Questa é una breve storia delle esperienze che mi preparono a capire ed accettare il messaggio portato dai missionari mormoni e diventare un membro della chiesa di Gesú Cristo dei Santi degli Ultimi Giorni (chiesa mormone).
” Non sono nato mormone, e non sono stato allevato in Utah, fra I mormoni, ma sono stato allevato come cattolico, in Italia. Quando avevo 10 anni mio padre morì di cancro ai polmoni, (fumava) all’età di 47 anni. La sua morte cambiò ogni cosa nella mia vita.
Malgrado gli sforzi fatti da mia madre per aiutarmi ad affrontare la situazione, capii ben presto che qualcosa era cambiato non solo esternamente, nella mia vita normale, ma anche dentro di me. Non ero più come molti altri bambini che possono continuare ad essere bambini senza molti problemi e specialmente senza molte domande sulla vita o tristezze improvvise.
A causa della morte di mio padre notai che alcuni avevano iniziato a trattarmi in modo diverso e col tempo dovetti affrontare alcune domande difficili sullo scopo della nostra esistenza sulla terra. Non capivo quanto fosse importante ciò che stava accadendo dentro di me fino a quando non ebbi 13 o 14 anni. Comunque a 14 anni, stavo cominciando ad essere del tutto insoddisfatto del mondo attorno a me, delle risposte alle domande importanti della vita, che mi davano i miei insegnanti, la famiglia, o i ministri religiosi. Cominciai a capire che forse qualcosa mancava nel modo di vedere del mondo e nel credo della maggior parte delle persone che mi stavano intorno ma non sapevo cosa.
E’ importante sottolineare che la presenza della chiesa cattolica era molto forte nel mio ambiente che posso ricordare una volta, quando avevo 9 o 10 anni, un cui durante una lezione a scuola su persone di altri credi mi chiesi: “Come possono le persone non essere cattoliche? Non sanno che vivranno per sempre all’inferno? Perché non cambiano religione e diventano tutti cattolici?”. Tale era il potere della tradizione nel mio ambiente .
La morte di mio padre comunque, cominciò a cambiare la mia situazione. A volte il Signore lavora in modi misteriosi per raggiungere i suoi scopi. Infatti dopo la sua morte mia madre ridusse il suo coinvolgimento con la chiesa cattolica. Era ancora cattolica, ma, forse siccome non aveva trovato l’aiuto che cercava in quell’organizzazione per superare la sua perdita cominciò a cercare altrove.
Cominciò a leggere libri sulle religioni orientali e su filosofie come yoga, zen e buddismo, in particolare cominciò a legger e e praticare yoga. La sua esplorazione mi aprì un nuovo mondo. All’improvviso stavo imparando di altre religioni e filosofie e stavo scoprendo che c’erano un sacco di cose buone da essere imparate. Cominciai a capire che forse la chiesa cattolica non aveva le risposte migliori alle domande della vita.
Inoltre cominciai a prendere confidenza col concetto di progresso spirituale e l’idea di miglioramento spirituale. Non che questi concetti siano del tutto assenti dalla tradizione cattolica, ma nella vita quotidiana di un cattolico lo sono, poiché si pone l’enfasi solo per quelli che abbandonano la vita “normale” e diventano “preti e suore, per sempre singoli, a tempo pieno”. Il mio “eroe” favorito era S. Francesco d’Assisi, ma non mi piaceva l’idea che un uomo o una donna religiosi dovessero evitare il matrimonio per seguire una vita religiosa. Avevo un caro amico, Stefano, che era membro di un piccolo gruppo protestante. Ero sempre stato affascinato dal fatto che questo, ed altri gruppi protestanti, rigettavano il principio di celibato nella loro chiesa. Quando persone come me, sono immerse in una forte cultura cattolica, anche questi piccoli esempi o idee possono, col tempo, fare una grande differenza e darci il coraggio di cercare qualcosa di diverso malgrado la forte pressione della tradizione.
Quando avevo 15 anni ebbi un’altra esperienza chiave. La scena era una gita a Roma. Scopo di essa era di portare i giovani cattolici di tutta Europa a incontrare il papa. A quel tempo ero insieme ai giovani cattolici della mia parrocchia, anche se stavo cominciando a questionare alcuni dei nostri credi. Durante quel viaggio accadde qualcosa di speciale.
In quel giorno fissato migliaia di giovani erano pronti ad incontrare il papa nella basilica di San Pietro. Ci eravamo preparati per mesi a questo raduno speciale. I giovani di tutta l’Europa avevano viaggiato per arrivare là.
Ovviamente quando arrivammo il papa non era presente e così sedemmo tutti sul pavimento della chiesa e cominciammo a cantare. Io veramente non cantavo, ma ascoltai per quasi un’ora quei canti gregoriani e cominciai a sentirmi male. Avevo grandi aspettative su quel raduno speciale col papa, ma dopo un po’ cominciai a chiedermi: “Che sto facendo qui? Perché sono qui dopotutto? Proprio solo perché gli altri mi avevano detto che era speciale?”. Per un po’ mi feci forza, poi mi alzai e partii. Ebbi un senso di sollievo quando lasciai quella strana atmosfera nella basilica di San Pietro. Avevo uno zio a Roma e decisi di andare a trovarlo e passare un po’ di tempo con la sua famiglia invece di incontrare il papa, pensai.
