lanciare la prima pietraLa lapidazione nei tempi di Gesù. Il capitolo 8 del Vangelo di Giovanni nel Nuovo Testamento descrive un evento di grande impatto che riguarda la misericordia di Cristo, nel momento in cui gli viene sottoposta la richiesta di giudicare una donna adultera.

Un gruppo di scribi e farisei suggerisce a Cristo che la donna debba essere lapidata secondo la legge; Cristo risponde che colui che è senza peccato può lanciare la prima pietra.

La sua risposta provoca la dispersione della folla, poiché essi “sono stati condannati dalla loro stessa coscienza”.

Ciò che rimane di questo incontro è un amorevole salvatore, una donna con una seconda possibilità e, presumibilmente, un mucchio di pietre inutilizzate.

Dal momento che ho spesso pensato a questa storia in passato, i miei pensieri sono stati tipicamente rivolti verso il compassionevole perdono del Salvatore.

Ho sentito la speranza di non essere condannato da Cristo, quando commetto errori. Egli mi guida amorevolmente lungo il sentiero del cambiamento.

Lanciare la prima pietra

Oggi, però, i miei pensieri sono centrati sulle pietre inutilizzate.

Quando i Farisei e gli scribi riconobbero la lezione nell’imperativo di Cristo (che solo Lui, essendo senza peccato tra loro, aveva il diritto di giudicare questa donna), quanti lasciarono andare le loro pietre e quanti si aggrapparono ad esse mentre se ne andavano?

Quante pietre sto trattenendo, pronto a scagliarle contro qualcuno che sento che lo abbia meritato? In quali modi giustifico proverbialmente il mio picchiare e lacerare gli altri, con il pretesto di preservare e difendere la giustizia (presumibilmente secondo le leggi di Dio)?

Studio del caso n.1

donna con tatuaggiUn mio caro amico ha recentemente raccontato un’esperienza terribile in cui i suoi figli sono stati respinti, ostracizzati e resi vittime di bullismo.

Secondo il mio amico, gli altri bambini evitavano di sedersi con i suoi figli a pranzo e rifiutavano di vedersi con loro per giocare (Ecco la pietra del “frequenta solo gli amici che condividono i tuoi stessi standard” che infrange l’autostima di una bambina di 9 anni).

Gli è stato anche detto dai genitori che non volevano i suoi figli a casa loro, a causa delle impressioni che i loro bambini avrebbero potuto avere vedendolo in canottiera o vedendo i suoi tatuaggi. (La pietra del “proteggere i vostri bambini dalle influenze del male” indebolisce la fiducia nella società della figlia di undici anni).

Studio del caso n.2

lavorare di domenicaDi recente ho letto un post su Facebook, in un gruppo dedicato al fare domande e dare risposte, in cui qualcuno ha fatto una domanda sincera per chiarire ciò che viene percepito come la “regola” di non lavorare di domenica.

Questa persona ha chiesto espressamente se andasse bene, per chi lavora in ambito medico, lavorare la domenica per aiutare le persone nelle situazioni di emergenza.

Una persona è intervenuta commentando e dicendo a colui che aveva posto la domanda di smettere di essere così presuntuoso (E la pietra dell’”evita e condanna la presunzione” demolisce la volontà della persona che vuole fare domande di esprimersi o chiarire le proprie preoccupazioni).

Un altro ha commentato dicendo che fare questa domanda significa che è stata completamente fraintesa la “Legge del Sabbath” (La pietra di “la lettera della legge sostituisce lo spirito della legge” scolpisce un buco di insicurezza nel sistema dei principi di coloro che fanno delle domande).

Studio del caso n.3

violenza sessualeUna sopravvissuta ad una tentata violenza sessuale mi ha parlato delle reazioni e dei consigli che ha ricevuto mentre affrontava quell’esperienza.

Era ad una festa e stava bevendo quando un uomo l’ha isolata e ha tentato di violentarla.

Una delle domande che il suo vescovo le ha posto, riguardo a quanto accaduto, è stata:

“Che cosa ti aspettavi che accadesse ad una festa in cui tutti bevevano e gli ormoni si stavano scatenando?” (La pietra di “evita situazioni in cui i tuoi standard potrebbero essere compromessi” trafigge l’anima di una persona, rendendola responsabile per le azioni degli altri).

