano semplicemente troppo alte”. Così hanno mollato. Questi giovani uomini non hanno compreso la grazia.

Conosco missionari ritornati che tornano a casa e ricadono in vecchie cattive abitudini che pensavano di aver eliminato. Essi rompono le loro promesse fatte davanti a Dio, agli angeli ed ai suoi testimoni e convinti che non ci sia più speranza per loro, dicono: “Beh, ho rovinato tutto. Non ha senso nemmeno provarci ancora.” Davvero?

Queste giovani persone hanno passato la missione intera ad insegnare alle persone di Gesù Cristo e la Sua Espiazione, ed ora pensano che non ci sia speranza per loro? Questi missionari ritornati non comprendono la grazia.

Conosco coppie sposate che dopo la cerimonia di suggellamento scoprono che il matrimonio richiede delle modifiche ed adeguamenti. La pressione della vita sale, e lo stress incomincia ad avere il suo prezzo finanziariamente, spiritualmente e perfino sessualmente. Vengono fatti degli errori. Le pareti salgono. E preso mariti e mogli parlano con gli avvocati divorzisti al posto di parlare gli uni con gli altri. Queste coppie non comprendono la grazia.

In tutti questi casi non ci sarebbero mai dovuti essere solamente due opzioni: o la perfezione o arrendersi. Quando si impara il pianoforte, le uniche opzioni sono esibirsi al teatro della Scala o mollare? No. La crescita e lo sviluppo richiedono tempo. Imparare richiede tempo.

Quando compensiamo la grazia, capiamo che Dio è paziente, che il cambiamento è un processo e che il pentimento è uno schema nelle nostre vite. Quando comprendiamo la grazia, comprendiamo che le benedizioni dell’Espiazione di Cristo sono continue e che la Sua forza è perfetta nelle nostre debolezze (vedere 2 Corinzi 12:9).

Quando comprendiamo la grazia possiamo, come dice in Dottrina ed Alleanze “continuate con pazienza fino a che siate resi perfetti” (DeA 67: 13).

Un giovane uomo mi ha scritto la seguente email: “So che Dio ha tutto il potere, so che Egli mi aiuterà se ne sarò degno, ma non sono mai abbastanza degno per chiedere il Suo aiuto. Voglio la grazie di Cristo, ma mi ritrovo sempre bloccato nelle stesse situazioni impossibili ed autodistruttive: senza le opere non c’è la grazia”.

Gli ho risposto ed ho portato testimonianza con tutto il mio cuore che Cristo non aspetta alla linea di fine una volta che abbia fatto tutto quello “che potevamo fare” (2 Nefi 25: 23). E’ con noi durante ogni passo del cammino.

L’anziano Bruce C. Hafen ha scritto: “Il dono del Salvatore che ci fa della grazia non è necessariamente limitato nel tempo al ‘dopo’ tutto quello che possiamo fare. Potremmo ricevere la Sua grazia prima, durante e dopo il periodo in cui ci stiamo sforzando” (The Broken Heart [Salt Lake City: Deseret Book, 1989], 155).

Quindi la grazia non è un motore a scoppio che parte una volta che la nostra scorta di carburante è terminata. Piuttosto, è la nostra costante fonte di energia. Non è la luce alla fine del tunnel ma la luce che ci fa muovere attraverso il tunnel. La grazie non si raggiunge da qualche parte durante il percorso. Si ricevere qui ed adesso. Non è il tocco finale; è il tocco del rifinitore (vedere Ebrei 12:2).

La prima compagnia di Santi pionieri è entrata nella Valle di Salt Lake il 24 Luglio 1847. Il loro viaggio difficile è una grande prova. Ad ogni modo, essi cantarono:

Se il destin difficile è affrontar, questo è il pian del Signor.

Come possiam gloria acquistar se la prova evitiam?

Di nuovo ardore ci armerem e sempre Dio con noi avrem.

E presto a tutti annuncerem: “Tutto ben, tutto ben!”.

[“Santi, venite” Inni, 2002, n. 21]

Nella versione inglese dell’inno dice:“La grazia sia come il tuo giorno” -che frase interessante. E’ stata cantata centinaia di volte, ma abbiamo smesso di analizzare il suo significato? “La Grazia sia come il tuo giorno”: che la grazia sia come il giorno. Per quanto possa diventare notte, possiamo sempre contare sul fatto che il sole sorgerà.