Sulla via del ritorno alla mia città nell’Italia del nord, mentre eravamo ancora sul treno ebbi l’opportunità di dire ciò che avevo fatto alla nostra guida principale, un prete amichevole e molto alla mano. Gli parlai dei miei sentimenti, dei miei dubbi e del fatto che avevo lasciato il raduno. Cominciai a fargli domande sui credi cattolici. Dopo aver ascoltato e discusso con me per un po’ mi disse “Se credi questo, allora non sei un cattolico”. Quella era veramente un’affermazione forte, un richiamo all’ortodossia. Restai un po’ perplesso, ma risposi “Allora probabilmente non sono un cattolico!”.
Suppongo che lo Spirito del Signore era presente quel giorno per sostenermi e aprirmi la mente, perché mi sentii sollevato quando dissi quel che stavo pensando veramente e non ebbi paura della reazione del prete. Dopo quell’episodio la mia ricerca di risposte si diresse principalmente fuori dalla chiesa cattolica, dal momento che un prete apparentemente di mente aperta aveva mancato nell’aiutarmi a capire. Quando messo di fronte a domande difficili non aveva trovato niente di meglio che suggerirmi di basarmi sulla fede cieca o considerarmi un eretico!
Dopo quell’episodio passarono vari anni e io continuavo ad incontrarmi coi miei amici cattolici, ma adesso ero sempre più interessato a leggere libri di altre religioni. I libri erano la mia principale fonte di informazione sulla religione. Un autore che ebbe veramente una forte influenza per un certo periodo, fu, per esempio Sri Aurobindo. Non posso ricordare i dettagli di quel che leggevo a quel tempo, ma Sri Aurobindo nei suoi libri suggerisce che l’umanità può evolversi spiritualmente al di là delle sue correnti limitazioni e raggiungere uno stato futuro di esistenza “sopramentale”. Questo sarebbe come un passo “evolutivo” per l’umanità, che condurrebbe a una vita divina sulla terra. Adesso questo mi fa pensare al Millennio, anche se secondo la Bibbia questa vita “quasi divina” non sarà il prodotto dell’ ”evoluzione” ma del ritorno di Gesú sulla terra e dell’osservanza dei comandamenti da parte delle persone che vivranno in quell’epoca futura. Ma a quel tempo fu un concetto interessante che mi diede della speranza e del significato per il futuro.
Basato sulla mia attuale conoscenza e testimonianza degli insegnamenti della chiesa mormone, non posso fare a meno di pensare che leggendo i suoi scritti io stavo muovendo un passo avanti verso la comprensione di concetti chiave del mormonismo, alcuni dei quali non sono chiari o persino accettati da molti cristiani tradizionali. Credo che lo spirito del Signore insegna alle persone nel loro linguaggio e livello di comprensione, e le spinge avanti un passo per volta fino a quando sono pronti per la pienezza del vangelo.
La mia ricerca della verità continuò a intensificarsi fino a che raggiunse il suo climax quando ebbi diciannove anni. Un giorno ero a Torino, dove avrei dovuto continuare i miei studi di fisica. Avevo scelto di studiare fisica non perché volessi diventare un novello Einstein ma a causa di libri come “Il Tao della fisica” di Fritjof Capra, libri che discutono i paralleli fra la fisica moderna ed il misticismo orientale.
Probabilmente non è necessario dire che poiché il mio interesse per la fisica non era niente più che un altro passo nella mia ricerca della verità, ero molto deluso con il mio programma di studi all’università di Torino.
Perciò, come in molte altre occasioni, il quel giorno particolare non stavo studiando fisica ma leggendo un libro sulla storia della filosofia indiana. A un certo punto, decisi di fare una passeggiata per rilassarmi e pensare alla vita. Mentre stavo camminando in città qualcuno mi fermò e mi chiese se volessi fare un test psicologico. Non l’ho detto prima, ma mi interessava anche la psicanalisi e la psicologia e mi piacevano in particolare libri come quello di Eric Fromm “L’arte di amare” o “Essere o avere?” e così via. Perciò in qualche modo mi incuriosii per quel test.
Quel test fu l’inizio del mio ultimo passo nella mia ricerca della verità. Dopo quello persi la mia paura di disconnettermi dalla tradizione cattolica e divenni quasi incomprensibile per la mia famiglia e i miei amici cattolici.
Ora posso dire che ero pronto a incontrare i missionari mormoni, e specialmente a capire e ad accettare il loro messaggio, meno di un anno dopo, a causa di tutte quelle esperienze.