Ha anche raccontato come le sono arrivate le voci della gente del suo rione che sostenevano che lei probabilmente stesse esagerando e che poiché si vestiva in modo non modesto cercava di attirare quel genere di ragazzi (Ed ecco la pietra del “vestire modestamente per evitare il male” che distrugge il suo senso di autostima e valore).

I danni della lapidazione moderna

lapidazione modernaIn ciascuno di questi casi descritti sopra, delle persone reali sono state danneggiate in modo significativo mentre altri hanno “scagliato” i loro principi ed i loro valori. Una pietra può essere usata per grandi scopi quando viene usata per costruire comunità forti e luoghi di rifugio.

Tuttavia, può anche essere usata per causare grandi distruzioni se usata come arma di guerra o di giudizio.

Allo stesso modo i principi e le credenze possono servire per ottenere un grande beneficio nelle comunità e nella società, se compresi ed utilizzati in modo appropriato. Ma possono ugualmente causare una grande distruzione se usati aggressivamente per attaccare e giudicare gli altri.

Mentre contemplavo questa lezione, mi sono chiesto in che modo ho abusato dei principi e delle credenze che ritengo veri, come armi di attacco e di giudizio.

Quanto spesso rifiuto gli aiuti ai bisognosi e lo giustifico con i principi dell’”autosufficienza” e dell’”elusione del rendere abili gli altri”? Non dovrei invece praticare il principio dell’autosufficienza nella mia vita, così posso essere in una posizione migliore per dare liberamente a chi è nel bisogno?

Quante volte, sui social media o nelle situazioni che vivo, le mie proiezioni riguardanti quanto io sia “benedetto” (seguendo il principio di “lascia che la tua luce brilli”) fanno sì che gli altri si sentano insicuri od insignificanti al confronto?

Il vero me, i miei errori, i miei dolori e le mie insicurezze non brillerebbero come un segnale più luminoso di speranza che la mia fede in Dio può farmi superare i momenti difficili così come quelli buoni?

Quanto spesso il mio uso di etichette come “meno attivo”, “inattivo” e “non membro” mentre cerco di vivere il principio “conoscere ed amare il prossimo” fa sì che gli altri si sentano ostracizzati ed alienati?

Conoscere i miei vicini mi aiuta a sostituire le etichette prive di significato, con dei rapporti significativi? Amarli non equivarrebbe ad accettarli così come sono senza sentire il bisogno di usare l’attività in chiesa come fattore di divisione?

Sto imparando che in quasi tutti (se non tutti) i casi in cui giudico pubblicamente o inavvertitamente gli altri, sto usando male le convinzioni “giuste” che apprezzo così tanto, rendendole armi di distruzione.

Che tragico sfruttamento degli stessi principi che mi sono così cari.

Questa consapevolezza ha portato al desiderio di vivere in modo fedele ai miei valori, costruendo insieme agli altri invece di “lanciare” le mie convinzioni come un mezzo per sollevare me stesso, facendo a pezzi coloro che ho intorno.

Mentre il processo letterale di lapidazione dei peccatori è stato abbandonato da tanto tempo nella nostra cultura, io voglio lavorare per lasciar andare le “pietre” ideali che ho usato per giudicare erroneamente gli altri ed abbatterli.

Questo articolo è stato scritto da Jacob Burdis e pubblicato sul sito mormonhub.com. Questo articolo è stato tradotto da Cinzia Galasso

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Cinzia

Cinzia è un'impiegata ed una traduttrice. Ha una laurea in Scienze dell'Educazione e ha anche insegnato, per un paio di anni, a bambini della scuola materna, un lavoro che ha amato molto. E' stata un'insegnante nelle classi della Società di Soccorso, delle Giovani Donne e dell'Istituto. Ha molti interessi: patchwork, quilling, oli essenziali. Le piace prendersi cura di sè con soluzioni naturali. E' vegana e ama gli animali e la natura ed è fermamente convinta che le creazioni di Dio siano sacre. E' una volontaria dell'ENPA, un'associazione italiana, per la protezione degli animali ed è anche un membro di Greenpeace e del WWF. Ama passare il tempo con la sua famiglia e i suoi amici. Ama il vangelo di Gesù Cristo e sa che le famiglie sono eterne.
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