Per quanto oscure possano sembrare le nostre prove, i nostri peccati ed i nostri errori, possiamo sempre fidarci della grazia di Gesù Cristo. Ci siamo guadagnati un’alba? No. Dobbiamo essere degni per avere una possibilità di iniziare di nuovo? No. Dobbiamo semplicemente accettare queste benedizioni e sfruttarle.

Così come è sicuro che ci sarà un nuovo giorno ogni giorno, la grazia -il potere liberatorio di Gesù Cristo- è costante. I fedeli pionieri sapevano che non erano mai da soli. La prova davanti a loro non è mai stata più grande del potere dietro di loro.

Conclusione

Gesù e i bambini

La grazia di Cristo è sufficiente – sufficiente per saldare il nostro debito, sufficiente per trasformarci, sufficiente per aiutarci a patto che abbia luogo un processo di trasformazione. Il Libro di Mormon ci insegna ad affidarci solamente ne “i meriti e la misericordia e la grazia del Santo Messia” (2 Nefi 2: 8).

Mentre lo facciamo, non scopriamo -come credono alcuni cristiani- che Cristo non ci richieda niente. Piuttosto, scopriamo la ragione per cui Egli ci richieda così tanto e perché la forza per farlo è tutto ciò che Egli richiede (vedere Filippesi 4: 13). La grazia non è l’assenza delle alte aspettative di Dio. La grazia è la presenza del potere di Dio (vedere Luca 1:37).

Una volta Anziano Neal A. Maxwell ha detto:

Ora parlerò… a coloro che sono assaliti da false insicurezze, a coloro che anche se hanno lavorato devotamente per il Regno, hanno spesso sentimenti di eterno fallimento a breve…Questo sentimento di inadeguatezza è… normale.

Non è possibile che la Chiesa possa onestamente descrivere dove dobbiamo andare e cosa dobbiamo fare senza creare un senso di distanza,  lontananza… Questo è un vangelo di grandi aspettative, ma la grazia di Dio è sufficiente per tutti noi. [CR, ottobre 1976, 14, 16; “Notwithstanding My Weakness,” Ensign, Novembre 1976, 12, 14]

Insieme all’Anziano Maxwell, porto testimonianza che la grazia di Dio è sufficiente. La grazia di Gesù Cristo è sufficiente. E’ abbastanza. E’ tutto ciò di cui hai bisogno. Oh, non mollate. Continuate a provare. Non cercate le scappatoie e le scuse. Cercate il Signore e la Sua forza perfetta.

Non cercate qualcuno a cui dare la colpa. Cercate qualcuno per aiutarvi. Cercate Cristo, e mentre lo fate vi prometto che proverete il potere liberatorio che chiamiamo la Sua meravigliosa grazia. Vi lascio la mia testimonianza e tutto il mio amore- perché vi amo. Dio mi è testimone del mio affetto. Io credo in voi.

Faccio il tifo per voi e non sono l’unico. I genitori fanno il tifo per voi, i dirigenti fanno il tifo per voi, il profeti fanno il tifo per voi e Gesù Cristo è sempre con voi. Dico queste cose nel nome di Gesù Cristo, amen.

Brad Wilcox stava servendo come membro del comitato Generale per la Scuola Domenicale della Chiesa di Gesù Cristo dei Santi degli Ultimi Giorni ed anche come professore associato della BYU nel dipartimento dell’Educazione degli insegnanti nella Scuola per L’Educazione David O. Mckay quando ha tenuto questo devozionale il 12 luglio 2011.

Questo articolo è stato scritto da “Brad Wicox”, pubblicato su “speeches.byu.edu” e tradotto da “Fanny Bagnò”

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Fanny Nicotra

Fanny è un'assistente alla classe in una scuola elementare inglese a Milano. Sta terminando gli studi di lingue e letterature straniere e vuole diventare una maestra. Le piace viaggiare e scoprire nuove culture. Adora cucinare e mangiare, specialmente con i suoi cari ed amici. Fanny è un membro attivo della Chiesa di Gesù Cristo dei Santi degli Ultimi Giorni e parla della missione di volontariato che ha svolto per la chiesa come una delle esperienze più significative della sua vita.

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