Seleziona una pagina
La mia famiglia: storie che ci uniscono

La mia famiglia: storie che ci uniscono

“La nostra storia inizia prima della nascita. Noi rappresentiamo le influenze ereditarie della nostra razza e i nostri antenati praticamente vivono in noi”. (James Nasmyth)

mormon-families1Ogni qualvolta abbiamo attraversato in macchina Joseph City in Arizona, la piccolissima città natale di mio padre, sulla vecchia Route 66, ci siamo ritrovati nel punto in cui mio padre dice sempre:

“Ecco dove il nonno e la nonna Tanner hanno vissuto”, “Questo è il lavaggio in cui ho portato la mucca”, “Questo è il Jack Rabbit, dove potevamo comprare gli adesivi da mettere sulle auto, a mezzo centesimo ognuno”, “Ecco il fienile che Jeff ha bruciato”, e così via.

Da adolescente avrò alzato gli occhi al cielo un paio di volte, durante le visite guidate con la famiglia. Nel mese di Febbraio però, quando mi sono recato di nuovo nel paese natale di mio padre, insieme a lui e a mia madre, in occasione di un funerale, ho davvero sperato che egli potesse di nuovo raccontarmi quelle storie.

Quando ho chiesto a mio padre di fare una passeggiata insieme a me, abbiamo camminato per la città ed egli mi ha raccontato una breve storia su ogni edificio. Ho ancora impresse nella mente le immagini dei luoghi a lui più cari, che sono diventati anche per me e la mia storia familiare, i più significativi.

La mia famiglia

Nel mantenere le loro storie di famiglia vive, i miei genitori hanno instillato in me, un profondo amore e apprezzamento per la famiglia, costruendo un ponte e una vera e propria connessione con i miei antenati. Conoscere le mie origini non solo mi arricchisce, ma accresce anche la mia conoscenza sulla storia della mia famiglia.

“Sono nato da me, ma porto lo spirito e il sangue di mio padre, di mia madre e dei miei antenati. Quindi non sono davvero mai solo. La mia identità nasce attraverso quella linea”, (Ziggy Marley).

La Chiesa di Gesù Cristo dei Santi degli Ultimi Giorni, incoraggia le famiglie a registrare le storie della propria famiglia. La Chiesa ha creato un opuscolo intitolato: “La mia famiglia: storie che ci uniscono”, per guidare l’utente nell’inserimento delle informazioni.

È possibile acquistare l’opuscolo e inserire le informazioni in digitale su familysearch.org/myfamily, o semplicemente riportare i vostri pensieri e le vostre storie.

Iniziate da voi stessi! Qual è la vostra data di nascita? Dove siete nati? Che cosa desiderate che le persone sappiano di voi? Quali sono i vostri hobby, interessi e tradizioni preferite? Aggiungete anche un’immagine.

Chi è vostro padre? Qual è la sua data di nascita? Dove è nato? Condividete alcune storie e ricordi su di lui, aggiungendo una sua foto. Quando e dove si è sposato? Inserite la data e il luogo di morte, se questo è avvenuto.

Chi è vostra madre? Qual è la sua data di nascita? Dove è nata? Condividete alcune storie e ricordi su di lei, aggiungendo una sua foto. Quando e dove si è sposata? Inserite la data e il luogo di morte, se questo è avvenuto.

Chi sono i vostri fratelli? Aggiungete i loro nomi, le date e i luoghi di nascita e quelli di morte, se applicabile.

Chi è il padre di vostro padre? Qual è la sua data di nascita? Dove è nato? Condividete alcune storie e ricordi su di lui, aggiungendo una sua foto. Quando e dove si è sposato? Aggiungete la data e il luogo di morte, se applicabile.

Chi è la madre di vostro padre? Qual è la sua data di nascita? Dove è nata? Condividete alcune storie e ricordi su di lei, aggiungendo una sua foto. Quando e dove si è sposata? Aggiungete la data e il luogo di morte, se applicabile.

Chi sono i fratelli di vostro padre? Aggiungete i loro nomi, le date e i luoghi di nascita e quelli di morte, se applicabile.

Continuate con i genitori di vostra madre e poi con i vostri bisnonni. Potete chiedere aiuto ad altri parenti, o recuperare informazioni attraverso documenti originali.

Potete controllare il sito http://familysearch.org per trovare i centri familiari, avere un accesso gratuito alle registrazioni e alle fotografie ed iniziate il vostro albero genealogico adesso, gratuitamente.

Risorse aggiuntive:

Se volete saperne di più, sui mormoni, cliccate qui.

L’influenza del Tempio nell’elaborazione del lutto

L’influenza del Tempio nell’elaborazione del lutto

Tra tutte le sofferenze a cui l’uomo è soggetto lungo il cammino della vita terrena, quella più dolorosa e difficile da superare, è sicuramente l’esperienza della perdita di una persona cara, specialmente quando si tratta di un membro della famiglia.

Tempio di RomaA prescindere dal modo in cui la morte si manifesta, tutti noi veniamo toccati profondamente da quest’evento traumatico, che molto spesso, lascia ferite e segni indelebili nella nostra vita.

Questi eventi dolorosi, possono letteralmente sconvolgere la vita di coloro che ne vengono coinvolti, cambiando radicalmente la loro prospettiva.