Ma cosa c’era dietro quel test psicologico? Le persone di Dianetics e Scientology. Il loro focalizzarsi sul miglioramento personale e il loro mescolare conoscenza scientifica, religiosa, e psicologica mi attrassero per un breve periodo, anche se non divenni mai coinvolto seriamente con loro, perché dopo l’interesse iniziale capii che essi non avevano le risposte che cercavo. Comunque, persino quest’esperienza relativamente negativa ebbe almeno un risvolto positivo. Scientology recise completamente i miei ultimi legami psicologici (e alcuni dottrinali) con la chiesa cattolica. Mi liberai ancor di più dal peso della tradizione e crebbi più forte nella speranza che ci fosse qualcosa là fuori, da qualche parte, in qualche organizzazione, o in qualche libro, che mi avrebbe potuto aiutare a rispondere alle mie domande sullo scopo della vita.
Ad alcuni può sembrare poco importante, ma avere il coraggio di essere non ortodosso, il coraggio di sfidare almeno nella nostra mente la tradizione è un passo importante prima che possiamo essere pronti a ricevere una testimonianza e ad accettare il vangelo restaurato. Questo fu vero specialmente per me, poiché io non accettai di essere battezzato nella chiesa mormone per ragioni sociali, o per un interesse temporaneo, ma solo perché fui toccato dallo Spirito dopo aver contemplato la semplice ma potente architettura e logica della dottrina mormone.
Il concetto di ottenere una testimonianza della verità dallo spirito di Dio implica che basarsi sulla tradizione per credere non è abbastanza, anche se la tradizione sembra vera. Infatti, nella chiesa di Gesú Cristo dei Santi degli Ultimi Giorni (chiesa mormone) persino i giovani nati da genitori che appartengono alla chiesa sono costantemente insegnati che devono ottenere una testimonianza personale della veritá, perchè le prove e tentazioni della vita sono troppo forti per vivere di luce imprestata.
Posso testimoniare con tutta la mia convinzione che la scrittura che dice: “cercate e troverete, bussate e vi sarà aperto” (Luca 11:9) è vera, perché il Signore mi ha guidato per mano tramite diverse esperienze fino a quando ho trovato ciò che stavo veramente cercando, la vera chiesa di Gesù Cristo di nuovo stabilita sulla terra.
L’età oscura della mia vita venne dispersa quando alla fine incontrai i missionari e posso solo essere grato di essere nato in un’epoca in cui la vera chiesa è presente sulla faccia della terra. Non posso immaginare la durezza imposta su quelle persone che tentavano di trovare la chiesa quando essa non era sulla terra. Devo riconoscere che sono debitore alla chiesa cattolica della mia iniziale ma limitata comprensione del vangelo e del ruolo di Gesù Cristo. Questa fede in Gesú Cristo non mi ha mai lasciato anche se mi dirigevo verso altre religioni. Comunque devo a queste altre religioni una comprensione migliore di molti veri principi e una mente più aperta che mi ha aiutato a non temere quando alla fine ho trovato la vera chiesa di Gesù Cristo”
Gentile Signor Martinengo,
le scrivo per renderla partecipe della mie esperienza attuale, ho sedici anni e provengo da una famiglia cattolica. Da qualche tempo a questa parte (3 anni) ho iniziato a nutrire dei dubbi sulla fede cattolica. Come posso credere in qualcosa come la transustanziazione? Come posso tributare ai Santi lo stesso culto che rendo a Cristo? Come posso adorare Maria? Posso concepire che Maria sia nata Immacolata, posso anche concepire che sia stata assunta in cielo in anima e corpo, ma quando sento alcuni cattolici che la definiscono Corredentrice al pari di Cristo… questo non lo posso accettare. Nella speranza di convincermi che in realtà non nutrivo questi dubbi ho iniziato il cammino per diventare catechista, credendo che insegnando agli altri la dottrina cattolica forse mi sarei potuto auto-convincere. Poi qualche giorno fa sono andato in libreria ed ho acquistato “uno studio in rosso” di Conan Doyle, successivamente ho sentito il bisogno di documentarmi sulla vostra Chiesa e ho potuto constatare come tutto torni perfettamente, voi credete addirittura che il matrimonio possa perpetuarsi nel Regno dei Cieli, i sacerdoti non mi hanno mai saputo rispondere su questo, come è possibile infatti che l’Amore sugellato in un vincolo sacro tra due persone da Dio stesso (che per altro è Amore come ci dice Paolo) possa cessare con la morte (morte che per altro è stata già sconfitta da Cristo)? Ora prego affinchè Dio mi conceda la sua illuminazione e possa guidarmi dove Lui vuole. Se da una parte la prospettiva di una mia coversione mi spaventa (significherebbe infatti cambiare totalmente vita visto che la mia attuale esistenza è improntata totalmente al sembrare un cattolico perfetto), dall’altro lato sono certo che se scoprissi che questo è il cammino che Dio vuole che io intraprenda allora non avrei paura di cambiare strada. Sono certo che anche i miei genitori non avrebbero nulla in contrario una volta compreso che la Chiesa Mormone condivide i valori su cui noi basiamo la nostra vita: la sacralità della Vita e della Famiglia.
Mi scuso per l’eccessiva lunghezza di questo commento, ma purtroppo non ho reperito la sua mail.
Nell’attesa di una sua risposta la saluto cordialmente
Gian Piero