Succede spesso in circostanze simili, che cominciamo disperatamente a porci delle domande sullo scopo della vita, sul perché della morte e su cosa accadrà, dopo che il nostro spirito e il nostro corpo avranno abbandonato questo mondo. Queste e altre domande ancora, troveranno risposta nel Vangelo di Gesù Cristo.

La prospettiva del Vangelo riguardo alla morte

Nella Bibbia, in Ecclesiaste leggiamo: “Per tutto v’è il suo tempo, v’è il suo momento per ogni cosa sotto il cielo: un tempo per nascere e un tempo per morire” (Ecclesiaste 3:1-2).

La morte, vista attraverso la lente del Vangelo, non è che un passaggio necessario nell’adempimento del piano stabilito da Dio, per il progresso eterno dei Suoi figli.

Quando moriremo, il nostro corpo rimarrà nella tomba, mentre lo spirito andrà in luogo chiamato il “mondo degli spiriti”, dove continuerà a vivere, ad apprendere ed a progredire fino al giorno della risurrezione, quando il nostro corpo e il nostro spirito saranno riuniti di nuovo in modo perfetto, per l’eternità.

Tale visione rovescia radicalmente la comune prospettiva della morte, spesso vista come il più terribile nemico dell’umanità. L’ Anziano Nelson, un Apostolo dei nostri giorni, ha dichiarato:

Le Scritture spiegano che la morte è indispensabile per la felicità: «Ora non era opportuno che l’uomo fosse riscattato da questa morte temporale, poiché ciò avrebbe annullato il grande piano di felicità» (Alma 42:8).

La vita non ha inizio con la nascita, né finisce con la morte. Prima della nascita dimorammo come figli di spirito con il nostro Padre nei cieli. Là attendevamo con ansia la possibilità di venire sulla terra e di ricevere un corpo fisico.

Desideravamo consapevolmente correre i rischi della vita terrena, che ci avrebbe consentito l’esercizio del libero arbitrio e la necessità di rendere conto delle nostre azioni. «Questa vita [sarebbe stata] uno stato probatorio; un periodo di tempo in cui prepararsi per incontrare Iddio» (Alma 12:24).

Ma noi consideravamo il ritorno a casa come la parte più bella di quel viaggio tanto atteso, proprio come facciamo ora. Prima di intraprendere un viaggio, vogliamo la sicurezza di poter avere il biglietto di ritorno.

Il ritorno dalla terra alla vita nella nostra dimora celeste richiede che passiamo attraverso le porte della morte, non che le evitiamo. Siamo nati per morire e moriamo per vivere (vedi 2 Corinzi 6:9).

Come progenie di Dio, qui sulla terra possiamo soltanto emettere le prime gemme; i veri fiori sbocceranno in cielo. (Anziano Russell M. Nelson, “Le porte della morte”, conferenza generale, Aprile 1992).

Finché morte non vi riunisca          

Gesù disse a Pietro: “Io ti darò le chiavi del regno dei cieli; tutto ciò che legherai in terra sarà legato nei cieli…”(Matteo 16:19). Il potere di suggellamento fu conferito a Pietro, dal Salvatore.

Tale potere consiste appunto nel legare le famiglie per l’eternità, affinché la loro unione possa protrarsi oltre questa vita mortale.

Questo potere di suggellamento è disponibile ai nostri giorni e viene esercitato nei sacri Templi, da detentori del Sacerdozio debitamente autorizzati a tale autorità e potere.

Nei sacri Templi mormoni, marito e moglie, genitori e figli, sono uniti per l’eternità mediante il potere di suggellamento, che il Signore Gesù Cristo conferì a Pietro, Suo discepolo. Ai nostri giorni, questo potere è stato restaurato con tutte le sue chiavi, tramite il profeta Joseph Smith e per opera di Dio come nei tempi antichi.

Per coloro che vivono sulla base di queste conoscenze e che ricevono l’ordinanza del suggellamento per l’eternità, la morte, sebbene rimanga una separazione molto dolorosa, è un passaggio necessario e indispensabile per ricondurci ai nostri cari e alla presenza del nostro Padre nei cieli.

La pace e la sicurezza offerte dalle ordinanze celebrate nei Templi.

mormon-church-meeting3Immaginate quale balsamo guaritore, sia per coloro che hanno perso una persona cara, la certezza che i legami con i propri defunti, continueranno dopo questa vita.

Le lacrime e il dolore saranno attenuati dalla consapevolezza, che tale distacco sarà solo momentaneo e che tutto ciò che è stato legato sulla terra, sarà legato in cielo.

La credenza che le famiglie possano superare il vincolo della morte ed essere riunite in un legame eterno, tramite ordinanze sacre celebrate nei Templi, è una dottrina fondamentale per i membri della Chiesa di Gesù Cristo dei Santi degli Ultimi Giorni.

A conferma della loro fervente convinzione, basterebbe essere testimoni dei numerosi viaggi e sacrifici che i mormoni sono disposti a fare, per recarsi al tempio più vicino, che spesso si trova a centinaia e migliaia di chilometri di distanza da dove vivono.

Il Tempio è veramente un luogo di pace e serenità, quella pace, che solamente il Vangelo di Gesù Cristo ed i Suoi insegnamenti possono dare.

“Ma imparate che chi compie opere di rettitudine riceverà la sua ricompensa, sì, pace in questo mondo e vita eterna nel mondo a venire” (Dottrina e Alleanze 59:23).

Questo articolo è stato scritto da Roberto Scordari